1. NON DITE A GHIZZONI CHE LA SCORSA SETTIMANA, A DUBAI, SI SONO INCONTRATI SEGRETAMENTE I DUE MAGGIORI SOCI UNICREDIT, I RUSSI DEL FONDO PAMPLONA E GLI ARABI DEL FONDO AABAR, ALLARMATI PER IL REPORT DEI NOSTRI SERVIZI SEGRETI SULL’INVASIONE DEI FONDI SOVRANI NELLE NOSTRE AZIENDE. PER PARARSI IL CULO DA EVENTUALI SINISTRI “OSTACOLI POLITICI” GLI ARABI HANNO PROPOSTO AI RUSSI DI FARE UNA STRATEGIA COMUNE CON IL LORO LOBBISTA A MILANO, IL VICE PRESIDENTE DI UNICREDIT LUCA DI MONTEZEMOLO 2. LA RESURREZIONE DEL BERLUSCA POST-SANTORO E DEL MARONI VINCITOR ALLA REGIONE LOMBARDIA HA SCATENATO IL PANICO TRA I CAPOCCIONI DI MILANO CHE AVEVANO GIA’ SCOMMESSO SULLLA VITTORIA DEL PIDDINO AMBROSOLI. E GUZZETTI TENTA DI CONVINCERE CHIAMPARINO ALLO STATUS QUO NELLA GOVERNANCE DI BANCA INTESA, BAZOLI COMPRESO 3. PRIMA DI TORNARSENE A CASA, IL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA MARIO CATANIA POTREBBE USARE LA SCOPA PER DARE UN COLPO FINALE DI PULIZIA NEL SUO MINISTERO 4. CHI VIGILAVA LA TARANTOLA DURANTE I DEVASTANTI PATTI SEGRETI DI MPS SUI DERIVATI?

1- NON DITE A GHIZZONI CHE LA SCORSA SETTIMANA, A DUBAI, SI SONO INCONTRATI SEGRETAMENTE I DUE MAGGIORI SOCI UNICREDIT, I RUSSI DEL FONDO PAMPLONA E GLI ARABI DEL FONDO AABAR
Ai piani alti di Unicredit ostentano indifferenza per ciò che sta avvenendo dentro MontePaschi, la banca guidata da Alessandro Profumo, l'ex-boyscout McKinsey che nel settembre 2010 lasciò il timone di piazza Cordusio a bordo di una motocicletta rossa guidata dalla moglie-biker Sabina Ratti.

L'immagine di quella fuga notturna dopo cinque ore di dibattito nel consiglio di amministrazione è rimasta viva soltanto per i 40 milioni che furono concessi ad Alessandro il Grande per lasciare la poltrona di piazza Cordusio.

Adesso i top manager guidati dal roseo Ghizzoni preferiscono evitare commenti e parlare del ruolo di Unicredit nell'attuale situazione economica. È quanto farà domani il direttore generale Roberto Nicastro alla Chatam House di Londra dove il suo collega che nei corridoi della banca si fa chiamare "ministro" ha organizzato un dibattito con la partecipazione dell'economista Paolo Guerrieri e di Piercarlo Padoan, il vicedirettore generale dell'Ocse che potrebbe diventare ministro nel prossimo governo.

Dopo l'appuntamento londinese Nicastro è atteso a Messina per il road show organizzato dall'Abi e dal Gruppo "24 Ore". Il programma dell'evento appare oggi sul giornale di Confindustria dove si legge che oltre al presidente della Regione Crocetta e ad altri dirigenti di Unicredit, l'incontro programmato da tempo al palazzo Cultura Antonello da Messina ,sarà concluso da Peppiniello Mussari nella sua qualità di "presidente dell'Abi".

Evidentemente non c'è stato il tempo tecnico per modificare l'annuncio del convegno, ma questo non toglie nulla alla volontà di Unicredit di battere a tappeto il territorio per dimostrare che Unicredit ha voglia di aprire i cordoni della borsa alle imprese locali.
Oltre a questa "mission" la banca di Ghizzoni e Nicastro non perde occasione per sottolineare la sua dimensione internazionale.

L'intento è di fugare le voci che continuano a circolare in certi ambienti della finanza internazionale sulla possibilità di una scalata da parte di qualcuno tra gli azionisti stranieri che ha il maggior peso nella composizione azionaria.

È noto che ai primi due livelli dell'azionariato di Unicredit si trovano il Fondo sovrano Aabar di Abu Dhabi che detiene il 6,5% e i russi di Pamplona, che a giugno dell'anno scorso con una mossa a sorpresa hanno rivelato di possedere il 5% della banca italiana. Sono due partecipazioni importanti che secondo gli analisti potrebbero ancora crescere e staccare di altre lunghezze la partecipazione delle Fondazioni e di quei privati come Caltagirone, Della Valle e Del Vecchio che hanno piantato nella banca la bandierina italiana.

In realtà gli arabi dell'Emirato e i russi di Pamplona ,che sono entrati in Unicredit attraverso una finanziaria lussemburghese e con un finanziamento di Deutsche Bank, non sembrano avere alcuna intenzione di creare terremoti a piazza Cordusio. La conferma arriva da una notizia che Dagospia nella sua infinita miseria ha raccolto tra i cammellieri che scorazzano sotto i grattacieli di Dubai.

Sembra infatti che mercoledì scorso ci sia stato un incontro segreto tra i rappresentanti di Pamplona e del fondo Aabar di Abu Dhabi. Per valutare la situazione complessiva della banca e le prospettive che potrebbero dare valore al loro investimento ma soprattutto allarmatissimi dal report dei nostri servizi segreti sull'"invasione" dei fondi sovrani nelle nostre aziende, quindi timorosi di eventuali "ostacoli" politici che possono fuoruscire dalle urne con un premier di sinistra.

Il risultato del colloquio tra i russi e gli arabi rappresentati da Mohamed Ali Al Fahim, il 36enne finanziere che siede tra i consiglieri di piazza Cordusio, è la decisione di individuare un referente dentro Unicredit che possa garantire il loro investimento.
Il soggetto individuato è Luchino di Montezemolo, l'uomo che a ottobre è sceso nel campo della finanza diventando vicepresidente di Unicredit in rappresentanza del fondo arabo.

Il presidente della Ferrari ha sempre coltivato i rapporti con gli Emirati preferendo alle poltrone della politica quelle in pelle rossa della Frau che piacciono tanto alle mogli dei ricchi arabi. Ed è probabile che per arrivare al ruolo di garante ,riconosciutogli nell'incontro segreto di mercoledì, Luchino abbia contribuito non poco quando ha deciso di passare le feste di Capodanno a Dubai mentre tutti lo davano alle Maldive.

2- IL BERLUSCONI POST-SANTORO E IL MARONI VINCITOR ALLA REGIONE LOMBARDIA SCATENA IL PANICO TRA I CAPOCCIONI DI MILANO CHE AVEVA GIA' SCOMMESSO SU AMBROSOLI. E GUZZETTI TENTA DI CONVINCERE CHIAMPARINO A NON FARE LA RIVOLUZIONE NELLA GOVERNANCE DI BANCA INTESA, BAZOLI COMPRESO
Anche ai piani alti di IntesaSanPaolo come in quelli di Mediobanca gli occhi sono puntati sullo scandalo di MontePaschi che potrebbe creare sorprese soprattutto a Piazzetta Cuccia da cui è uscito un rivolo consistente di milioni a sostegno delle iniziative di Peppiniello Mussari.

C'è però un tema ancora più caldo che ha preso ad agitare il sonno degli esponenti più importanti della finanza milanese. Dopo la sceneggiata di Berlusconi nel programma di Michele Santoro, è serpeggiato il dubbio che il Cavaliere impunito possa tornare ad essere determinante in Lombardia dove l'accordo con la Lega potrebbe consentire a Maroni di superare il candidato di sinistra Ambrosoli.

Nelle case di Tronchetti Provera e nella foresteria di IntesaSanPaolo il tema è diventato sempre più caldo e gli ultimi sondaggi favorevoli al leader della Lega (3 punti sopra Ambrosoli) stanno creando il panico.

Prima della comparsata di Berlusconi a "Servizio Pubblico" nessuno avrebbe scommesso un euro sul fatto che la Regione ritornasse nel grembo del centrodestra e che questa eventualità potesse creare scossoni nelle roccaforti delle banche.

Adesso il clima è decisamente cambiato e di fronte a un esito che appare incerto, ai piani alti di IntesaSanPaolo stanno pensando alle contromisure qualora lo scenario politico cambiasse di segno rispetto alle previsioni. Da qui la decisione evitare mosse spericolate e ribaltoni che rimettano in discussione lo status quo di Ca' de Sass.

In questa logica dentro la banca guidata da Cucchiani si fa largo la tesi di arrivare alla prossima assemblea confermando per il prossimo trienno l'attuale governance e di tagliare corto con le chiacchiere sulla sostituzione del presidente Abramo-Bazoli.

Un messaggio in questo senso è stato inviato a Sergio Chiamparino, l'ex-sindaco di Torino che dopo la sua nomina al vertice della Compagnia SanPaolo ha manifestato più di una volta la volontà di fare tabula rasa tra i consiglieri di amministrazione in modo da incidere con il 9,7% della sua Compagnia in maniera più determinante nella gestione della banca.
In questa situazione non si dovranno fare passi falsi e un occhio di riguardo sarà rivolto a Marcello Sala, il leghista di Monza che siede dentro Intesa come vicepresidente vicario del Consiglio di Gestione.

Se poi qualcuno sarà tentato di spendersi troppo nei confronti del candidato di centrosinistra Ambrosoli, dovrà parlarne prima con l'anziano presidente di Cariplo Giuseppe Guzzetti che ha sempre navigato con perizia tra i "barbari" della Lega e le diverse anime della sinistra.

3- PRIMA DI TORNARSENE A CASA, IL MINISTRO DELL'AGRICOLTURA MARIO CATANIA POTREBBE USARE LA SCOPA PER DARE UN COLPO FINALE DI PULIZIA NEL SUO MINISTERO

Prima di tornarsene a casa a bordo della Volkswagen comprata nel 2004, il ministro dell'Agricoltura Mario Catania potrebbe usare la scopa per dare un colpo finale di pulizia nel suo ministero.

Da tempo questo tecnico 60enne che ama il profilo basso è martellato da interrogazioni e trasmissioni televisive sulla gestione dell'Agea, la società che gestisce i 6 miliardi delle quote latte per gli agricoltori. A maggio dell'anno scorso la Giovanna d'Arco dei poveri, Milena Gabanelli, creò un casino enorme con la trasmissione di Report "Porca vacca" in cui squarciava il velo sui comportamenti disinvolti dell'allora presidente di Agea, il calabrese leghista Dario Fruscio, e di alcuni manager coperti dalla politica e da favolosi contratti.

Dopo la trasmissione della Gabanelli arrivò in Parlamento un fiume di interrogazioni e il ministro Catania insediò il 1° giugno una commissione d'inchiesta sostituendo l'incazzoso Fruscio con Guido Tampieri, un bolognese amico di Prodi e dell'ex-ministro dell'Agricoltura De Castro. Con l'arrivo di questo personaggio, stimato per la competenza accumulata per oltre vent'anni in materia di agricoltura, sembrava che la pulizia fosse finita.

In realtà Catania ha dato un colpo di scopa a metà perché nelle stanze del suo ministero e dell'Agea continua a imperversare Paolo Gulinelli, un manager romano assunto da Alemanno nel 2006 con un contratto che prevede in caso di licenziamento 48 stipendi da 250mila euro.

Nell'agosto 2011 a questo Gulinelli fu revocata la carica di direttore generale di SIN, la società che gestisce per conto del ministero la piattaforma informatica utilizzata per la gestione delle quote latte, ma nonostante l'esautoramento e un rapporto di 16 pagine che Kpmg ha presentato a febbraio dell'anno scorso per denunciare la disinvoltura del personaggio, la sua ombra continua ad essere appollaiata sulle spalle dell'ineffabile ministro.

Adesso sembra che al settimanale "l'Espresso" sia arrivata una documentazione clamorosa sulle spese che Gulinelli ha sostenuto utilizzando la carta di credito. L'elenco è impressionante e ricorda quelli scoperti negli scandali dell'ex-tesoriere della Lega Belsito e di Batman Fiorito alla Regione Lazio. Con i soldi dell'azienda ha fatto incursione nelle profumerie della Capitale, ha acquistato biglietti del cinema,si è concesso occhiali di qualità nei grandi magazzini di Madrid e presso le migliori enoteche (per non parlare dei biglietti per i traghetti verso la Croazia e la Turchia e le puntatine gastronomiche nei ristoranti di Roccaraso e di Milano).

Forse è arrivato il momento per il ministro Catania di valutare da tecnico il tempo tecnico necessario per liberarsi una volta per tutte da questo personaggio. Se la volontà lo assiste l'incredibile stagione del discusso manager potrebbe chiudersi in cinque minuti.

4- CHI VIGILAVA LA TARANTOLA MENTRE MUSSARI FIRMAVA DEVASTANTI ACCORDI SEGRETI SUI DERIVATI?
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che l'onda lunga dello scandalo MontePaschi è arrivata a lambire il settimo piano della Rai a viale Mazzini.
dove si trova l'ufficio di Anna Maria Tarantola, la manager di Casalpusterlengo che a giugno è diventata presidente della Rai.

Il vento di Siena le ha scompigliato ieri il baldacchino ottocentesco della capigliatura perché qualcuno si è ricordato che la signora nel 1971 ha iniziato la sua carriera nell'ufficio Vigilanza della sede di Milano della Banca d'Italia. La sua esperienza è continuata nella succursale di Varese poi a Brescia e Bologna e infine alla direzione generale della Banca d'Italia dove si è occupata di Vigilanza proprio negli anni in cui Peppiniello Mussari e i dirigenti di MontePaschi firmavano accordi segreti e devastanti sui derivati".

 

ALESSANDRO PROFUMO E MOGLIE SABINA RATTI Federico Ghizzoni Unicredit ROBERTO NICASTRO DIRETTORE GENERALE UNICREDITGIUSEPPE MUSSARI ABU DHABIaabar logo FONDO PAMPLONALUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO berlusconi, santoroMARCO TRONCHETTI PROVERA Giovanni Bazoli ENRICO CUCCHIANI A CERNOBBIO jpegSergio Chiamparino GIUSEPPE MUSSARI GIUSEPPE GUZZETTI resize mario catania milena gabanelli PAOLO GULINELLI jpegANNA MARIA TARANTOLA

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