ryanair coronavirus

“UN VOLO ANDATA E RITORNO PER LONDRA POTREBBE ARRIVARE A 500 EURO” – ANDREA GIURICIN: “IL MERCATO ITALIANO RISCHIA DI NON RIPRENDERSI PIÙ. TORNEREMO AGLI ANNI ’80, QUANDO VIAGGIAVANO SOLO I RICCHI. I PASSEGGERI VOLERANNO IN GRAN PARTE ALITALIA, SUSSIDIATA DALLO STATO E LA MANCANZA DI CONCORRENZA SI RIPERCUOTERÀ SUI PREZZI” – IL MODELLO DI BUSINESS DELLE LOW COST RISCHIA DI FALLIRE PER SEMPRE?

 

 

Carlotta Scozzari per it.businessinsider.com/

 

michael o'leary

Il binomio “meno velivoli con meno posti”, nella fase 2 del settore aereo della pandemia di Covid-19 da Sars-Cov-2, condurrà inevitabilmente a un aumento dei prezzi dei biglietti. A spiegare il meccanismo è Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti all’Università Bicocca di Milano, che afferma: “Il mercato aereo italiano, che è passato da 53 milioni di passeggeri nel 1997 a 161 milioni del 2019, rischia di non riprendersi più dopo la crisi del coronavirus”.

ANDREA GIURICIN 1

 

Il riferimento, chiarisce Giuricin, è non solo agli aiuti ad Alitalia “che distorcono il mercato”, e si parla di 2 miliardi di euro dal 2017 ad oggi, ma anche ad “alcune misure economiche che potrebbero essere prese per favorire Alitalia e che rischierebbero di distruggere completamente la ripartenza, che sarà comunque lunga e dolorosa. Se certe misure economiche – prosegue l’esperto di trasporti – verranno prese dal Governo, torneremo a un mercato aereo come quello degli anni ’80, dove viaggiavano solo i ricchi. Avremo pochi milioni di passeggeri in Italia, che voleranno in gran parte Alitalia, sussidiata dallo Stato, che diventerà una compagnia molto più piccola dell’attuale. Il problema dell’eventuale mancanza di concorrenza sarà sentito dai passeggeri, che rischieranno di dover pagare 500 euro per un volo andata e ritorno per Londra”.

 

bagagli a mano ryanair 3

Non è un caso che il numero uno di Ryanair, Michael O’Leary, uno che non le manda mai a dire, in una recente intervista al Financial Times abbia affermato che la low cost da lui capitanata, una delle principali al mondo, non riprenderà a volare se bisognerà lasciare vuoto il posto centrale nelle file. Ryanair, ha fatto sapere O’Leary, non intende adeguarsi “alle stupide regole di distanziamento sociale”.

 

AEREO ALITALIA

“Proprio delle low cost e dei loro aeroporti di riferimento ci stiamo maggiormente occupando – fa sapere Giulio De Carli, managing partner di One Works, società di architettura e ingegneria – perché, avendo fatto dell’’affollamento’ (full occupancy) il loro modello operativo, le low cost avranno più problemi a recuperare operatività piena. Per le low cost, che per la maggior parte operano voli entro le due-tre ore, il tema della capacità piena a bordo è fuori discussione, quindi seppure verosimilmente bassi per mesi, i flussi saranno ancora concentrati in fasce orarie. Stiamo lavorando sia lato terra, su come accogliere i passeggeri, minimizzando i tempi di attesa prima dei nuovi controlli che verranno predisposti tipo temperatura e documenti sanitari; sia lato aria, per ottimizzare i tempi di imbarco e sbarco con le nuove procedure con minimo impatto sui tempi a terra degli aerei, che è punto critico per i vettori low cost”.

 

GIULIO DE CARLI

In generale, nota De Carli, “tornare a volare è essenziale per tutti i settori dell’economia e non solo. Nelle prime settimane le limitazioni di capacità a bordo degli aerei saranno difficilmente evitabili ma il recupero della capacità piena deve poter avvenire il più rapidamente possibile, altrimenti molte compagnie non voleranno o gli Stati dovranno coprire i costi, cosa evidentemente impossibile”. Insomma, l’urgenza per il settore è quella di tornare presto a riempire gli aerei. Viceversa, sopravviveranno solo poche compagnie. Morgan Stanley, in un recente studio sul settore, sottolinea come per riprendersi la domanda impiegherà parecchio tempo. “Pensiamo che i livelli di capacità del 2019 – affermano gli analisti di Morgan Stanley – potranno essere raggiunti entro il 2022, sebbene cambiamenti nel comportamento dei consumatori potrebbero condurre a ulteriori ritardi”.

bagagli a mano ryanair 1

 

boeing ryanair

“Per poter riempire gli aerei – osserva De Carli – dovranno salire a bordo passeggeri controllati e gestiti in sicurezza negli aeroporti, e su questo stiamo concentrando ora i nostri sforzi capendo come disporre presidi di controllo, allestire spazi per gli accodamenti, impiegare nuove tecnologie digitali per sveltire le operazioni nei terminal passeggeri. In aereo si indosserà la mascherina e vi saranno limitazioni per i movimenti lungo il corridoio e per un po’ di tempo non vi sarà ristorazione, ma non pensiamo vi saranno modifiche nella configurazione della cabina, se non negli aerei che operano il lungo raggio. Ovviamente vi sarà grande attenzione ai processi di pulizia e sanificazione”.

alitaliaALITALIA

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO