PIAZZA AFFARI +1%, SI SCOMMETTE SUGLI AIUTI ALLA SPAGNA - SPREAD IN LIEVE RIALZO (345) - TUTTI SERENI! DOPO MEDIOBANCA, ANCHE IL PATTO RCS (CONVOCATO DI CORSA) FA FINTA CHE TUTTO VADA BENE: PRENDIAMO ATTO CHE DELLA VALLE VUOLE CRESCERE - PARMALAT CHIUDE 3 IMPIANTI MA PROMETTE 180 MLN DI INVESTIMENTI - WIND RITIRA IL PIANO DI CESSIONE DELLA RETE - IN BAHRAIN INDAGINI SU QUOTE LIBICHE IN ENI E UNICREDIT - SOCIAL BOND PER SANT’EGIDIO…

1 - BORSA: LISTINI UE CHIUDONO IN RIALZO, SI SCOMMETTE SU AIUTI A SPAGNA
Radiocor - I listini europei chiudono la settimana in rialzo spinti dalle prospettive che la Spagna chieda aiuti alla comunita' internazionale e dall'apertura positiva di Wall Street. Francoforte e Parigi hanno guadagnato oltre mezzo punto mentre Madrid si e' avvicinata al 2%. A Milano, il Ftse Mib ha guadagnato l'1,02% e il Ftse All Share l'1%.

Bene in particolare le banche dopo che il direttore dell'Fmi, Christine Lagarde, ha detto di ritenere che servano meno dei 100 miliardi prospettati inizialmente per salvare gli istituti di credito iberici. Mps ha cosi' chiuso in rialzo del 4,2%, Banco Popolare del 3,1% e Intesa Sanpaolo del 2,5%. In evidenza anche Mediobanca (+3,3%) che ieri ha pubblicato i conti. Sono continuate, invece, le prese di beneficio per A2a (-0,83%) che la scorsa settimana aveva toccato i massimi da giugno. Sul mercato dei cambi, l'euro ha chiuso sotto 1,3 dollari per la prima volta a 1,2994 (1,2947) e a 101,55 yen (101,29) mentre il rapporto fra dollaro e yen si e' attes tato a 78,17 (78,24). Per quanto riguarda il greggio, il Wti ha guadagnato lo 0,71% a 93,08 dollari

2 - SPREAD BTP CHIUDE A 345 PUNTI BASE
(ANSA) - Lo spread tra il btp e il bund tedesco chiude a 345 punti base contro i 341 di ieri. Il tasso sul decennale si attesta al 5,04%. In rialzo a 416 punti il differenziale della Spagna, col rendimento dei Bonos al 5,76%.

3 - PARMALAT: CHIUDE 3 STABILIMENTI, PIANO SOCIALE PER ESUBERI
(ANSA) - La Parmalat chiude tre stabilimenti in Italia (Genova, Villaguardia in provincia di Como e Cilavegna in provincia di Pavia), ma è pronta a mettere in atto d'intesa coi sindacati un piano sociale per limitare l'impatto occupazionale. Le parti sociali - si legge in una nota del gruppo di Collecchio, di proprietà della francese Lactalis - si sono già attivate presso il ministero del Lavoro per definire nei prossimi giorni degli strumenti previsti, con particolare riferimento agli ammortizzatori sociali necessari per la realizzazione del piano sociale.

Il piano sociale annunciato da Parmalat per far fronte alle ricadute occupazionali della concentrazione produttiva dei tre impianti prevede il ricorso alla mobilità interna infra-gruppo e il trasferimento di personale presso operatori logistici terzi, garantendo un sostegno di tipo anche anche formativo. Per quanto riguarda l'impianto di Villaguardia è previsto inoltre il potenziamento del polo logistico ed eventualmente il ricorso allo strumento del 'new-placement' a cura di una società specializzata nella ricollocazione del personale. Quanto al sito produttivo di Genova, Parmalat è disponibile a "favorire forme di utilizzo diverse dall'attuale, da parte di soggetti imprenditoriali in grado di svolgere attività che possano ricreare occupazione sul territorio".

Tra queste viene indicato un progetto già ricevuto dal gruppo per la cessione del terreno e dell'immobile, finalizzata alla realizzazione di attività di natura commerciale. Secondo Parmalat, una volta ricevute le autorizzazioni da parte delle autorità competenti, il progetto può prevedere, oltre all'assorbimento dei lavoratori in esubero, anche la creazione di circa 100 posti di lavoro aggiuntivi.

La società ha anche garantito che proseguirà l'acquisto della materia prima latte di produzione locale, in quantità in linea con i conferimenti attuali, dal momento - spiega la nota - che non è previsto un ridimensionamento produttivo ma solo un trasferimento delle produzioni. Antonio Vanoli, direttore generale per le attività operative del gruppo di Collecchio, spiega che "Parmalat ha presentato un piano operativo triennale che da un lato riafferma la centralità dell'Italia con obiettivi di crescita e dall'altro intende, con il contributo di tutti, fronteggiare le ricadute occupazionali, anche mediante politiche di ricollocamento sul territorio".

4 - PARMALAT: GRUPPO A SINDACATI, 180 MLN INVESTIMENTI IN 3 ANNI IN ITALIA
Radiocor - La nuova gestione di Parmalat targata Lactalis punta sull'Italia. Nel corso dell'incontro che si e' tenuto questa mattina al ministero dello Sviluppo economico con i sindacati, l'azienda, secondo quanto risulta a Radiocor, ha presentato un piano sull'Italia che prevede 180 milioni di investimenti nei prossimi tre anni.

Circa la meta' di questa somma andra' per gli impianti mentre la parte restante sara' sul marketing per sostenere le quote di mercato. Per i prossimi mesi, l'investimento principale sara' il nuovo impianto di latte Uht (a lunga conservazione) previsto a Collecchio. Sempre nella cittadina parmigiana si lavorera' anche al restailing della Santal. Parmalat ha confermato, d'altra parte, l'intenzione di chiudere i tre stabilimenti di Como, Pavia e Genova, ma i sindacati sono fiduciosi di riuscire a trovare soluzioni per evitare impatti occupazionali.

5 - SPAGNA: COLLOCATI BOND PER 3 MLD, FONDI ANDRANNO ALLE REGIONI
Radiocor - Il Tesoro spagnolo ha raccolto tramite un collocamento privato di bond 3 miliardi di euro, somma che servira' a finanziare un fondo di aiuto alle regioni in difficolta'. Secondo quanto reso noto dal Tesoro, l'emissione 'e' stata sottoscritta quasi completamente dalle banche del paese'. 'Questa emissione - prosegue la nota del ministero dell'Economia - sara' completata da un altro collocamento privato da 5 miliardi di euro che verra' effettuato alla meta' di ottobre'. Il fondo, la cui genesi era stata annunciata a luglio, sara' dotato inizialmente di fondi per 18 miliardi.

6 - RCS:IN PATTO ATMOSFERA SERENA, POSITIVO INCONTRO CON A.D. E PRESIDENTE
Radiocor - 'Il patto ha funzionato bene', 'atmosfera serena', 'molto positiva l'impressione data dal nuovo consigliere delegato, che ha preso in mano la situazione ed e' stato brillante nell'esposizione'. Dalla riunione del patto di sindacato di Rcs Mediagroup, secondo le fonti interpellate dall'Agenzia Radiocor, esce un quadro positivo, con soci coesi e tuttavia consapevoli che i dati sull'andamento del settore, e in particolare del gruppo, non sono rassicuranti.

Ma i soci, che blindano il 58,138% del capitale di Rcs, hanno raccolto un'impressione di massima efficienza dalla nuova guida operativa, l'a.d. Pietro Scott Jovane, insediato nel luglio scorso, invitato a partecipare alla riunione insieme al presidente di Rcs, Angelo Provasoli. Di aumento di capitale per ora non si parla in attesa del piano industriale, 'si attende l'assemblea di ottobre che sara' l'occasione per fare un po' i conti e decidere' prendendo in considerazione - sottolinea qualcuno - 'i 240 milioni di euro di liquidit a' entrati in cassa con la vendita di Flammarion' che hanno ridotto 'di circa il 20% l'indebitamento'. Certamente su questo fronte le posizioni fra piccoli e grandi azionisti e' differente, sia per le diverse disponibilita' finanziarie che per la conseguente diluizione delle partecipazioni.

Composto e senza polemiche, secondo quanto riportato da fonti vicine, anche il dibattito sul rafforzamento del socio (esterno al Patto) Diego Della Valle che in pochi giorni ha rastrellato oltre il 3% del capitale portandosi all'8,7%. I soci del patto hanno preso atto della crescita del patron della Tod's che nella scorsa primavera aveva abbandonato il 'conclave' sbattendo la porta, ma nessuno avrebbe avanzato interpretazioni o polemiche: 'certo si e' parlato del problema del flottante - affermano le fonti - e del fatto che Della Valle potrebbe continuare a comprare, ma non ci sono state discussioni in merito'. La convinzione diffusa e' che Della Valle possa essere gia' vicino al 10% ma si attendono le comunicazioni uffic iali.

7 - WIND: PUNTA A RITIRO PIANO CESSIONE RETE, VERSO TAGLIO COSTI DA 45MLN
Radiocor - Wind Telecomunicazioni va verso il definitivo ritiro del piano di esternalizzazione della rete. Il progetto era stato congelato a gennaio scorso ma il nuovo management, guidato da Maximo Ibarra, lo aveva nuovamente preso in esame. Ora sul piatto, secondo quanto apprende Radiocor, c'e' un progetto alternativo che prevede un taglio ai costi del lavoro, una sorta di spending review, da 35-45 milioni di euro. Wind punta ad una veloce trattativa, da chiudere nel giro di pochi giorni con i rappresentanti sindacali.

Tutti temi che sicuramente saranno affrontati nell'incontro con le sigle in programma lunedi' prossimo al ministero dello Sviluppo economico. Wind conferma l'incontro con i sindacati durante il quale si discutera' di una serie di temi, tra cui il nuovo assetto dell'originario 'progetto rete'. Il piano di esternalizzazione della rete era stato messo a punto da Wind gia' nella primavera del 2011 e in corsa per acquistare i 1.600 tecnici della rete c'erano due pretendenti: Eri csson e Huawei.

Nella partita era quindi intervenuto il ministero dello Sviluppo economico chiedendo a Wind, all'inizio del 2012, una moratoria di almeno sei mesi. L'azienda aveva accettato la sospensione del processo di esternalizzazione e avviato un dialogo con i sindacati al Ministero dello Sviluppo economico. Poi, con l'arrivo del nuovo amministratore delegato, Maximo Ibarra, che a marzo ha preso il posto del dimissionario Osama Bessada, la possibilita' di esternalizzare era di nuovo tornata in auge.

8 - IL SOCIAL BOND DELL'UBI, PER LA COMUNITÀ SANT'EGIDIO
F.Mas. per il "Corriere della Sera" - Passa anche dalle obbligazioni bancarie la solidarietà: questa è almeno l'idea del gruppo Ubi, che ieri ha lanciato a livello di gruppo un'emissione di «social bond», parte dei cui proventi andranno a finanziare la Comunità di Sant'Egidio, l'organizzazione non profit fondata dall'attuale ministro per la Cooperazione internazionale, Andrea Riccardi.

Forte dell'esperienza maturata con i precedenti otto «social bond» emessi a livello locale dalle banche del gruppo bresciano-bergamasco a partire dallo scorso aprile per complessivi 80 milioni, ieri l'istituto guidato da Victor Massiah ha varato il bond «Ubi comunità per la Comunità di Sant'Egidio», un'emissione quadriennale - destinata a essere trattata sul Mot, sul mercato telematico dei titoli obbligazionari - da 20 milioni di euro a tasso crescente (dal 4% al 5,5% lordo annuo), con il vincolo a destinare lo 0,5% del valore nominale di ogni singola obbligazione per finanziare progetti di Sant'Egidio in tutta Italia a favore degli anziani, per «prevenire l'isolamento sociale e sostenere le loro condizioni di vita», hanno spiegato Elisabeth Rizzotti, responsabile mercato retail di Ubi Banca, e Stefano Carmenati, amministratore della Comunità.

Il vantaggio della banca è duplice: da un lato, per il sostegno al non profit e al terzo settore caratteristico di un'istituzione finanziaria legata agli ambienti cattolici di Brescia e Bergamo; dall'altro, per il gruppo popolare il bond sarà anche un'occasione di finanziamento a tassi un po' più contenuti rispetto a quelli di mercato. E se l'esperimento avrà successo, potrebbe anche essere ripetuto con altri soggetti della cooperazione sociale, diversi dal mondo cattolico.

9 - IN BAHRAIN LE INDAGINI SULLE QUOTE LIBICHE IN ENI E UNICREDIT...
F.Mas. per il "Corriere della Sera" - Non c'è pace per gli investimenti del fondo sovrano libico, Lia, in Italia, rimasti coinvolti in un'indagine internazionale sui capitali che si sospetta siano stati sottratti al governo di Tripoli dalla famiglia del Colonnello Muammar Gheddafi. Dopo oltre sei mesi dal clamoroso sequestro da 1,1 miliardi sotto forma di quote societarie in Eni (0,6%), Unicredit (1,25%), Finmeccanica (2%), Fiat (0,3%), Fiat Industrial (0,3), Juventus (1,5%) oltre a varie proprietà immobiliari compreso un bosco a Pantelleria - disposto dalla Corte d'Appello di Roma su ordine del Tribunale internazionale dell'Aja - , il nuovo board del Lia guidato da Mohsen Derregia non è ancora riuscito a farsi scongelare tutti i beni.

E questo - sottolineano i legali Michael Bosco, Giovanni Battista Bruno e Fabrizio Petrucci - nonostante che i giudici lo scorso luglio abbiano riconosciuto l'illegittimità del sequestro. Finora solo parte del pacchetto è stato liberato: tra quelli più importanti lo 0,6% dell'Eni e, ieri, il dividendo a esso collegato, pari a circa 15 milioni di euro. Per le quote di Unicredit e di Finmeccanica invece si dovrà ancora attendere. Ieri la Corte ha rinviato la decisione al 18 ottobre perché ancora in attesa del rapporto della Guardia di Finanza relativo al possesso delle azioni, visto che esse sono state trasferite presso la Arab banking corporation (Abc) a Manama, nel Bahrain.

Per i legali dei libici si tratta di un errore, visto che la Abc è solo la banca depositaria dei titoli, che restano di proprietà del Lia, e che anche una nuova lettera del comitato per la sicurezza finanziaria del ministero del Tesoro, arrivata nei giorni scorsi, attesterebbe che i beni appartengono al Lia.

10 - L'AUTO ELETTRICA, IL METANO E LE FILIERE NAZIONALI...
S.Agn. per il "Corriere della Sera" - Dice il ministro dell'Ambiente Corrado Clini sulla Fiat: dovrà spiegare al governo perché sull'auto «verde» ha scelto una strada diversa dagli altri costruttori, che si sono lanciati sull'alimentazione elettrica mentre il Lingotto ha scelto quella a metano. È vero: in Italia a spingere sull'auto elettrica, paradossalmente, sono state l'Enel e le utilities come A2A. Se però siamo alla ricerca di «filiere» industriali nazionali (come anche Clini ha riconosciuto, ad esempio sul solare di Rubbia) l'auto a metano non pare disprezzabile: se non altro perché (università di Duisburg) per 100 chilometri con una Fiat Natural Power si spendono 5-6 euro. Solo il 20% di un litro di benzina serve a spingere un auto (Iea). Gli spazi per migliorare, quindi, ci sono e su quello il governo e la Fiat potrebbero lavorare.

 

 

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