
UNO SPORTELLO IN FACCIA AL GOVERNO – L’UE ANDRA’ FINO IN FONDO SULL’UTILIZZO DEL GOLDEN POWER DA PARTE DI PALAZZO CHIGI NEL CASO UNICREDIT-BPM, ANCHE SE ORCEL HA ORMAI RINUNCIATO ALL’OFFERTA – UN EVENTUALE CONDANNA DELL’ESECUTIVO DI PATRIOTI PUÒ “DEPOTENZIARE” LO STRUMENTO E RENDERE PIÙ COMPLICATO METTERE PALETTE SU FUTURE OPERAZIONI, NON SOLO NEL SETTORE BANCARIO (VEDI GLI ASSET DI ARMANI CHE FINIRANNO SUL MERCATO) – GLI EFFETTI NEL CASO DELLA POSSIBILE SCALATA DI CRÈDIT AGRICOLE A BANCO BPM...
Estratto dell’articolo di Luca Carrello E Luca Gualtieri per “MF”
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
La Ue vuole andare fino infondo sul golden power e un’eventuale bocciatura rischia di ridimensionare i poteri speciali del governo. Con effetti rilevanti sulle future grandi partite di m&a, non solo bancarie.
Tutto è partito dall’ops di Unicredit su Banco Bpm. In primavera la Dg Comp aveva acceso un faro sul decreto con cui Palazzo Chigi aveva imposto una serie di prescrizioni all’offerta di Piazza Gae Aulenti. Poi Orcel ha ritirato l’ops e la Dg Comp si è chiesta se la mossa derivasse dalle prescrizioni del governo italiano.
È sorto però un dubbio interpretativo. In base a quanto appreso da MF-Milano Finanza da fonti europee, dopo il passo indietro di Unicredit la Dg Comp temeva di non aver più la competenza per decidere sul caso, tesi sostenuta sin da subito da Palazzo Chigi.
Secondo alcune pronunce giurisprudenziali l’Antitrust perde il potere di intervenire se le operazioni decadono. Ma si tratta di un’interpretazione non univoca e così i funzionari della Dg Comp si sono confrontati sulla posizione da assumere.
Ribera restava decisa a procedere, anche se prima aveva bisogno di certezze sul fronte giuridico. Certezze che sarebbero arrivate solo nei giorni scorsi.
Se il condizionamento decisivo del governo sarà accertato, a questo punto potrebbe emergere una violazione del regolamento sulle concentrazioni, aprendo la strada a una possibile sanzione contro l’Italia.
Violazione che potrebbe aggiungersi agli altri addebiti fatti dalla Dg Comp: fin dalla primavera l’Antitrust europeo aveva avanzato dubbi sull’esistenza di ragioni di sicurezza nazionale, visto che l’operazione era tra due banche italiane e non coinvolgeva soggetti extra europei.
Adesso la decisione si avvicina. Non c’è una scadenza prestabilita, ma la Ue dovrebbe pronunciarsi già entro fine mese per non trascinare troppo a lungo la vicenda. Secondo una fonte europea, però, l’iter potrebbe dilatarsi perché una procedura d’infrazione può essere avviata solo all’interno di alcune finestre temporali (di tre mesi). […]
Allo stesso esito potrebbe arrivare anche la Dg Servizi Finanziari (Fisma). La direzione guidata da Maria Luís Albuquerque si era mossa ancora prima della vicepresidente esecutiva Ribera, avviando la procedura Eu Pilot con il governo italiano lo scorso 1° aprile.
Questa volta l’obiettivo è verificare la compatibilità dell’intera normativa italiana sul golden power con i trattati, in particolare con le norme che tutelano la libera circolazione dei capitali. Il processo prevede uno scambio di informazioni tra Commissione e Stato membro e dura in media nove mesi, sempre senza scadenze prestabilite.
È probabile quindi che si debba attendere il 2026 per conoscere l’opinione della Dg Fisma. Anche in questo caso Bruxelles nutre diversi dubbi, motivo per cui l’Italia rischia una procedura d’infrazione come accaduto a luglio con la Spagna nella vicenda Bbva-Sabadell.
Una eventuale bocciatura del governo da parte dell’Europa potrebbe avere effetti sia dentro che fuori dal sistema bancario. C’è per esempio chi ritiene che un depotenziamento del golden power favorirebbe Crèdit Agricole in un’eventuale operazione straordinaria con Banco Bpm. Oppure potrebbe far rientrare in gioco Unicredit per il controllo di Piazza Meda.
Ma le conseguenze potrebbero essere anche più ampie e favorire l’avvicinamento di gruppi europei ad asset italiani che presto finiranno sul mercato, come le attività di Armani.