bollore berlusconi

LES JEUX SONT FAITS! “SPARKLE RESTI ITALIANA” - DOPO LE PAROLE DEL SOTTOSEGRETARIO GIACOMELLI CHE HA DATO IL VIA LIBERA ALLE DANZE, SEGUONO I FATTI. BOLLORE' "OBBLIGATO" A INCASSARE MOLTI SOLDI DALLO STATO ITALIANO PER CEDERE LA RETE TELEFONICA; BERLUSCONI CHE NE ANDRÀ A RECUPERARE LA PROPRIA PARTE RIVEDENDO L'ACCORDO CON VIVENDI

DAGONOTA: LES JEUX SONT FAITS!

InterFax - Dopo le parole del sottosegretario Giacomelli che ha dato il via libera alle danze, seguono i fatti. Il Governo apre alla prima parte dell'operazione di cessione della rete. Nel "gioco delle parti" fra Italia e Francia, tutti gli attori in campo capitalizzano il proprio risultato: il Governo con la presunta difesa della Italianità; Bollore' "obbligato" a incassare molti soldi dallo Stato Italiano per cedere la rete telefonica; Berlusconi che ne andrà a recuperare la propria parte rivedendo l'accordo con Vivendi. Les jeux sont faits!

 

2. LO STOP AI FRANCESI ARRIVERA’ A BREVE

Marco Galluzzo per www.corriere.it

 

sparklesparkle

«Una cosa è la verifica sulle procedure, un’altra è la valutazione politica e sin qui la seconda è stata già fatta, Telecom Sparkle deve restare sotto il controllo italiano». Una decisione verrà presa nel breve periodo, forse già prima del vertice italo-francese previsto a settembre.

 

E l’ultima parola ovviamente sarà di Paolo Gentiloni, che si troverà davanti ad una delle scelte più delicate della sua stagione, ma al momento sia a Palazzo Chigi che al ministero dello Sviluppo Economico, chi si occupa da vicino del dossier, la mette in questo modo. Oggi a Palazzo Chigi si riunirà per la seconda volta il Comitato per la verifica dei poteri speciali del governo sul cosiddetto Golden power, la normativa che autorizza l’esecutivo ad intervenire sulle aziende quando interessi strategici nazionali sono considerati a rischio.

DE PUYFONTAINE BOLLOREDE PUYFONTAINE BOLLORE

 

Il Comitato dovrà decidere se la francese Vivendi, che a fine luglio ha comunicato di avere assunto la direzione di Telecom Italia, viola la normativa italiana. La questione non è tanto quella della rete di Telecom, quanto piuttosto quella della rete internazionale di Telecom Sparkle, considerata importante a tal punto da avere come requisiti, per la sua direzione, quella del rilascio del Nos, il Nulla osta di segretezza, che l’esecutivo dà per l’amministrazione di aziende considerate strategiche per la sicurezza nazionale.

 

GENTILONIGENTILONI

Telecom Sparkle, società satellite di Telecom, è considerata a livello internazionale come un gioiello di tecnologia, valutata circa 3 miliardi di euro e considerata da tutti gli analisti indipendenti come uno dei primi player del mondo della rete Internet: secondo alcune classifiche è fra le prime 7 aziende del settore in grado di gestire una rete Tier 1. È cioè proprietaria, attraverso 500 mila km di cavi sottomarini, di una fetta della Rete, capace di veicolare dati e traffico senza pagare tariffe. Un primato, che insieme ad un profilo riservato, ne ha fatto anche un caso aziendale: fra le pochissime imprese europee a poter dirsi «proprietaria» di Internet, è a ragione considerata dal governo strategica anche per ragioni di intelligence.

 

GENTILONI OSHOGENTILONI OSHO

Nell’acquisire la direzione di Telecom, i francesi di Vivendi hanno lasciato le deleghe operative su Sparkle al vicepresidente italiano, Giuseppe Recchi, e non avrebbero potuto fare altrimenti, vista la legge e il Nos che deve rilasciare Palazzo Chigi. «Ma è inutile che ci prendiamo in giro - è un’altra considerazione che si raccoglie - se la direzione di un gruppo dipende da Parigi nulla vieta ai francesi di influenzare l’andamento di Telecom Sparkle. Magari discuteremo, ma ci devono dire se e come vogliono vendere, viceversa dovremo intervenire».

giuseppe recchigiuseppe recchi

 

Insomma le probabilità che nel caso Telecom l’esercizio del Golden power venga attivato sono al momento abbastanza alte. «E non c’entra nulla la querelle che coinvolge Fincantieri sui cantieri francesi», viene aggiunto, tenendo le questioni separate. Di sicuro Gentiloni vedrà il presidente francese, Macron, due volte, nelle prossime settimane, lunedì prossimo per un vertice con Spagna e Germania, poi, a settembre, per una bilaterale Parigi-Roma.

 

Ma non è affatto detto che la partita rientrerà fra le questioni aperte: dalla Libia ai cantieri navali Stx, «anche perché i rapporti fra Macron e Bolloré non sono proprio idilliaci». Del Comitato che si riunirà oggi, presieduto dal vicesegretario di Chigi, Luigi Fiorentino, fanno parte rappresentanti dei vertici dei ministeri di Esteri, Interni e Difesa. Dovranno valutare la sussistenza di una «minaccia di grave pregiudizio» per gli interessi della difesa e della sicurezza nazionale. La decisione finale è nelle mani di Paolo Gentiloni.

 

3. QUEI CAVI SOTTOMARINI UTILIZZATI DAI SERVIZI SEGRETI

Fabrizio Massaro per il ‘Corriere della Sera’

 

rete sparklerete sparkle

Come si fa ad affidare a una società di tlc con testa francese la gestione dei cavi sottomarini italiani in fibra ottica attraverso i quali passa gran parte del traffico dati di Africa, Medio Oriente e America Latina? Come si fa a dare le chiavi dei data center - gli enormi archivi di internet - a un gruppo di fatto straniero? Ad affidare insomma, a non italiani, alcune delle chiavi della diplomazia del Paese? Non si può fare, sostiene il governo Gentiloni.

 

È per queste ragioni - racchiuse in un nome ben preciso e noto negli ambienti: Telecom Italia Sparkle spa - che Palazzo Chigi è intenzionato a protegge questo asse strategico per l' Italia: 560 mila chilometri di rete su cui passa una quantità enorme di dati e informazioni, alla quale peraltro hanno attinto anche i servizi segreti di mezzo mondo, più o meno ufficialmente.

DE PUYFONTAINE CATTANEODE PUYFONTAINE CATTANEO

 

È anche una società che vale molto. Appena lo scorso 28 giugno l' allora amministratore delegato di Telecom Italia, Flavio Cattaneo (che lascerà di lì a poco la guida del gruppo per fare spazio presieduto da Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi che è primo azionista di Telecom con il 24% circa), rivendicò di avere respinto le avances della Cdp che puntava proprio a Sparkle. «Ci hanno chiesto, di fronte a testimoni», riferì in un' audizione alla Camera, «in cambio del 51% di Metroweb, la totalità di Sparkle; se avessi fatto una cosa del genere mi sarei beccato una causa di responsabilità perché avrei dato via una società che fa 1,3 miliardi di ricavi per il 51% di una società che ne fa 100 milioni».

 

fibra otticafibra ottica

Affermazioni che allora furono contestate dal numero uno della Cassa, Fabio Gallia, come «gravi e non vere». Ma che comunque danno l' idea di quanto Sparkle sia cruciale per l' azienda ma anche per lo Stato, visto che proprio la Cassa - che è all' 80% del Tesoro - puntava a rilevarla. Non per nulla la competenza su Sparkle, presieduta e guidata dal ceo Alessandro Talotta, è rimasta anche con il cambio della guardia nella capogruppo a Giuseppe Recchi, vicepresidente di Telecom: a lui sono state confermate le deleghe su security e, appunto, sulla società dei cavi internazionali, in quanto possiede il Nos, il nulla osta di sicurezza concesso dalla presidenza del Consiglio, che invece un manager francese come De Puyfontaine non può ricevere.

 

cavi sottomarini per la fibra ottica in africacavi sottomarini per la fibra ottica in africa

Attraverso i cavi di Sparkle e i suoi «Pop», «point of presence», ovvero punti di accesso alla rete (una sorta di casello lungo l' autostrada), passano le comunicazioni telefoniche e internet praticamente di mezzo mondo.

 

La società è il settimo operatore mondiale del traffico internet commerciale e il secondo in Europa, dietro TeliaSonera. La sua è una posizione strategica, collocata in particolare al centro del Mediterraneo, in Sicilia. Dai cavi Sparkle,per esempio, passa l' 80% del traffico internet di Israele.

 

ISRAELE SCUDO HI TECHISRAELE SCUDO HI TECH

L' intreccio di fibra ottica a marchio Sparkle abbraccia l' Oceano Atlantico e quello Indiano, circumnaviga l' Africa, il Medio Oriente e l' America Latina e si snoda in tutte le direzioni nei fondali del Mediterraneo. Ha uffici in 37 Paesi, compresa l' Arabia Saudita, la Russia, l' India. Ha di recente aperto un Pop in Iran, a Teheran, prima e unica compagnia occidentale ad essere autorizzata a farlo.

SERVIZI SEGRETISERVIZI SEGRETI

 

La Sicilia è uno snodo chiave della rete di Sparkle: nell' isola passano 12 dei 16 cavi internazionali che attraversano il Mediterraneo. A Palermo, nel Sicily Hub, sono ospitati anche i server di Google che gestiscono il traffico nei Paesi del Mediterraneo. Ed in diretta concorrenza con un hub simile, basato a Marsiglia, in Francia

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO