ferrero giovanni

NUTELLA INDIGESTA - NEL REGNO UNITO FINISCE SOTTO TIRO LA FAMIGLIA FERRERO CHE INCASSA 642 MILIONI DI EURO IN DIVIDENDI MA PAGA SOLO 110MILA STERLINE ALL'ERARIO INGLESE, GRAZIE A COMPLESSI STRATAGEMMI FISCALI CHE PASSANO PER IL LUSSEMBURGO E ARRIVANO A MONTECARLO, DOVE GLI INVISIBILI FERRERO HANNO LA LORO CASSAFORTE - È LA FAMIGLIA PIÙ RICCA D'ITALIA MA NESSUNO DA NOI CHIEDE CONTO DI QUANTE TASSE ABBIANO VERSATO...

 

Dagonews

 

giovanni ferrero 5

Notizie che (incredibile!) non arrivano in Italia. Tre giorni fa la Ferrero nel Regno Unito è finita nel mirino di una deputata laburista, Rachel Reeves, che punta a essere rieletta presidente della commissione business della Camera dei Comuni, come racconta il Guardian in un lungo articolo che farà andare di traverso qualche nocciola dalle parti di Alba.

 

Nell'articolo si evidenzia come Giovanni Ferrero, erede di Michele e presidente del gruppo, ha riconosciuto a sé e alla famiglia 642 milioni di euro in dividendi (su 928 milioni di utili al 31 agosto 2019), una delle cedole più ricche della storia europea.  

 

Come mai questo dato societario diventa oggi una notizia calda Oltremanica? Perché la Ferrero l'anno scorso ha versato solo 110mila sterline nelle casse dell'erario inglese, a fronte di 419 milioni di vendite di prodotti dolciari nel Paese. Come dite? Vi ricorda forse le storie di quei giganti della Silicon Valley che da noi macinano ricavi ma versano poco all'Agenzia delle Entrate? Forse perché è esattamente così…

 

L'uomo più ricco d'Italia (29 miliardi € di patrimonio) ha garantito alla famiglia oltre 2 miliardi di dividendi negli ultimi 10 anni, a fronte di un assegno da 500mila sterline (totali) al fisco inglese. Oltre alla Nutella, ai Rocher e agli altri brand globali, Ferrero possiede anche TicTac e il marchio inglese Thornton's, due household names, nomi familiari per gli inglesi.

giovanni ferrero 4

 

Secondo gli esperti fiscali contattati dal quotidiano inglese, Ferrero ha strutturato i suoi affari in modo ''complesso'' per pagare meno tasse possibile, come d'altronde fanno tutte le multinazionali. Ecco il sistema adottato: l'anno scorso la divisione inglese ha pagato 334 milioni di sterline di ''costi di vendita'' alla holding principale, che ha sede nel ''poco esoso (a livello fiscale) Lussemburgo.

 

In questo modo la società ha potuto registrare un utile pre-tax di soli 9,7 milioni di sterline, cosa che le ha permesso di versare solo 110mila £ in tasse.

 

Ferrero UK ha detto di aver perso così tanti soldi nel Regno Unito nel corso degli anni da aver messo da parte ''bonus fiscali'' legati alle perdite registrate per un valore di 22,5 milioni di sterline, da scontare in caso di futuri profitti.

 

giovanni ferrero 3

Robert Leach, un consulente fiscale, sostiene che ''Ferrero sposta gli utili all'estero per ridurre il suo carico fiscale inglese. Li porta in Lussemburgo e da lì al Principato di Monaco, dove non ci sono tasse''.

 

''I conti della divisione inglese mostrano come Ferrero non abbia raggiunto il break even per molti anni. Nessuna controllante si terrebbe una sussidiaria che registra perdite simili anno dopo anno. Il fatto che Ferrero invece lo faccia è a tutti gli effetti un'ammissione che sta esportando i suoi utili. In poche parole: stiamo davanti a cioccolata e nocciole incartate in un pacchetto carino. Non una produzione molto costosa. E allora chiederei alla compagnia: cosa vi costa 334 milioni di sterline? Perché continuate a vendere cioccolata nel Regno Unito, dove non fate utili?''.

 

Rachel Reeves, la deputata di cui parlavamo prima, sostiene che il governo deve intervenire per impedire a società come la Ferrero di usare ''stratagemmi fiscali opachi'' per non versare la giusta quota di tasse.

michele franca e giovanni ferrero

 

''Le regole per Ferrero e tutti gli altri dovrebbero essere semplici: le tasse si pagano dove si fa il fatturato. Se i soldi sono guadagnati nel Regno Unito, le imposte dovrebbero andare al Tesoro per finanziare quei servizi pubblici di cui le aziende godono. Il governo non può più stare con le mani in mano e deve fermare le aziende che evitano di versare il dovuto all'erario. In questo broken system i perdenti sono i contribuenti inglesi, mentre i vincitori sono le grandi aziende che ingrossano gli utili, i salari per i dirigenti e staccano dividendi in virtù di assai discutibili accorgimenti fiscali''.

 

Il dividendo è stato pagato all'ufficio della FEDESA, la cassaforte di famiglia con sede a Montecarlo, come riportato da Bloomberg. Una portavoce della società e della famiglia non ha voluto commentare con il Guardian il suo articolo.

 

Il Ferrero Group è posseduto interamente dalla famiglia Ferrero, ma la società non rivela come siano distribuite le quote tra i membri. Giovanni Ferrero è il 27° uomo più ricco del mondo, ed è diventato presidente esecutivo nel 2017, dopo la morte del padre Michele nel 2015 e quella improvvisa del fratello, Pietro, che fino a quel momento era alla guida del gruppo.

 

rachel reeves

Michele Ferrero era noto per fare il ''pendolare in elicottero'' ogni giorno dalla sua villa a Montecarlo fino ad Alba, in Piemonte, dove ha sede la società.

 

Qui sotto potete leggere uno dei pochissimi articoli che ha riportato i conti del gruppo, da ''Milano Finanza'' del 24 dicembre scorso, alla vigilia di Natale e alla vigilia di due giorni senza giornali in edicola.

 

Si scopre così che sui 928 milioni di euro di utili, la holding lussemburghese ha pagato 22,3 milioni di euro in tasse, cioè un miserrimo 2,4%. Diciamo che, per essere uno dei gruppi più famosi del Paese, posseduto dall'uomo più ricco d'Italia e che gode di una copertura mediatica clamorosa (vedi il caso dei Nutella Biscuits), il silenzio sui tax arrangements è piuttosto assordante.

 

Cosa c'è dietro? Sicuramente, il principio per cui ''ogni campione nazionale è bello a mamma sua'': strepitiamo per i ricchi profitti di Amazon, in gran parte legati ai vantaggi di avere una holding lussemburghese (concorrenza sleale!), ma non fiatiamo quando lo stesso vantaggio viene sfruttato dalla Ferrero. Ci indigniamo se Trump minaccia dazi perché l'Europa vuole tassare correttamente i giganti della Silicon Valley, puntando a tassare il business generato nei singoli Paesi e non gli utili che finiscono all'estero. Ma quando lo fa la Ferrero, dobbiamo aspettare l'incazzatura degli inglesi. Che ovviamente hanno i loro campioni nazionali nel settore dolciario e vogliono mettere i bastoni tra le ruote ai concorrenti stranieri.

 

Certo, non sempre è così, spesso per motivi politici o di ''tradizione'': qualcuno c'è che fa le pulci agli Agnelli/Elkann quando portano la Fiat via da Torino e verso Londra, Amsterdam e Detroit. Fior di cronisti analizzano ogni pelucchio nei bilanci della famiglia Berlusconi da quasi 30 anni, e ultimamente leggiamo articoli quotidiani sul progetto Media for Europe che avrà base in Olanda (per motivi societari, manco fiscali).

 

franca maria e michele ferrero

Ma quando si tratta della royal family di Alba, la più ricca del Paese, eppure così invisibile, non si alza una voce.  Forse perché grazie al loro lavoro di comunicazione, non ce la immaginiamo come una multinazionale arrembante che opera in 4 continenti e controlla 40 società.

 

Continuiamo a berci il mito fondativo della piccola azienda di provincia con tre generazioni di padroni illuminati che riconoscono asili nido ai dipendenti e preferiscono non apparire sui giornali. Sicuramente saranno illuminati, ma non dai fari dei media italiani, ben irrorati dalla pubblicità del gruppo.

 

 

 

 

 

FERRERO SFIORA IL MILIARDO DI UTILE

Francesco Bertolino per ''MF - Milano Finanza'' del 24 dicembre 2019

 

Dolce 2019 per i Ferrero.

giovanni ferrero nutella

Da documenti consultati da MF-Milano Finanza emerge che la cassaforte lussemburghese della famiglia di Alba (la Ferrero International Sa) ha chiuso il bilancio al 31 agosto con utili per 928,5 milioni di euro dopo aver pagato tasse per 22,3 milioni (il 2,4% del risultato netto). Rispetto all' esercizio precedente i profitti della holding che controlla il gruppo dolciario sono cresciuti del 26%.

 

Alla luce di questo risultato l' assemblea dei soci di fine novembre ha approvato la distribuzione di dividendi per 642 milioni di euro. I restanti 287 milioni sono stati destinati alla riserva distribuibile dove già erano confluiti i 736 milioni di utile evidenziati dal bilancio 2017/2018. Di conseguenza il capitale della Ferrero Internatonal è salito a 3,7 miliardi, mentre gli attivi totali della holding superano ormai gli 8 miliardi. L' assemblea ha anche rinnovato il mandato del cda, confermando Giovanni Ferrero nel ruolo di presidente esecutivo e Lapo Civiletti in quello di ad. Le responsabilità dei due manager si estendono su quattro continenti: la capogruppo controlla quasi 40 società che spaziano dall' Italia allo Sri Lanka, dal Cile al Sudafrica.

 

Per sapere se e quanto sarà cresciuto il giro d' affari di Ferrero nel 2019 bisognerà attendere il bilancio consolidato. Tuttavia, a giudicare dal balzo di oltre un quinto dell' utile, è probabile che anche il fatturato del gruppo di Alba sia aumentato rispetto ai 10,8 miliardi realizzati nel 2018. Negli ultimi cinque anni, del resto, la società ha intrapreso un' aggressiva campagna acquisti.

LAPO CIVILETTI

 

Da quando Giovanni, figlio del fondatore Michele, ha presto le redini di Ferrero, il gruppo ha speso almeno 5 miliardi per portare a termine in giro per il mondo nove acquisizioni. Ferrero è così diventato il terzo gruppo dolciario al mondo per ricavi dopo Mars e Mondelez. Con l' obiettivo dichiarato dallo stesso Giovanni Ferrero di arrivare entro un decennio a 20 miliardi di fatturato. Probabile quindi che lo shopping possa proseguire nei prossimi anni. Occorrerà però tenere a bada il debito. La Ferrero International deve ai creditori 4,5 miliardi. Si tratta perlopiù di debiti con scadenza superiore ai 12 mesi, è vero, ma occorre anche rilevare che cinque anni fa questa voce era ferma a 2,5 miliardi.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)