milena gabanelli - crac banche venete popolare di vicenza veneto banca

CHI SI È PAPPATO 1,5 MILIARDI DI SOLDI PUBBLICI DOPO IL CRAC DELLE BANCHE VENETE? – SI È CONCLUSO IL PIÙ GRANDE INDENNIZZO AI CLIENTI FRODATI DALLE BANCHE PER IL DISSESTO DI VENETO BANCA E POPOLARE DI VICENZA. ALLA FINE HA INCASSATO I RISARCIMENTI ANCHE CHI HA FATTO CONSAPEVOLMENTE UNA SPECULAZIONE POI FINITA MALE – MI-JENA GABANELLI: “I RESPONSABILI DI TUTTO QUESTO INVECE CHE FINE HANNO FATTO? VINCENZO CONSOLI E GIANNI ZONIN CONTINUANO A VIVERE NELLE LORO VILLE E… – VIDEO”

DATAROOM DI MILENA GABANELLI - CRAC BANCARI, ECCO COME SOCI E SPECULATORI SI SONO SPARTITI 1,5 MILIARDI DI SOLDI PUBBLICI

 

Estratto dell’articolo di Milena Gabanelli e Andrea Priante per www.corriere.it

 

MILENA GABANELLI - CRAC BANCHE VENETE

Otto anni dopo il crollo di Veneto Banca e Popolare di Vicenza si è concluso il più vasto e costoso indennizzo ai clienti frodati dalle banche. Ma chi ha pagato per il ristoro e per il salvataggio delle due venete che per decenni hanno fornito la benzina alla locomotiva del Nordest, e sembravano così in buona salute?

 

Il dissesto si è innescato tra il 2013 e il 2015 quando Bankitalia e Bce scoprono che i bilanci si reggono su gravi irregolarità sempre sfuggite agli ispettori: con una mano le banche concedono prestiti ai loro amici senza le adeguate garanzie, con l’altra spingono in tutti i modi l’acquisto delle azioni proprie spacciandole per operazioni a rischio zero, prestano loro stesse il denaro ai soci che le comprano, e falsificano i profili dei clienti in modo che appaiano competenti in materia finanziaria da comprendere i rischi cui vanno incontro.

 

crac di veneto banca e popolare di vicenza - dataroom

Nel 2016 esplode il bubbone e il valore dei titoli si azzera: 87.504 azionisti di Veneto Banca perdono 4,9 miliardi di euro; i 118.994 di PopVicenza 6,3 miliardi. Poi ci sono gli obbligazionisti, con i circa 200 milioni di bond subordinati piazzati a singoli risparmiatori. Valore totale delle perdite: oltre 11 miliardi.

 

Per evitare il fallimento delle due banche, e il conseguente impatto disastroso sull’intera economia, nel 2017 il governo Gentiloni dispone la loro liquidazione coatta. Compra Banca Intesa, ma con l’«aiutino» dello Stato: 4,7 miliardi per supportare l’operazione, e altri 6 a garanzia dei prestiti. […]

 

Il maxi-ristoro

MILENA GABANELLI - CRAC VENETO BANCA

Le regole di mercato europee fissano un principio netto: l’azionista quando compra sa di assumersi un rischio. Ma qui, hanno stabilito i tribunali, per molti di loro il tavolo era truccato. E se dall’insinuazione al passivo e dalle cause penali contro i manager sarà improbabile recuperare qualcosa, i soci in una prima fase hanno avuto diverse occasioni per riprendersi una parte dei loro soldi, anche attraverso gli arbitrati.

 

La fetta più grossa la mettono le banche stesse nel 2017, prima della liquidazione, quando offrono il 15% di quanto pagato per le azioni, in cambio dell’impegno a non fare causa. Aderisce il 70%, e 121.144 azionisti di spartiscono 441 milioni.

 

crac di veneto banca e popolare di vicenza - dataroom

Sembra finita così. Invece in loro soccorso arriva il governo giallo-verde guidato da Conte, con il Fir: fondo indennizzo risparmiatori. Un miliardo e mezzo di euro pescato dai depositi dormienti, cioè quei conti correnti fermi da 10 anni perché gli intestatari sono defunti e non ci sono eredi a reclamarli, e che per legge dovrebbero finire nelle casse dello Stato.

 

Tra la fine del 2020 e le scorse settimane quel denaro è servito per restituire a 129.412 investitori (su 140mila richieste) il 40% di quanto speso per le azioni, e il 95% del valore delle obbligazioni, fino a un massimo per entrambi di 100mila euro […]

 

crac di veneto banca e popolare di vicenza - dataroom

Ad averne diritto persone fisiche, imprenditori individuali, associazioni e microimprese, compresi alcuni di coloro che avevano «perso» gli arbitrati perché non avevano subito nessuna frode ma semplicemente fatto consapevolmente una speculazione poi finita male (leggi il perché su Dataroom del 28 aprile 2019).

 

Esclusi solo i «professionisti» del settore e chi ha rivestito ruoli di vertice nelle banche. Una platea vastissima dunque, che comprende anche i risparmiatori di altre nove banche «risolte» o finite in liquidazione coatta amministrativa tra 2015 e il 2018, a cominciare da Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio di Chieti, e CariFerrara.

 

MILENA GABANELLI - CRAC BANCHE VENETE

A gestire i rimborsi per conto del Mef è la Consap, con al vertice il presidente Sestino Giacomoni e l’Ad Vincenzo Sanasi D’Arpe. L’iter è questo: per chi ha redditi bassi il rimborso è automatico mentre per tutti gli altri si deve passare per una commissione tecnica, che in questi anni ha escluso circa diecimila richieste perché irregolari o perché non rispettavano i requisiti.

 

Tra queste il figlio di un componente del Cda di una delle banche che ha tentato di ottenere il ristoro, e un famoso ex calciatore che – sperando nel rimborso automatico - ha dichiarato i pochi guadagni ottenuti in Italia, ma non il patrimonio milionario all’estero. A coloro che invece ne avevano diritto è appena arrivato l’ultimo bonifico. […]

 

La spartizione

DATAROOM - CRAC BANCHE

Ai risparmiatori della Popolare di Vicenza sono arrivati 624.886.903 euro. In tutto gli indennizzati sono stati circa 50mila, 20mila nella sola provincia di Vicenza, 2700 in Sicilia e Calabria, dove operava la controllata Banca Nuova. Per Veneto Banca, 423.689.440 euro spartiti tra 34mila soci, 18mila nella sola provincia di Treviso, dove aveva il suo quartier generale. Altri tremila risparmiatori liquidati in Puglia, sede della controllata Banca Apulia.

 

crac di veneto banca e popolare di vicenza - dataroom

[…] Tirando le somme: per le venete si è speso quasi l’80% dei conti dormienti, mentre 109 milioni (l’8%) è andato ai circa 3mila azionisti con portafoglio «misto», cioè con titoli di più istituti. Infine 195 milioni ai risparmiatori delle altre banche, che si sono spartiti il 14% del Fondo.

 

In tutto l’operazione è quindi costata 1.353.832.529 euro. Significa che del miliardo e mezzo avanzano ancora circa 150 milioni. Gli azionisti vorrebbero prendersi pure quelli. Ci auguriamo che lo Stato decida di tenerseli per aiutare magari qualcun altro.

 

E chi ha imbrogliato quanto paga?

GIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLI

E i responsabili di tutto questo invece che fine hanno fatto? Vincenzo Consoli - per 18 anni alla guida di Veneto Banca - dopo aver trascorso sei mesi agli arresti domiciliari in appello è stato condannato per ostacolo alla vigilanza e si è visto ridurre la pena a 3 anni a causa dell’intervenuta prescrizione dei reati di falso in prospetto e aggiotaggio.

 

Mobili antichi e opere d’arte sono finiti all’asta, e ogni mese gli viene pignorato un quinto della pensione, che comunque ammonta a circa 15mila euro lordi mensili. In attesa della Cassazione, continua a vivere nella villa di Vicenza, che è sotto sequestro.

 

vincenzo consoli

Anche a Gianni Zonin, per vent’anni presidente di Popolare di Vicenza, in appello la pena è scesa a 3 anni e 11 mesi per effetto della prescrizione. Con lui condannati altri 4 manager. Sotto sequestro le poche proprietà che risultano ancora intestate a lui: una chiesetta nel Chianti e un campo a Gambellara. È rimasto a vivere nella sua villa a Montebello Vicentino che però è sottoposta a sequestro conservativo (insieme ai quadri, mobili e i vini della cantina), e in caso di condanna definitiva potrebbe andare tutto all’asta.

 

gianni zonin

Ogni mese gli viene pignorato un quinto della pensione da imprenditore agricolo, che ammonta a poco più di mille euro al mese. Lo aiutano i figli, ai quali nel 2016, un attimo prima del dissesto, ha ceduto le sue quote nelle aziende vitivinicole di famiglia.

VINCENZO CONSOLIgianni zonin crac di veneto banca e popolare di vicenza - dataroom

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...

donald trump volodymyr zelensky steve witkoff vladimir putin

DAGOREPORT - È FINALMENTE LA VOLTA BUONA PER LA PACE TRA RUSSIA E UCRAINA? – L’INVIATO SPECIALE DI TRUMP A MOSCA, STEVE WITKOFF, DOPO TRE ORE DI FACCIA A FACCIA, HA CONVINTO PUTIN A INCONTRARE IL TYCOON, CONSIGLIANDOGLI DI PRESENTARSI CON UN “REGALINO” DI BUONA VOLONTA': COME LA FINE DEGLI ATTACCHI DI DRONI E AEREI – IL FACCIA A FACCIA, CHE SI TERRÀ DOPO FERRAGOSTO NELLA TURCHIA DI ERDOGAN, HA OTTENUTO IL VIA LIBERA DA ZELENSKY, MERZ, STARMER E RUTTE (NON COINVOLTI IL GALLETTO MACRON E LA "PONTIERA SENZA PONTE'' MELONI) - MA PER FARLA FINITA, PUTIN DEVE PORTARE A MOSCA IL BOTTINO DEL VINCITORE: NON VUOLE E NON PUO' PERDERE LA FACCIA DOPO TRE ANNI DI GUERRA - TRUMP HA RASSICURATO ZELENSKY CHE L'UCRAINA NON VERRA' UMILIATA DALLA RUSSIA - IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM 2026, PER IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA LA PACE VALE COME UN GOL IN ROVESCIATA...