2022marziani

CAFONALINO UN MARZIANI A ROMA – A PALAZZO BRANCACCIO A ROMA GIANLUCA MARZIANI PRESENTA LA RACCOLTA DI RECENSIONI “ALIENE” SCRITTE PER DAGOSPIA – TRA BELLE FIGLIOLE E OPERE D'ARTE, SONO INTERVENUTI STEFANO ANTONELLI, L'EX PARLAMENTARE DS PIETRO FOLENA IN SNEAKERS, ANGELO ARGENTO, STEFANO CIAVATTA E ALBERTO IMPRODA...

 

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Gianluca Marziani per Dagospia del 24 marzo 2010

 

alberto improda pietro folena gianluca marziani stefano antonelli stefano ciavatta foto di bacco

Mai avrei pensato, durante la mia missione terrestre, di vivere un evento dal carisma biblico e dalle ascendenze hollywoodiane. Pochi giorni sono bastati per uniformare sguardi e azioni su scala globale, un reset ad altissimo impatto provocato da un agente invisibile che avvolge l’intera scala del visibile. COVID-19 entra nei nomi maiuscoli che riscrivono la Storia, uno di quei passaggi cruciali in cui percepisci sulla tua pelle il limbo tra un prima e un dopo, sentendo la densità viscosa del presente, in attesa che il domani ci riporti addosso gli altri come parte di noi.

 

Così, mentre l’umanità si domesticalizza per decreto, la Natura ci grazia con una primavera che scalda dove non riesce la vita reale. Gli animali ascoltano le stagioni come non facevano da decenni. E l’aria perde la solita miopia atmosferica, ritrovando I dieci decimi della sua bellezza limpida.

 

ROMA è la città in cui ho scelto di trascorrere la mia esperienza terrestre. Oggi soggiorno a casa come (quasi) tutti ma osservo da “chirurgo” il mio quartiere, le fotografie social degli amici, I filmati virali che mostrano una Capitale ad elevata ossigenazione, dove l’architettura si dispone come un palcoscenico, dove le piazze diventano teatri, dove le statue parlano un esperanto di armonie invisibili.

 

gianluca marziani foto di bacco (1)

Sto immaginando l’elefante di Bernini che, dopo secoli d’impegno statuario, scende dal plinto di Piazza della Minerva e cammina verso il Pantheon, libero di sgranchire la proboscide e tagliare verso il Senato. Lo immagino passeggiare sul Lungotevere mentre altre sculture viventi si avvicinano a lui, condividendo l’emozione di una libertà che stura le arterie dell’inorganico.

 

Li penso, come in un Gay Pride festante, mentre arrivano al giardino zoologico per incontrare I compagni di una lunga vicenda chiamata Storia. Eccolo l’elefante di Bernini, senza pesi sulla schiena, che ritrova i due elefanti anziani dello zoo: un triplo barrito verso il cielo blu cobalto, un’eco che riempie il silenzio romano e rimette la Natura al vertice e gli uomini in basso, dove gli errori dell’arroganza non si trasformeranno più in danni collettivi.

 

Oggi la città svela il suo guardaroba migliore, le sue anomalie raggianti, la sua sagacia creativa. Roma è una festa dolorosa senza invitati umani, a porte aperte per tutti gli animali in libertà non vigilata, un campo infinito per le scie di pollini senza meta, una geografia della liberazione atmosferica, del silenzio armonico, delle notti per gabbiani padroni.

 

libro presentato

Roma ci ricorda anche che non puoi chiudere la sua attitudine da museo del mondo, qui non ci sono orari per la fruizione del sublime, semmai esistono occhi aperti o chiusi, sguardi che colgono e sguardi che scivolano, cuori che accelerano e cuori che non cambiano ritmo. La Capitale ci ricorda I sapori dolci delle vittorie e quelli amari delle sconfitte; tutto è scritto sulla sua pelle multietnica, tutto permane negli hard disk di pietre e stoffe, tele e marmi, gessi e bronzi… Roma è la sacra scrittura delle arti libere, il Talmud della Bellezza declinabile, il grande libro che ha digerito tragedie, drammi e grandiosità. Se qui è cresciuto e morto il suono epico dell’Impero, scomparirà anche il piccolo suono senza suoni, quel silenzio rotolante di un virus che fa il suo giro come un vento temporaneo. Così, mentre l’assurdo ha ricreato il nuovo reale di un intero popolo, vedo frammenti urbani che richiamano la mia attenzione. Sono brandelli, lacerazioni, anomalie dello scarto, piccoli abbandoni: oggetti e pezzi urbani che diventano installazione viva, materia dal cuore pompante, priva di valore mercantile, spontanea come sa esserlo l’esistente senza aggettivi.

 

invitati

Il contesto ci assicura che non si tratta di arte eppure il pensiero, più libero di qualsiasi opera, suggerisce altre letture della città, nuovi parametri critici, rinnovati moti del giudizio. Una panchina piegata che sembra gomma elastica, un cartello fasciato dal nastro biancorosso, un albergo con un nome da Biennale, un tronco a terra perimetrato dal nastro, due biciclette spastiche, una finestra col suo ovale onirico, tubi da puro minimalismo... Frammenti spontanei che somigliano ad opere di Loris Cecchini, Kendell Geers, Maurizio Cattelan, Pier Paolo Calzolari, Jannis Kounellis, David Hammons, Jan Dibbets… artisti che amiamo e vorremmo attorno a noi, ipotesi possibili di opere “altre” nel derma urbano, a riprova di quanto l’arte sia una storia di fantasmi eterni che riparano I viventi.

 

gianluca marziani stefano antonelli stefano ciavatta foto di bacco

Oggi scoviamo richiami che ricordano l’importanza di gallerie, musei, fondazioni e tutti quei luoghi in cui l’arte trova sosta e condivisione. Spazi chiusi che anch’io, come voi terrestri, voglio rivedere aperti e inclusivi, affinché l’esperienza di un interno non sia solo “prigionia” ma volo libero ad assetto variabile.   

E

pietro folena foto di bacco (1)

Cammino idealmente in questa Roma di anime vive, di ricordi che sono sculture del tempo, di immagini che sembrano cartoline oniriche… è la Roma di Alberto Arbasino con la sua archeologia viva dell’umana specie… è la Roma di Remo Remotti, Valentino Zeichen, Franco Califano, Dario Bellezza, Victor Cavallo e di tutte le voci zingare che declamavano parole di pietra morbida… è la Roma proletaria e libera di Vincenzo Cerami… è la Roma notturna di Gino De Dominicis, Franco Angeli, Pino Pascali, Mario Ceroli, Enzo Cucchi… è la Roma dei grandi galleristi, dei grandi registi, dei grandi scrittori, del teatro sperimentale, degli architetti a Valle Giulia… è la Roma di Riccardo Schicchi, Cicciolina, Moana e di tutti coloro che hanno levato la benda al sesso… è la Roma dei ristoratori “registi” come Natalino a Corso Francia e Bartolo alla Pace… è la Roma di Remigio Leonardis, l’uomo con la cuffia che salutava il mondo da Piazza Barberini… è la Roma di Fausto Delle Chiaie con le sue sculture faidame a Piazza Augusto Imperatore… è la Roma di Massimo Marino con le sue pacche sui culi della notte…  è la Roma di Giorgio Chinaglia con la sua Lazio del 1974... è la Roma melanconica ma mai rassegnata, ferita ma mai morta, puttana ma sempre onesta nei confronti dei suoi viventi.

 

gianluca marziani foto di bacco (2)

Oggi in città tornano a passeggiare i fantasmi “giovani” della sua lunga storia: Federico Fellini si sfila la sciarpa rossa e cammina a via Margutta con Giulietta Masina, vera regina degli spiriti colorati; a Piazza del Popolo c’è Ennio Flaiano che sussurra a Marco Ferreri l’aforisma geniale sul virus; a pochi metri ecco Mario Schifano in jeans bianchi e maglietta nera, impaziente e incendiario anche da fantasma; poco più avanti passeggiano Ettore Scola e Marcello Mastroianni, morbidi e indolenti come solo I fuoriclasse creativi sanno essere; a Piazza di Spagna si vede Giorgio de Chirico che finalmente ha una metafisica sotto lo studio, senza obbligo di fughe ferraresi; Pier Paolo Pasolini siede in solitaria da Ciampini a Piazza in Lucina, occhiali neri e sguardo di chi assolve ma non perdona… davanti al Caffè Greco è un viavai di fantasmi che abbiamo amato e lodato, l’intero centro storico pare un gigantesco party a cielo aperto, popolato da animali vivi e fantasmi amichevoli…

 

gianluca marziani foto di bacco (3)

Dal Tridente a Trastevere, da Monti a San Giovanni, dall’Aventino all’Appia Antica, da Monteverde a Testaccio, ovunque ritroviamo spiriti che dipingono, scrivono, osservano, declamano, insegnano, filmano, disegnano, condividono… fanno le cose che Mamma Roma ha sempre accolto nel suo ventre generoso: inventano i colori del tempo, suonano le note dello spazio, divorano il presente con la fame dei veggenti, scrivono la saggezza con la grammatica della vita vera.

 

 

 

 

fanciulle che si fotografanoalberto improda pietro folena gianluca marziani stefano antonelli stefano ciavatta foto di bacco (2)alberto improda foto di baccostefano ciavatta foto di baccopietro folena foto di bacco (2)pietro folena foto di bacco (3)

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO