marco tronchetti provera christine lagarde

TRONCHETTI IN TESTA ALLA LAGARDE – LA LEZIONE DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DI PIRELLI ALLA PRESIDENTE DELLA BCE: “QUANDO C'È UN RALLENTAMENTO DELL'ECONOMIA, BISOGNA CONSIDERARE CHE LE RESTRIZIONI MONETARIE IN CERTI CASI FAVORISCONO IL CICLO NEGATIVO. CI VUOLE CAUTELA. QUELLO CHE CREDO SIA NATURALE È ISOLARE IL COSTO DELL'ENERGIA, ANCHE ATTRAVERSO UN PRICE-CAP” – “VANNO ALZATI I SALARI, PERCHÉ POSSONO FAVORIRE UN’ESPANSIONE DEL POTERE DI ACQUISTO. DA PARTE DEI PARTITI NON C’È STATA ALCUNA SCELTA STRATEGICA CHIARA. SI È CERCATO IL CONSENSO CON UNA SOMMATORIA DI BONUS” – “IL SALARIO MINIMO? SÌ, MA IL DIBATTITO È DISTORTO, MAL COMUNICATO…”

Marco Zatterin per “La Stampa”

 

marco tronchetti provera

Mentre Marco Tronchetti Provera analizza la tempesta economica perfetta che s' avanza, la guerra, le mosse della Bce, e anche la complessa relazione fra politica e stabilità, il grande schermo televisivo informa che lo spread fra i Btp e i virtuosi Bund tedeschi è arrivato a quota 248.

 

Preoccupato?

«C'è una certezza - risponde il vicepresidente esecutivo e ad di Pirelli -: se sei il Paese più in rosso d'Europa, e le prospettive di crescita vengono meno, è difficile sostenere il costo del debito e gli investimenti che servono per ripartire».

 

SPREAD 17 MAGGIO - 13 GIUGNO 2022

In effetti, è una certezza. La gigantesca voragine nei conti pubblici è una costante fra gli allarmi nazionali. Adesso, però, ha parecchi compagni di viaggio. Fra i tanti, il top manager milanese dimostra di non aver gradito sino in fondo la manovra di Francoforte sul costo del denaro e auspica un maggior coordinamento nella gestione dell'economia.

 

CHRISTINE LAGARDE

«La coesione europea è fondamentale per una speranza diffusa di sviluppo - argomenta -. Serve anche per aumentare le possibilità di ritrovare la pace. Serve alla gente che ci rimette la vita ogni giorni in Ucraina, come ai milioni che, in un modo o nell'altro, pagheranno la crisi economica se non sapremo evitarla».

 

Cominciamo dal voto. Che segnali arrivano dalla domenica elettorale?

«Malgrado tutto, si conferma una certa stabilità di governo. Nei prossimi mesi si giocherà tutto sull'economia, perché un conto sarà arrivare alle politiche con delle prospettive positive, un altro se saranno negative. L'equilibrio del Paese dipende molto dall'economia. Visto che lo scenario può peggiorare in autunno, rischiamo elezioni in cui sarà più difficile garantire la stabilità».

christine lagarde con mario draghi

 

Qual è la sua sensazione?

«È che, se non si cambia la rotta e se non succede qualcosa, la crisi sarà molto severa».

 

Cosa intende per "cambiare rotta"?

«Armonizzare le politiche europee, anche dal punto di vista delle scelte della banca centrale. Siamo in inflazione causata dai prezzi dell'offerta non dalla forza della domanda. Ma l'elemento più importante è la fine della guerra».

christine lagarde 2

 

Ecco la Bce. Se fosse a Francoforte, farebbe come Christine Lagarde?

«Non posso in alcun modo pensare di sostituirmi a Christine Lagarde. Certo, quando c'è un rallentamento dell'economia, bisogna considerare che le restrizioni monetarie in certi casi favoriscono il ciclo negativo. Ci vuole cautela.

 

Quello che credo sia naturale è isolare il costo dell'energia, anche attraverso un price-cap, perché comporta conseguenze evidenti sul paniere dell'inflazione».

MARCO TRONCHETTI PROVERA CON UNA GIOVANISSIMA MODELLA RUSSA IN SARDEGNA

 

Riproviamo. È giusto alzare i tassi, adesso?

«La politica dei tassi della Bce non può più essere l'unica leva. Va coordinata con interventi sull'economia reale, altrimenti può produrre un effetto opposto».

 

Serve concertazione fra politica monetaria ed economica, fra Bce e governi.

«Sì. I segnali sull'economia sono chiarissimi. Una decisione non può essere presa unicamente nel nome della stabilità monetaria».

 

È il tempo di alzare i salari?

SALARIO MINIMO

«Certo, perché possono favorire una espansione del potere di acquisto. D'altro canto, dato il deficit di produttività nei confronti dei Paesi europei, occorre muovere la leva fiscale cercando di non danneggiare la competitività del sistema».

 

La ricetta è elevare gli stipendi e ridurre il cuneo fiscale?

«Assolutamente. Con una strategia che non pesi sulla competitività del sistema delle imprese».

 

reddito di cittadinanza

Fra reddito di cittadinanza e altro, c'è convergenza nel dire che abbiamo perso parecchie occasioni. È d'accordo?

«Non c'è stata alcuna scelta strategica chiara di politica economica che permettesse il recupero della competitività del Paese. Si è cercato il consenso con una sommatoria di bonus che non ha avuto l'impatto necessario sulla domanda. Non si è ragionato sul coordinamento di sostegni e programmi di investimento. Sono state tutte manovre di breve termine».

giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza 9

 

Le stiamo pagando?

«Paghiamo scelte che vengono da lontano, sono figlie della continua instabilità e dell'assenza di un vero progetto strategico per il Paese».

Ora però il cantiere delle riforme è aperto.

«Vero. Ma la questione è che negli ultimi mesi le forze politiche hanno smesso di sottolineare che per avere i fondi del Pnrr è necessario avanzare con le riforme. Sembrano indifferenti, almeno in buona parte.

 

christine lagarde 3

Il Piano, per realizzarsi, richiede progetti allineati con gli obiettivi identificati insieme con l'Unione. Senza riforme non succederà. E il sentiero è stretto, in particolare per la strutturale incapacità di spesa. Lo sforzo deve essere orientato a garantire i progetti e i tempi di realizzazione. Bisogna far sentire alle forze politiche la necessità di muoversi in questo senso».

 

Che succede se falliamo gli obiettivi del Pnrr?

«Non può essere mancato. Sarebbe una responsabilità gravissima per le forze di governo e del Parlamento. I cittadini italiani hanno reagito bene alla pandemia, ora hanno una grande voglia di ripartenza.

 

marco tronchetti provera e luca cordero di montezemolo

Se tutti guardano solo al risultato politico di breve periodo, ci saranno grandi difficoltà.

Oltretutto, se faremo bene, ci saranno altri fondi in futuro».

 

Serve il salario minimo, in Italia?

«Sì, ma è un tema che non tocca l'industria, dove l'80% delle intese è fatta di contratti collettivi in cui la retribuzione è già sopra il minimo. È un dibattito distorto, mal comunicato. Il salario minimo non riguarda il settore industriale».

 

Ci sono migliaia e migliaia di lavoratori con paghe da fame. Loro avrebbero bisogno di un minimo.

MEME DRAGHI CONDIZIONATORE

«In questo caso è doveroso. Bisogna proteggere le persone da forme di sfruttamento inaccettabili. Il dibattito corretto riguarda la protezione sociale che va assicurata. Servirebbero anche forme per agevolare l'accesso al lavoro come, ad esempio, la detassazione dei primi anni».

 

Se ne parla da anni, ma si è fatto meno dell'opportuno. Come mai?

«La questione non è stata impostata bene. Non si è lavorato a un progetto comune per superare complessità e colpe che sono ovunque e dalle quali le imprese non sono immuni. Nella sostanza, si è tagliato quel cordone ombelicale fra imprese e forze politiche che aveva caratterizzato Gli anni migliori della crescita del Paese».

IL SALARIO MINIMO IN EUROPA

 

La guerra di Vlad. Perché?

«Il dibattito su Putin è complesso. Le responsabilità sono chiare. Come chiari sono stati gli errori di valutazione degli equilibri mondiali e gli impatti conseguenti al conflitto. Avevamo strumenti per contenere e prevenire quello che è successo. Non è solo un tema che riguarda la situazione tra Russia e Ucraina. È un tema generale».

 

Tutto si lega, ormai.

«Il nostro mondo occidentale si è sviluppato a lungo e con forza, ma ora la crescita demografica riguarda i paesi più poveri. L'unica via che abbiamo per evitare nuovi squilibri sociali è garantire la crescita.

 

reazione delle borse alla guerra tra russia e ucraina 5

Questo impone la definizione di nuove regole tenendo in considerazione la diversità dei sistemi. Noi viviamo in una democrazia di valori condivisi. Conosciamo la tragedia della guerra e abbiamo fatto il possibile per evitarne ulteriori. Altre parti del mondo hanno una cultura e una storia diverse con le quali bisogna trovare un modo di convivere.

 

Ho avuto il privilegio di vivere 70 anni sotto l'ombrello americano. Epoca non senza problemi: c'è stato il terrorismo, ma non le guerre. Per evitarle, bisogna accettare le differenze e definire dei confini sapendo che oltre ci sono sistemi e valori diversi dai nostri.

 

 Dobbiamo trovare equilibri per non perdere le opportunità di crescere insieme. La chiave è prevenire, cercare di capire le culture differenti prima che agiscano in un modo che diventa difficile rimettere in equilibrio».

 

In che mondo siamo finiti?

meme Mario Draghi spritz

«Dopo la crisi Covid la ripartenza ha fatto aumentare i prezzi delle materie prime e quelli del trasporto. L'onda era destinata ad attenuarsi e tutti si aspettavano una ridiscesa entro la fine del 2022. Era un'espansione sana da domanda. La guerra ha invece spinto ancora verso l'alto i listini e l'energia, con un aumento dei costi per le imprese e le famiglie. Andiamo verso un contesto in cui non si può fare molto di più, almeno finché c'è la guerra».

Tronchetti Provera

 

Minaccia più grave?

«Il debito. Nel momento in cui la crescita si fa più incerta, gli spread salgono e il passivo aumenta».

 

Lì siamo. Rischiamo un sacco di guai?

«È facile correggere il debito se c'è crescita. Altrimenti no. È un punto che non riguarda solamente l'Italia. Ci vuole una forte coesione europea, che del resto è l'area economica più ricca del mondo. Bisogna chiedersi come gestire il debito facendo investimenti produttivi. Se il Paese ha una bassa produttività, un alto debito, il conto lo pagano i cittadini».

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