cafonalino berlusconi vespa

CAFONALINO DEL SILVIO NATALIZIO - TUTTE PAZZE PER IL BANANA! ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI VESPA È TORNATO IL NAZARENO VERSIONE GENTILONI E SONO TORNATE IN FORMA SMAGLIATA LE DAME ROMANE, PER UNO DEI POCHI EVENTI STRACAFONAL SU CUI SI PUÒ SEMPRE CONTARE

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Fausto Carioti per Libero Quotidiano

 

virman cusenza antonio polito silvio berlusconi bruno vespavirman cusenza antonio polito silvio berlusconi bruno vespa

Non suona bene come Dalemoni o Renzusconi, ma il governo Gentusconi potrebbe avere miglior fortuna. È nato ieri, con il voto favorevole di Forza Italia al salvataggio del Monte dei Paschi predisposto dall' esecutivo, ma era stato concepito al Quirinale già nell' incontro con Sergio Mattarella che Silvio Berlusconi ebbe il 27 ottobre.

 

Nessuno dei due poteva sapere come sarebbe andato il referendum sulla riforma costituzionale né cosa sarebbe successo a Matteo Renzi, ma il capo dello Stato era sicuro che, qualunque risultato fosse uscito dalle urne, subito dopo sarebbe stato necessario trovare una maggioranza in grado di scrivere una nuova legge elettorale. In Parlamento comandano i numeri e i conti sono presto fatti: se con i Cinque Stelle non è possibile stringere accordi, non resta che far convergere Pd e Forza Italia, con i centristi a fare da contorno.

simonetta matone  marisela federicisimonetta matone marisela federici

 

Era l' opportunità che Berlusconi aspettava da anni e infatti si disse subito disponibile.

A referendum votato e Renzi passato a miglior vita politica, il presidente della Repubblica e il Cavaliere - due che più diversi non si può - si sono trovati d' accordo su un' altra cosa molto importante: se il governo ha i numeri per andare avanti, non c' è alcun motivo per cui questa legislatura debba finire prima del previsto.

 

Le altre buone ragioni perché Forza Italia sostenga il governo le ha fornite la francese Vivendi, col suo disegno di sfilare al fondatore di Forza Italia il controllo di Mediaset: i ministri, in coro, hanno subito fatto sapere di avere a cuore la vicenda e di essere pronti a intervenire, se necessario.

silvio berlusconi (8)silvio berlusconi (8)

Forza Gentiloni, dunque.

 

Anche in modo spudorato: ieri Berlusconi, ormai a carte scoperte, ha definito il premier una persona perbene e leale, giudizio che non ha dato invece del leader leghista Matteo Salvini, in teoria suo alleato, in pratica uno che resta comunista dentro.

 

Non si tratta di un' entrata ufficiale nel governo, ovviamente. L' appoggio è limitato ai provvedimenti che contano: le banche, la legge elettorale e i decreti strategici, inclusi quelli di finanza pubblica, se non si tradurranno in un aumento delle tasse. Ma siccome il governo vivrà di queste cose, è chiaro che Berlusconi si avvia a diventare il socio nemmeno troppo occulto di Gentiloni: quando non voterà in favore delle norme governative, sarà perché avrà fatto i conti e si sarà accertato che la salute dell' esecutivo non ne risentirà.

silvio berlusconi (5)silvio berlusconi (5)

 

Buone notizie per Gentiloni e per il pronubo Mattarella, meno per Renzi. Il segretario del Pd ha fretta di vedere le Camere chiuse e i seggi aperti, ma dovrà attendere. Il capo dello Stato vuole almeno far passare il mese di maggio, per non sovrapporre la campagna elettorale e le elezioni ai grandi appuntamenti internazionali in agenda. Meglio ancora sarebbe saltare l' estate e riparlarne, semmai, a ottobre.

 

sandra carrarosandra carraro

E Berlusconi punta a ritardare il voto il più possibile, almeno sino a quando la Corte europea non avrà deciso sul ricorso presentato dai suoi legali, convinto com' è che i giudici di Strasburgo gli restituiranno il diritto di candidarsi.

 

Anche per questo, il leader di Forza Italia è pronto a fare leva nella spaccatura che - ne è sicuro - si aprirà presto tra Renzi e Gentiloni. Se il governo vedrà i propri provvedimenti approvati a larga maggioranza e dimostrerà di avere i numeri per andare avanti, che bisogno ci sarà di anticipare il voto?

michaela biancofiore maurizio gasparri gabriella giammanco laura ravettomichaela biancofiore maurizio gasparri gabriella giammanco laura ravetto

 

Come spiegare agli elettori e al presidente della Repubblica che la legislatura va chiusa anzitempo solo perché Renzi ha fretta? E il Pd fino a che punto può spingersi per staccare la spina al governo? Può togliere la fiducia a un esecutivo zeppo di suoi ministri? Quanto a Gentiloni, fino a che punto arriva la sua fedeltà nei confronti del segretario del Pd? Adesso il rapporto tra i due è forte, ma lo sarebbe anche il giorno in cui il premier dovesse scegliere tra il prudente Mattarella e il frettoloso Renzi?

 

maurizio gasparrimaurizio gasparri

È questo il bivio dinanzi al quale Berlusconi vuole mettere i due, sapendo che, per la prima volta da quando è in politica, il proprio interesse coincide in larga parte con i desideri del Quirinale. La scrittura della legge elettorale, che richiederà tempi ben più lunghi di quelli sperati da Renzi, e la volontà di gran parte dei parlamentari di mantenere la poltrona sino alla scadenza della legislatura, o almeno fino a metà settembre, quando molti di loro matureranno il diritto alla pensione, vanno nella stessa direzione.

 

laura ravetto gabriella giammancolaura ravetto gabriella giammanco

Votare in favore del salvataggio di Mps e garantire opposizione responsabile ogni volta in cui servirà, come ha fatto ieri Berlusconi, è insomma il primo passo di una strategia che mira a scongiurare il voto anticipato, a circuire Gentiloni e a fare emergere tutte le contraddizioni del Pd. Ridimensionati i democratici e fatte elezioni a tempo debito con una legge di tipo proporzionale, nulla impedirebbe poi di governare con loro, stavolta in modo conclamato.

gianluca mech (2)gianluca mech (2)

 

Il nome in grado di mettere d' accordo Forza Italia e Pd, lo ha già pronto: Mario Draghi sarebbe un eccellente presidente per il prossimo governo, ha detto ieri sera. Non è stata un' uscita casuale, l' ottuagenario Berlusconi è davvero inorridito all' idea che il Paese possa essere governato da giovani senza esperienza come quelli proposti dai Cinque Stelle. Servono saggezza, maturità e competenza, va ripetendo. Qualità che lui sente di avere più di chiunque altro, ma se proprio dovesse toccare a un altro, quel Draghi sarebbe perfetto.

 

federica imperiali concita borrellifederica imperiali concita borrellibruno vespa (2)bruno vespa (2)adolfo panfili col figlio ildebrandoadolfo panfili col figlio ildebrandoandrea ruggeriandrea ruggericarla de cherchi antonio zequilacarla de cherchi antonio zequilacecilia primerano (2)cecilia primerano (2)franco bechis in versione fotograficafranco bechis in versione fotograficagiancarlo mazzuca (1)giancarlo mazzuca (1)marisa stirpemarisa stirpegiacomo caliendogiacomo caliendofranco bechisfranco bechismario stirpe con la moglie marisamario stirpe con la moglie marisamaria rizzottimaria rizzottigiacomo caliendo simonetta matonegiacomo caliendo simonetta matonecicci adreani valeria licastrocicci adreani valeria licastro

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…