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ORCEL NON MOLLA: “NON POSSIAMO ACCETTARE L’AFFERMAZIONE SECONDO CUI SAREMMO UNA MINACCIA PER LA SICUREZZA NAZIONALE” – L’AD DI UNICREDIT SPIEGA IL RICORSO DELLA BANCA AL CONSIGLIO DI STATO CONTRO LO STOP DEL GOVERNO ALLA SCALATA DI BPM: “NON È UNO SCONTRO, MA IL CDA HA IL DOVERE DI CHIUDERE IL CERCHIO SULL’ACCADUTO E DI OTTENERE CHIAREZZA LEGALE” – “COMMERZBANK? SE A UN CERTO PUNTO LE PARTI INTERESSATE SARANNO APERTE A DISCUTERE DELL’ENORME VALORE CHE POTREMMO GENERARE, NOI SAREMO LÌ” – “IN RUSSIA LA SFIDA È NON ESSERE NAZIONALIZZATI, NON HO INTENZIONE DI FARE REGALI…”

ORCEL, 'PIÙ EUROPA È FRAMMENTATA MENO SI È FORTI COME BANCA'

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

(ANSA) - "Più l'Europa è frammentata, meno si è forti come banca. Più il mio capitale è vincolato in 13 paesi e non posso spostarlo liberamente da un paese all'altro, più la mia liquidità è vincolata in 13 paesi e non posso spostarla liberamente da un paese all'altro, più non possiamo sfruttare la scala per diventare più forti e diversificarci".

 

Così il ceo di Unicredit, Andrea Orcel al 'Sixth ECB Forum on Banking Supervision 2025' a Francoforte.

 

"Siamo tutti d'accordo, che se l'Europa - evidenzia Orcel - crescesse in un'economia più forte, se avessimo un'unione bancaria, se avessimo un'unione dei mercati dei capitali forte, se molti dei rischi che attualmente gravano sui bilanci delle banche fossero distribuiti in modo più ampio, la forza generale aumenterebbe".

 

UNICREDIT IN RUSSIA

"Questo - sottolinea - non significa che non siamo forti al momento, ma significa che dobbiamo guardare alle cose in modo molto, molto diverso".

 

ORCEL, 'IN RUSSIA SFIDA È EVITARE LA NAZIONALIZZAZIONE'

(ANSA) -  Gestire le sanzioni sulla Russia "richiede uno sforzo galattico di conformità per assicurarsi di non commettere errori. È una sfida enorme. La seconda sfida, almeno per noi, è quella di non essere nazionalizzati. Io non ho intenzione di fare regali ai russi". Così il ceo di Unicredit, Andrea Orcel al 'Sixth ECB Forum on Banking Supervision 2025' a Francoforte.

 

unicredit commerzbank

"Perché se commettessimo quegli errori - spiega Orcel - consegneremmo legalmente su un piatto d'argento i 3,8 miliardi di capitale che ho lì dentro.

 

E non ho alcuna intenzione di farlo. Non solo per i miei azionisti, ma anche moralmente, come persona proveniente dall'Occidente Si tratta di contanti perché è tutto capitale in eccesso".

 

Orcel ricorda quindi che quando è iniziata la guerra "avevamo circa il 6% dei nostri prestiti e prestiti locali e depositi in Russia. Avevamo quattro miliardi e mezzo di prestiti transfrontalieri alle aziende russe.

 

Andrea Orcel

Se si passa rapidamente ad oggi, abbiamo lo 0,2% dei nostri prestiti in Russia, lo 0,2% dei nostri depositi". Inoltre "non abbiamo concesso nuovi prestiti dal momento dell'invasione.

 

Abbiamo circa 700 milioni in prestiti, di cui 4.500 sono mutui. Altri 200 probabilmente diminuiranno e poi si fermeranno lì e non li rinnoviamo".

 

ORCEL, CHIUDEREMO L'ANNO CON UN UTILE DI 10,5 MILIARDI O PIÙ

(ANSA) - "Pensavamo di chiudere l'anno con 9,3 miliardi di utile. Chiuderemo l'anno a 10 miliardi e mezzo o più". Così il ceo di Unicredit, Andrea Orcel al 'Sixth Ecb Forum on Banking Supervision 2025' a Francoforte. "Nel terzo trimestre abbiamo detto che avremmo sostenuto i costi di integrazione perché il prossimo anno sarà difficile. Anticiperemo alcuni investimenti tecnologici", ricorda Orcel.

 

unicredit 1

UNICREDIT, ORCEL NON CI STA: NON SIAMO UNA MINACCIA PER LA SICUREZZA NAZIONALE

Estratto dell’articolo di Francesco Bertolino per il “Corriere della Sera”

 

Per Andrea Orcel «il capitolo Bpm è chiuso». UniCredit non ci sta però a passare per il cattivo della storia.

 

«Non possiamo accettare l’affermazione secondo cui saremmo una minaccia per la sicurezza nazionale», ha detto il ceo della banca nel giustificare il ricorso presentato al Consiglio di Stato contro il golden power del governo che, di fatto, ha bloccato la scalata a Bpm.

 

«Non è uno scontro, ma il cda ha il dovere di chiudere il cerchio sull’accaduto e di ottenere chiarezza legale», ha aggiunto Orcel durante l’evento Future of Finance di Bloomberg. Sulla vicenda golden power, peraltro, pende anche una procedura in sede europea, anche se la decisione della Commissione Ue a riguardo non pare imminente.

 

Ieri, intanto, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha incontrato la commissaria Ue ai servizi finanziari, Maria Luís Albuquerque.

ANDREA ORCEL

 

L’addio a Banco Bpm non mette però la parola fine alle acquisizioni di UniCredit in Europa — «Siamo la banca con più opzioni m&a perché operiamo in 13 mercati» — purché alle giuste condizioni e purché generi più valore di quanto UniCredit sia in grado di fare da sola.

 

Orcel ha portato l’esempio di Commerzbank, di cui l’istituto è socio al 26% con facoltà di salire al 29,9%. «Abbiamo investito 6,5 miliardi per costruire la partecipazione che ci dà un ritorno del 20%», ha calcolato.

 

«Per avere lo stesso rendimento avremmo dovuto comprare nostre azioni per 13 miliardi, il doppio». Anche in Germania, però, le ambizioni di UniCredit si sono scontrate con l’opposizione non solo della preda — Commerz — ma anche del governo di Berlino.

 

«Se a un certo punto le parti interessate saranno aperte a discutere dell’enorme valore che potremmo generare per l’Europa e la Germania, noi saremo lì», ha chiarito Orcel.

unicredit 2

Quanto ai piani «interni» di UniCredit, Orcel ha detto di voler spingere sull’innovazione, notando che la quinta banca in Italia per clienti è una fintech, Revolut. «Se non sei in grado di batterle, le fintech finiranno per mangiarti», ha avvertito.

 

Che ha lanciato un monito anche ad Amundi, con il quale la banca ha un accordo sulla gestione del risparmio in scadenza nel 2027. «Alla fine del contratto la domanda chiave è se Amundi sarà un partner, le cose andranno in una certa direzione. Se saranno fornitori, andranno in un’altra». […]

amundi - asset management

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