mohamed ali ismail turki

SEGNATEVI QUESTO NOME, MOHAMED ALI ISMAIL TURKI, PERCHÉ APPARTIENE A UN INGEGNERE SAUDITA CHE STA PER COMPRARE LA BANCA “CIS” DI SAN MARINO - NON SOLO: HA PROMESSO ALTRE CENTINAIA DI MILIONI PER UN AEROPORTO INTERNAZIONALE, HOTEL A CINQUE STELLE E UN NUOVO OSPEDALE - MA SE CERCATE NOTIZIE IN RETE SU DI LUI, NON TROVERETE NULLA…

Federico Fubini per “l’Economia – Corriere della Sera”

 

MOHAMED ALI ISMAIL TURKI

Mohamed Ali Ismail Turki: segnatevi questo nome, perché appartiene a una persona in grado di spendere centinaia di milioni di euro con la facilità con cui altri bevono un thè. Segnatevelo, sì. Ma non tentate una ricerca in rete per capire chi sia questo ingegnere saudita, perché al di fuori della Repubblica di San Marino sembrerebbe sconosciuto. Non esistono o quasi su Internet riferimenti al suo nome, almeno non al di fuori dell' alfabeto arabo.

 

Eppure nella rocca del Titano Ali Turki si prepara a comprare una banca, la Cis, al cuore di un sistema ormai considerato al collasso. Ora alla stampa locale l' ingegnere saudita promette molto di più: altre centinaia di milioni per un aeroporto internazionale della Repubblica di San Marino (ma a Rimini), la costruzione di hotel a cinque stelle e un nuovo ospedale. «Ho scelto di investire qui - ha dichiarato a un giornalista del posto - perché affascinato dalla storia e dalla tradizioni del vostro splendido Paese».

Credito Industriale Sammarinese

 

Il colpo di fulmine di questo investitore dev'essere stato intenso. Va detto che nulla suggerisce che il suo denaro sia di origine illecita e il suo nome non è legato a scandali. Ma Mohamed Ali Turki, che prima d' ora non sembra essersi mai affacciato in avventure all' estero, promette di versare risorse pari al metà del prodotto interno lordo nazionale proprio in un posto dove il fabbisogno di capitale degli istituti è stato stimato dalla banca centrale a 900 milioni di euro: una somma pari al Pil del Paese, che resta tutta da reperire e nessuno sa dire in che modo in quel sistema bancario con evidenti problemi di liquidità e di solvibilità delle sue aziende principali. Neanche a Ali Turki sfuggirà che esistono opzioni più prudenti per investire centinaia di milioni.

 

MOHAMED ALI ISMAIL TURKI

San Marino, oggettivamente, ha però una particolarità: fa parte dell' euro e dell' unione doganale europea - senza barriere di sorta a nessuna transazione con l' Europa - eppure non è soggetto a nessuno dei vincoli di controllo e trasparenza dell' Italia o della Germania. Per qualcuno questa doppia qualità dev' essere molto attraente. Per correttezza verso Ali Turki, va detto però che non è il solo. Di recente la banca centrale di San Marino è stata avvicinata da una successione di figure che si dicevano disposte a investire molto denaro nella minuscola repubblica.

 

CREDITO SAMMARINESE jpeg

C'è stata una società di riassicurazione panamense che, subito dopo l' esplodere dello scandalo fiscale dei Panama Papers, sosteneva di volersi trasferire proprio nella rocca del Titano. Si è presentato poi un operatore nigeriano in rappresentanza di una società olandese con sede a Dubai - non la più trasparente di tutte le giurisdizioni - deciso a scegliere proprio San Marino per creare una finanziaria nel settore degli aeromobili.

 

Inutile chiedersi perché. Del resto entrambi questi soggetti si sono volatilizzati non appena la banca centrale - all' epoca sotto la guida di figure di livello internazionale, in seguito allontanate dal governo - ha iniziato a chiedere i piani industriali e soprattutto le garanzie anti-riciclaggio fornite da questi potenziali investitori esteri. Invece di rispondere alle domande, sono scomparsi. Ma l' attrazione per San Marino da parte dei capitali esteri non finisce qui.

 

MOHAMED ALI ISMAIL TURKI

Dopo una pesante condanna in primo grado, proprio venerdì scorso sono stati assoluti in appello («perché il fatto non sussiste») l' ex direttore generale della banca centrale di San Marino Mario Giannini e l' ex responsabile della Vigilanza Andrea Vivoli per un altro caso legato a operazioni da Paesi di seconda o terza fascia: i due erano accusati di non aver comunicato all' Agenzia di informazione finanziaria del Paese il trasferimento di sei miliardi di dollari da Banca del Giappone alla banca sanmarinese Asset Bank, oggi in profondo dissesto, per conto dell' ungherese Gyiorgiy Zoltan Matrai. Anche questo trasferimento, una volta scoppiato il caso non è mai avvenuto. Si fosse stato fatto veramente, per San Marino sarebbe stata una rivoluzione e un' importante inversione di tendenza.

 

SAN MARINO

Una rivoluzione perché con quell' unico trasferimento il livello dei depositi bancari a San Marino sarebbe raddoppiato e anche più. Un' inversione di tendenza perché negli ultimi anni la liquidità depositata sui conti bancari del Titano è crollata dai livelli pre-crisi ,da circa 25 a cinque miliardi di euro: hanno contribuito la fuga di capitali avviata dalla crisi e soprattutto la voluntary disclosure per il rientro dei capitali operata dal governo italiano, che ha fatto uscire dalla Rocca molti fondi italiani un tempo nascosti al Fisco.

 

Quel prosciugarsi della liquidità nel sistema sanmarinese, come è ormai noto, ha fatto emergere scogli, relitti e cadaveri di ogni tipo. Una recente relazione sulla Cassa di Risparmio di San Marino a firma di Mirella Sommella, un' avvocatessa che siede nella vigilanza della banca centrale, si legge come un catalogo degli orrori: sul conto della prima banca del Paese il rapporto di vigilanza parla di «assetto di governance «assolutamente inadeguato»; «dovere istituzionale e morale di intervenire immediatamente per arginare gli effetti devastanti che possono scaturire dalla grave crisi di Cassa di risparmio»; «fatti gravi occultati».

 

MOHAMED ALI ISMAIL TURKI

E questo è solo uno dei dissesti al cuore di un buco bancario da 900 milioni, pari al Pil del Paese. Il problema del governo del Titano, è che non riconosce il problema e non accetta aiuto dalle istituzioni internazionali o da operatori trasparenti di mercato. Così il problema diventa ogni giorno più grave. E San Marino rischia di diventare una breccia nel cuore dell' Italia per l' ingresso di capitali opachi (o peggio) da tutto il mondo, ai quali qualcuno alla fine stenderà tappeti rossi in cambio di una ciambella finanziaria di salvataggio.

MONTE TITANO - SAN MARINO

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)