
“L’UE NON HA PIÙ TEMPO, DEVE DIRE ALLE IMPRESE SE L'EUROPA LE VUOLE O DOBBIAMO ANDARE ALTROVE” – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI: “L'EUROPA NON PUÒ RIMANERE FERMA E FAR FINTA DI NIENTE. DIETRO LE DECISIONI CI SONO VITE REALI, E IL RISCHIO È CHE LE IMPRESE NON REGGANO AI DAZI. È GIUSTO FIRMARE GLI ACCORDI, MA BISOGNA GARANTIRE UN MARGINE DI TEMPO PER RIORGANIZZARE LA LOGISTICA.” – “L’OBIETTIVO DI TRUMP È LA INDUSTRIALIZZAZIONE DEGLI STATI UNITI A SCAPITO DELLA DEINDUSTRIALIZZAZIONE EUROPEA. IL VERO ANTIDOTO È CERCARE SUBITO NUOVI MERCATI. ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO CON IL MERCOSUR, INTESA CON L'INDIA, RAFFORZARE I RAPPORTI CON EMIRATI E ARABIA SAUDITA. E, FONDAMENTALE, IL COSTO DELL'ENERGIA. SERVE UNA RISPOSTA IMMEDIATA. È DECISIVO”
Estratto dell’articolo di Giuseppe Bottero per “La Stampa”
EMANUELE ORSINI ALL INIZIATIVA Piano industriale per l'Italia e l'Europa di Forza Italia
«Tutto il quadro dell'accordo non è chiaro. Viviamo in una situazione di incertezza che, ovviamente, genera preoccupazione. Ci sono merci in viaggio, la traversata dura 17 giorni, e non sappiamo ancora cosa succederà quando le navi arriveranno in America», dice Emanuele Orsini.
Il suo ragionamento […] parte da un presupposto: «Per ottenere un accordo commerciale servono anni. In questo caso, tutto si è risolto in un botta e risposta di qualche settimana». Nel mirino c'è «l'inaffidabilità» dei nostri partner storici, ma anche una certa lentezza dell'Unione europea. L'industria, aggiunge, vive una «situazione d'emergenza» e servono «soluzioni e compensazioni», subito.
Presidente, a cosa pensa?
URSULA VON DER LEYEN - DONALD TRUMP
«Non possiamo sprecare soldi pubblici. Serve un'analisi approfondita, settore per settore, e l'Europa deve mettere in campo un piano. Può delegare ai singoli governi la valutazione dei danni, ma di certo non può rimanere ferma e far finta di niente».
In realtà si sapeva che un'intesa del genere sarebbe arrivata...
«Certo, ma dietro le decisioni ci sono vite reali, e il rischio è che le imprese non reggano. È giusto firmare gli accordi, ma bisogna garantire un margine di tempo per riorganizzare la logistica.
EMANUELE ORSINI – ASSEMBLEA DI CONFINDUSTRIA – FOTO LAPRESSE
Le faccio un esempio, da imprenditore: se sono veloce e devo spedire un container da Livorno, impiego una settimana. Poi ce ne vogliono almeno due per la traversata e un'altra per lo scarico. Aggiungo: siamo stati i primi a dire che il problema non è solo quello dei dazi, ma anche quello del cambio.
Bisogna dare il giusto tempo. Non è possibile che, da un giorno all'altro, cambi tutto. Quando entriamo in azienda dobbiamo organizzare le spedizioni, analizzare i contratti. Se sono un fornitore costante e mando il materiale ogni mese, cosa faccio quando, di colpo, il mio margine rischia di dimezzarsi?».
Cosa deve fare l'Europa?
«Bisogna muoversi su quattro livelli. Come dicevo, questo è il momento dell'emergenza, e servono antidoti e correttivi seri […]. Occorrono un'analisi e un intervento molto serio. Secondo punto: a livello europeo è inevitabile che i nostri prodotti diventino meno competitivi.
La previsione è che il dollaro si svaluti fino al 20% e, se così sarà, è evidente che diventerà un problema. Terzo: bisogna aggredire la burocrazia europea, un dazio interno auto-imposto che vale il 6-7% del Pil. Infine, chiediamo sin da maggio un piano straordinario non solo per il riarmo, ma anche per l'industria».
VIGNETTA ELLEKAPPA - TRUMP E L'ACCORDO SUI DAZI CON URSULA VON DER LEYEN
Finora non vi hanno ascoltati.
«Non so se è chiaro o no, ma l'obiettivo vero qui è la industrializzazione degli Stati Uniti a scapito della deindustrializzazione europea. L'Ue non ha più tempo, deve dire alle imprese se l'Europa le vuole o dobbiamo andare altrove. Abbiamo detto in assemblea: serve un Next Generation per l'industria europea, e bisogna andare in deroga al Patto di stabilità perché fare impresa è crescita sociale».
È una partita complessa. Un intervento del genere sarebbe sufficiente?
«Guardi, i grandi fondi investono dove la moneta è forte. Ci aspettiamo che in Europa arrivino miliardi, quindi bisogna emettere subito gli eurobond per sostenere un grande piano industriale straordinario europeo».
E l'Italia? Al momento si è parlato soprattutto di ristori...
EMANUELE ORSINI ALL INIZIATIVA Piano industriale per l'Italia e l'Europa di Forza Italia
«Stanno finendo tutti gli incentivi alle imprese che non sono incentivi, si badi bene, ma vere e proprie leve. Occorre rimettere al centro il tema degli investimenti, utilizzando i fondi del Pnrr. Il modello è quello della Zes unica e del credito d'imposta adottato per il Sud. Con uno stanziamento pubblico di 4,8 miliardi in due anni, ha generato 28 miliardi di investimenti e 35.000 nuove assunzioni. […]».
[…] Da uomo di azienda: come si affrontano, oggi, i mercati?
«Dobbiamo spiegare ai nostri imprenditori che il vero antidoto è cercare subito nuovi mercati. Sappiamo che non avranno la stessa capacità di spesa degli Stati Uniti, ma io dico: accordo di libero scambio con il Mercosur, intesa con l'India, rafforzare i rapporti con Emirati e Arabia Saudita. È fondamentale. E c'è un altro punto chiave».
METTI IL DAZIO TOGLI IL DAZIO - MEME SU TRUMP
Quale?
«Il costo dell'energia. Serve una risposta immediata. È decisivo».
meloni trump g7 canada
L INSTABILITA ECONOMICA BY TRUMP - ILLUSTRAZIONE DEL FINANCIAL TIMES
donald trump - dazi
giorgia meloni e donald trump - vignetta by altan
meloni trump g7 canada