PIAZZA THOHIR – DOPO IL 3-3 COL TORO, JAKARTONE SPARA ALTO: “QUESTA INTER È BELLA DA VEDERE, RICORDO TANTE PARTITE NOIOSE CON LA SQUADRA CHIUSA IN DIFESA” (MOU COSÌ HA CENTRATO IL TRIPLETE)

Ettore Livini per "La Repubblica"

Walter Mazzarri? «Mi piace molto come fa giocare la squadra». Torino-Inter? «Gran bella partita. Sono rimasto in piedi fino alle quattro di stamattina per guardarla». Et, alias l'alieno indonesiano Erick Thohir, ha un cuore. E un cuore che - complice la contagiosa passione di casa Moratti - sta iniziando a tingersi di nerazzurro. Arriva all'appuntamento scusandosi per i cinque minuti di ritardo («è una delle persone più cortesi e disponibili che conosca - garantisce Suryato, il cameriere del Ritz Carlton - . Si alza sempre per stringerci la mano »).

Ha dormito poco, ha già incontrato di prima mattina un imprenditore italiano e l'ambasciatore di Singapore, ma addosso ha ancora l'adrenalina del 3 a 3. «Guardi qui!», dice scrollando i messaggi sul telefonino: «Cartellino rosso». «Parato!
Grande Carrizo». «Guaaarin, gooal!». Fino al «Goodnight Bro!» del fischio finale, dopo che la palombella di Bellomo ha rovinato un po' la festa agli interlocutori.

Una trentina di messaggi in novanta minuti. Da una parte lui, seduto sulla poltrona di casa sua a Jakarta. Dall'altra, a migliaia di chilometri di distanza, Massimo e Angelo Mario ("Mao" dice confidenzialmente lui) Moratti, in versione tifosi da bar.
L'accordo sarebbe niente interviste. Il momento è delicato. I suoi uomini sono a Milano a passare ai raggi X i conti della squadra («ora è il momento di capire quanto si spende, come sono congegnati gli stipendi dei giocatori, quanta gente lavora in società»).

C'è un obbligo di riservatezza «e del futuro parlare dopo che l'accordo sarà concluso a metà novembre», dice Thohir. Ma poi la voglia di parlare di calcio (anche per lui che è nato tifoso di basket) prende il sopravvento. «Sono padrone di giornali anch'io, scriva pure...».

Partita emozionate, vero?
«Molto. Non ho resistito al buon senso che mi consigliava di andare a letto, visto che stamattina avrei dovuto alzarmi presto. Ma non sono pentito. Alla fine sono rimasto incollato allo schermo quasi fino all'alba. In dieci contro undici, meritavamo
di vincere».

Le piace la squadra di quest'anno?
«Sì. C'è un bell'equilibrio tra chi ha qualche anno in più e l'entusiasmo dei giovani. Cambiasso e Campagnaro danno sicurezza, come Handanovic, anche se ha solo 29 anni. Ma alle loro spalle c'è l'energia di Juan Jesus, Taider, Icardi e Belfodil, il futuro ».

Sarà così la sua Inter?
«E' il mix che vorrei, esperienza e freschezza atletica. Condite da giocatori collaudati come Guarin e Nagatomo. Il mio sogno? Utilizzare di più i ragazzi della primavera che fanno tanto bene nei loro campionati. Ci vuole fiducia. Credo che tanti giovani talenti italiani abbiano diritto alla chance di giocare in prima squadra per dimostrare davvero quanto valgono».

Che ne pensa di Walter Mazzarri?

«Il lavoro che sta facendo mi piace molto. Ha messo in campo una squadra "exciting", in grado di divertire. Magari qualche volta si pareggia come ieri. Può capitare pure qualche sconfitta. Ma di sicuro l'Inter quest'anno è bella da vedere. Mi ricordo tante partite noiose con la squadra tutta chiusa in difesa...».

A dire il vero la difesa a 11 era uno dei marchi di fabbrica di Mourinho, uno che qualche soddisfazione agli interisti l'ha regalata...

«Ok. Lo so che qualche volta bisogna difendersi per portare a casa il risultato. Ma non mi fraintenda. Voglio rassicurare i fan nerazzurri: io vengo a Milano per vincere».

E' vero che venderà la quota dei Philadelphia 76ers, la squadra Nba, per concentrarsi sul-l'Inter?

«Sì. Chiuderò l'operazione la prossima settimana cedendo la partecipazione con un buon utile ai miei partner in quell'avventura. Amo molto lo sport, amo la pallacanestro in particolare. Ma l'obiettivo del mio gruppo adesso è far crescere i nerazzurri e il Dc United, la squadra che ho comprato a Washington».

Che quest'anno, mi perdoni, non va molto bene.

«Non è vero, abbiamo vinto la Us Open Cup che era il nostro grande obiettivo. E io sono contento così».

La piazza preme. Può promettere qualche bel colpo di mercato per gennaio?

«Del futuro e dei miei progetti non parlo finché non abbiamo chiuso l'affare, gliel'ho detto. Ho grande rispetto della storia e della tradizione dell'Inter e di Massimo Moratti».

Suoi figlio Aga, 14 anni, è tifoso della Juventus. E' giovane, c'è ancora tutto il tempo per fargli cambiare idea.

«Sono un padre aperto. E in famiglia rispettiamo le idee di tutti. Sul calcio, poi, non andiamo d'accordo quasi su niente. In Premier League io tengo all'Arsenal e i miei due figli più appassionati di calcio (ne ha quattro in tutto, ndr.) al Manchester United. In Spagna siamo divisi tra Real Madrid e Barcellona. Ogni domenica a mezzogiorno discutiamo per ore al nostro tradizionale pranzo di famiglia. In Italia l'Inter batte la Juve due (io e mio figlio maggiore) a uno».

I "jakartoni" bianconeri sono serviti. I tifosi nerazzurri invece, garantito, metterebbero la firma per lo stesso risultato sul campo.

 

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