jacobini e de bustis pop bari

LA POPOLARE DI BARI HA IL DESTINO SEGNATO? - LA CONSOB ALLERTA LA MAGISTRATURA: L'ISTITUTO HA MESSO UN MURO SUI CONTI, INVECE DI COMUNICARLI AL MERCATO. L'ARIA È DA BUNKER DI HITLER: PIUTTOSTO CHE MOLLARE LA POLTRONA, COME VUOLE IL FONDO INTERBANCARIO, I DIRIGENTI SI FARANNO SALTARE IN ARIA? - LA RABBIA DEGLI AZIONISTI CHE CHIEDONO 1 MILIARDO DI DANNI - DE BUSTIS FA IL PESCE IN BARILE: SONO ARRIVATO DA POCO. MA CHI ERA DG DURANTE L'ERA JACOBINI? (SPOILER: LUI)

 

1 – POPOLARE DI BARI LA CONSOB ALLERTA LA MAGISTRATURA

Andrea Greco per “la Repubblica

 

Si apre l' ennesimo filone di indagine sulla Banca popolare di Bari, targato Consob. L' authority di Borsa ha poco gradito il muro dell' istituto nel comunicare la situazione dei conti al mercato, e lo ha segnalato alla procura barese, che già indaga la banca e i vertici per varie ipotesi di reato.

VINCENZO DE BUSTIS

I magistrati, ricevuta ieri la lettera del presidente Paolo Savona, l' avrebbero girata alla Gdf affinché valuti la situazione. Per ora non ci sono indagati, ma in caso di riscontri l' ipotesi di reato sarebbe manipolazione del mercato.

 

Sono sviluppi frutto di una settimana di duelli tra la Consob (anche se le azioni baresi sono sospese, sulla piattaforma Hi-Mtf si negozia un bond da 213 milioni con scadenza 2021) e una banca chiusa a riccio, forse temendo che l' uscita dei dati provochi fughe dei depositi (oltre 2 miliardi di euro sono in conti correnti sopra i 100 mila euro, soggetti al bail in dopo un dissesto). La settimana scorsa la Consob, ai sensi dell' art. 114 del Testo unico della finanza, sulle comunicazioni al pubblico "senza indugio", aveva chiesto a Bari di fotografare lo stato dei conti e del patrimonio.

 

Uno stato più che critico, tanto che servirà fino a un miliardo di euro per il rilancio, e Bankitalia starebbe valutando se può decollare il piano che vede il Fondo tutela depositi e la banca pubblica Mcc versarli in tandem, o se prima è il caso di commissariare l' istituto. Il decreto del governo per il salvataggio, che passa per la dotazione di fondi fino a mezzo miliardo a Mcc, sarebbe già pronto: se ne potrebbe parlare già lunedì a Palazzo Chigi.

marco jacobini 3

 

La risposta di Bari alla Consob, a stretto giro, è stata un' istanza di revoca, per privilegiare la stabilità sulla trasparenza al mercato. Consob non ha accettato la richiesta, ribadendo la necessità di una comunicazione. A quel punto, la Popolare avrebbe chiesto un' istanza di ritardo, ai sensi della direttiva comunitaria Mar, che contempla la dilazione nel diffondere dati sensibili in caso ciò possa creare problemi.

 

Ma un paio di giorni dopo questa istanza, intervistato sul Corriere della Sera , l' ad Vincenzo De Bustis ha fornito alcuni dati, tra cui un fabbisogno di patrimonio «fra 800 milioni e un miliardo». Il manager ex Mps e Deutsche Bank aveva aggiunto: «La banca ha perso un miliardo di euro e lo si può attribuire in parte alla recessione ma per altro a una gestione creditizia al di fuori delle regole, negli ultimi tre o quattro anni», parlando di «enclave ristretta» e di organi sociali «all' oscuro» per via di verbali «addomesticati e non veritieri » del comitato crediti.

 

A questo punto il presidente della Consob ha scritto agli inquirenti per informarli della corrispondenza, nello spirito di collaborazione tra l' authority e la procura, che ha in piedi inchieste rilevanti con 10 indagati (tra cui a vario titolo i tre membri della famiglia Jacobini e l' ad De Bustis) per svariate ipotesi di reato societario.

de bustis ai tempi di Mps

 

Ieri è stata anche un' altra giornata di consiglio per la Popolare, che già mercoledì aveva tenuto una seduta fiume per esaminare alcune poste di bilancio. È stato avviato il dossier per l' azione di responsabilità contro l' ex ad Giorgio Papa e due ex dirigenti Gianluca Jacobini (figlio dell' ex presidente Marco Jacobini) e Nicola Loperfido. Sembra che il cda abbia dato mandato a un revisore legale di analizzare la praticabilità dell' operazione, che per partire dev' essere votata dall' assemblea.

Secondo il Piano di riassetto Bankitalia, l' assemblea si dovrebbe convocare l' 8 marzo per votare bilancio 2019, ricapitalizzazione e la trasformazione della popolare in spa. Non è detto che sia facile per il cda "incastrare" chi è stato accusato ieri: anche perché il dg Gregorio Monachino dal 1999 è stato quasi ininterrottamente coinvolto nella gestione dei crediti baresi, e lo stesso De Bustis aveva già guidato la Bari dal 2010 al 2015. Ovvio che l' ultima parola spetterà agli azionisti dell' anno prossimo: che in ogni caso difficilmente coincideranno con i 70 mila soci attuali, a rischio di perdere tutto.

 

Intanto il consigliere Francesco Ago, avvocato dello studio Chiomenti, si sarebbe dimesso lo scorso fine settimana con comunicazione alla banca, ufficialmente per motivi personali.

 

 

2 – VI RACCONTO LA RABBIA DI AZIONISTI E OBBLIGAZIONISTI DELLA POPOLARE DI BARI

Manola Piras per www.startmag.it

 

Conversazione di Start Magazine con l’avvocato Domenico Romito, primo legale ad attivarsi contro l’istituto a tutela di azionisti e obbligazionisti della Popolare di Bari

 

 

La Popolare di Bari versa in condizioni molto complicate da cui può uscire solo con un deciso cambio di passo. Ne è convinto Domenico Romito, responsabile nazionale dell’associazione Avvocati dei Consumatori, primo legale ad attivarsi contro l’istituto di credito pugliese e a denunciarne la situazione di default. Su sua richiesta, tra l’altro, è stato di recente nominato il rappresentante degli obbligazionisti della banca.

 

marco jacobini 3

In un contesto assai difficile dal punto di vista di governance e di conto economico, la Popolare di Bari deve pure fare i conti con la questione delle azioni illiquide (scambiate sulla piattaforma Hi-Mtf e così chiamate perché non c’è un mercato di riferimento) di cui sono titolari tanti soci e obbligazionisti che non è certo se e quando potranno rientrare in possesso del proprio denaro vista la situazione finanziaria dell’istituto.

 

COS’E’ SUCCESSO AGLI AZIONISTI E AGLI OBBLIGAZIONISTI DI BARI

“Il valore delle azioni – spiega Romito in un’intervista a Start Magazine – è passato da un prezzo pagato fino a 9,53 euro – soprattutto in riferimento all’aumento di capitale del 2014-2015 – che negli anni si è praticamente azzerato. La quotazione della piattaforma Hi-Mtf, un piccolo borsino in cui ci sono soprattutto titoli delle banche popolari, era già irrealistica. Poi, con l’aggravarsi della situazione, il titolo è stato sospeso”.

banca popolare di bari 5

 

E sul fatto che la quotazione fosse irrealistica, chiarisce l’avvocato, “ci ha dato ragione la Corte d’Appello di Bari visto che per quanto riguarda l’aumento di capitale 2014-2015 era superiore all’ipotesi più rosea stimata dalla società incaricata”. Inoltre, secondo Romito la Popolare guidata da Vincenzo De Bustis “si è servita di un profilo di rischio alterato. In 26mila casi abbiamo rilevato un profilo di rischio basso ma solo 300 risparmiatori hanno avuto l’attribuzione di un profilo di rischio del genere perché hanno detto di avere un’esigenza di liquidità”.

 

Sul caso sta indagando attualmente la Procura della Repubblica – e anzi “l’iniziativa è prossima alla conclusione”, assicura – perché molti titolari hanno presentato denuncia per truffa “ed in effetti questo tipo di vendita massiva potrebbe presentare profili penalmente rilevanti”.

 

Ma chi sono questi azionisti e obbligazionisti? Si tratta di “semplici risparmiatori che sono stati sollecitati a vario titolo a investire in azioni della stessa banca in contrasto con la normativa Esma (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, ndr) e con quella della Consob, che ha accolto le raccomandazioni dell’Esma e ha dato indicazioni stringenti imponendo una procedura di vendita molto dettagliata”. Attenzione, però: il problema non riguarda solo la banca pugliese: “La nostra iniziativa si estende oltre la Popolare di Bari, ci sono altri istituti come la Popolare di Ragusa o la Popolare del Lazio che si trovano in situazioni analoghe”.

banca popolare di bari 6

 

LO SCAVALCAMENTO NELLA VENDITA

Oltre al fatto che i titoli hanno perso valore c’è poi il problema dello scavalcamento nell’ordine di vendita: molti hanno chiesto di vendere i titoli in proprio possesso ma si sono visti scavalcare nella fila da altri. Risultato: più il tempo passava, più diminuiva il valore e si perdevano soldi. “Su questo abbiamo vinto la causa – evidenzia Romito – e la Popolare di Bari ha dovuto fornire 70mila pagine di documenti da cui si evince una violazione del diritto di precedenza”. Da qui l’azione collettiva per il risarcimento del danno “che – se circoscriviamo solo agli ultimi aumenti di capitale, diciamo dal 2009 – è di oltre 1 miliardo”.

 

L’APPELLO ALLA BANCA

Una cifra non piccola per una banca che già versa in gravi condizioni. “Abbiamo fiducia nel giudice del Tribunale di Bari ma siamo convinti che non si debbano attendere le sentenze e che si debbano invece trovare altre soluzioni. E’ impensabile che queste persone debbano rivolgersi alla magistratura per avere soddisfazione” nota l’avvocato che chiede “un cambio di passo da parte della banca perché affronti il problema in maniera seria e fornisca una possibilità di ristoro. Parliamo di una banca che ha titoli che non valgono più nulla”. Peraltro, ricorda, “l’Unione europea favorisce questi risarcimenti dove ci sono state violazioni di massa come, secondo noi, è accaduto in questo caso”.

 

IL PROBLEMA DELLA PRESCRIZIONE

banca popolare di bari 3

A tutti gli azionisti e gli obbligazionisti dell’istituto, inoltre, l’avvocato Romito raccomanda di inviare una lettera alla banca in forma di raccomandata “per interrompere la prescrizione”. “Suggerisco di mandare la lettera di messa in mora perché non si può sapere da quando decorreranno le prescrizioni e a maggior ragione nel caso di chi ha partecipato all’aumento di capitale del 2009”. Per farlo ci si può affidare allo sportello telematico dell’associazione scrivendo all’indirizzo mail info@avvocatideiconsumatori.it

 

E PER IL FUTURO DI POPOLARE DI BARI?

Per quanto riguarda il futuro della Popolare di Bari, anche in questo caso “serve un cambio di passo”. Intanto, dice Romito, “occorre trasformarla in spa e però bisogna vedere chi crede nel progetto. Servono soggetti privati e pubblici che si facciano carico del rilancio della banca senza frapporre ulteriori indugi. Questo clima di incertezza danneggia l’istituto, mina la fiducia dei clienti e di conseguenza si rischia un depauperamento in termini di risorse e di correntisti”.

Ultimi Dagoreport

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...