collina

“HANNO PROVATO A FARMI SMETTERE DI ARBITRARE PERCHÉ AVEVO PERSO I CAPELLI. A 24 ANNI HO SOFFERTO DI ALOPECIA TOTALE” – PIERLUIGI COLLINA, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ARBITRALE FIFA, RACCONTA LA SUA MALATTIA: "I VERTICI ARBITRALI MI FERMARONO PER 3 MESI. IO SONO STATO FORTUNATO, ERO GIÀ ADULTO. PROVATE A PENSARE COME SIA NON AVERE CAPELLI PER UN BAMBINO, DI FRONTE ALLA CRUDELTÀ DEI COETANEI” – LA BATTUTA DI RONALDO, IL DILUVIO DI PERUGIA-JUVE E LA PROPOSTA DI CAMBIARE LE REGOLE SUI RIGORI: “I PORTIERI SONO PENALIZZATI. FACCIAMO COME COME NEI PENALTY DOPO I SUPPLEMENTARI...”

Matteo Pinci per “la Repubblica” - Estratti

 

https://www.repubblica.it/sport/calcio/2025/02/11/news/pierluigi_collina_intervista_rigori_portieri_penalizzati_cambiamo_regole-423994567/

 

pierluigi collina

Vent’anni, una vita intera. Era il 2005 quando Pierluigi Collina ha detto basta. Per molti il miglior arbitro della storia, certamente l’unico diventato un simbolo. Anche per la Fifa, che nel 2017 lo ha nominato presidente della sua commissione arbitrale.

 

Collina, le è mai capitato di sognare di arbitrare una partita?

«Ho avuto la fortuna di decidere io quando smettere. Ma da subito mi sembrava che mi avessero tolto qualcosa: il primo weekend andai con degli amici fuori in barca, era metà agosto, e anziché godermela ero lì che mi sentivo strano. Dov’era la partita? Sì, mi capita di sognare di arbitrare, perché a me piaceva: mi piaceva tantissimo. Il problema è che poi arriva il mattino».

 

(…)

 

Ha mai avuto la tentazione di lasciare il campo per degli insulti?

«No, mai. Ma hanno provato a farmi lasciare il campo. Anzi: a farmi smettere di arbitrare perché avevo perso tutti i capelli. Quando a 24 anni ho sofferto di alopecia totale, nel giro di due settimane ho perso tutte le forme pilifere e solo perché ero “bravino” ho continuato. I vertici arbitrali mi fermarono per 3 mesi. Poi mi fecero un test: mi mandarono ad arbitrare una partita a Latina, uno stadio caldo, per vedere che effetto facessi alle persone. Sarò sempre grato a quel pubblico: a loro quel giorno non poteva fregare meno di avere un arbitro senza capelli».

pierluigi collina 7

 

Cosa ha pensato in quei tre mesi senza calcio?

«Che fosse un’ingiustizia. Ma nello stesso periodo uno dei miei migliori amici stava facendo la chemio per un osteosarcoma. Eravamo entrambi senza capelli, ma il vero problema era il suo, non il mio».

 

Lei si è speso molto per aiutare bambini e ragazzi colpiti da alopecia che rischiavano di essere discriminati.

«Mi diedero un tapiro dopo che a una cerimonia di premiazione venne fatta un po’ di ilarità sui miei capelli, non capendo che la mia è una malattia di cui soffre tanta gente e che psicologicamente può creare grossi problemi. Perché colpisce trasversalmente: bambini, donne. Io sono stato fortunato, ero già adulto.

Provate a pensare come sia non avere capelli per un bambino, di fronte alla crudeltà dei coetanei. O cosa possa significare perderli per una ragazzina di 13 o 14 anni».

 

Come reagì a quelle ironie?

pierluigi collina 8

«Quel premio finì in un cassonetto, e poi mi diedero un tapiro perché pensavano che io fossi arrabbiato. Lo ero, lo ero molto. Per me e ancora di più per i tanti che soffrono di questa malattia».

 

Eppure la sua unicità, insieme al suo talento, l’ha resa popolarissimo.

«Essere stato sulla copertina di un videogioco ti dà grande visibilità, certo. Mi fa sorridere che mi riconoscano i ragazzini di 12, 13, 14 anni, che non erano neanche ancora nei progetti dei genitori quando io ho smesso di arbitrare. E mi chiedo: come fanno a sapere chi sono e cosa ho fatto?».

Suo malgrado è diventato anche il volto di un sito che trasmette illegalmente le partite.

«Purtroppo la caricatura non è tutelata, chiunque la può usare. Lo ha fatto a mia insaputa George Michael nel video di un suo brano, Shoot the dog . E anche il cartoon Holly e Benji , dove ero l’arbitro della finale del mondiale tra Brasile e Giappone».

 

Lei è un collezionista?

«Ho una collezione che potrebbe fare invidia a un museo del calcio.

pierluigi collina 6

C’è il pallone della finale della Coppa del Mondo 2002: quel giorno ho fischiato la fine della partita con credo 13 o 14 secondi di ritardo, ininfluenti per il risultato, per avere la certezza che il pallone fosse fra le mie mani, per portarlo a casa con me.

Alla premiazione, prima di ricevere la medaglia, una persona dell’organizzazione mi disse: “Pierluigi, se mi dai il pallone te lo tengo io”. Gli risposi: “Non ci penso neanche lontanamente, il pallone resta con me”. Nelle foto della cerimonia sono sempre con quel pallone in mano».

 

E ora dov’è il pallone?

«Nello studio dove lavoro: ci sono un po’ di palloni, di magliette. A chi ama il calcio luccicherebbero gli occhi. Ho la maglia di Ronaldo, sempre della finale 2002: arrivò negli spogliatoi, me la diede dentro un sacchetto ancora sudata. E di quel giorno ho anche quella di Cafu. E di Hamann».

 

Una maglia storica, quella di Ronaldo: per i due gol decisivi e per l’acconciatura a mezzaluna…

pierluigi collina 5

«Con Ronaldo ho un ottimo rapporto. Anni dopo ci siamo rivisti a un evento benefico e chiacchierando gli dissi: “Ronnie, ma quel taglio di capelli?”. E lui mi disse: “Ma proprio tu parli?”».

 

A proposito di partite particolari: in un Foggia-Bari del 1997 fece cambiare il campo alle due squadre nel secondo tempo.

«Quella volta dagli spalti tiravano di tutto verso il portiere del Bari ed evitai che dovesse restare nella porta sotto la curva del Foggia: l’allora giudice sportivo Maurizio Laudi, una persona straordinaria, disse che l’interpretazione data era ultra legem sed non contra legem . Era la maniera per portare a casa la partita, con la condivisione dei protagonisti.

Giocatori e tecnici mi chiedevano: “Ma si può fare?”. Dissi: “Se voi mi dite che vi va bene, lo facciamo”».

E poi Perugia-Juve del 2000, lo scudetto alla Lazio in rimonta e lei sotto il diluvio con l’ombrello.

pierluigi collina 4

«Quello che fu sicuramente anomalo, fu il tempo tra quando fu sospesa la partita e quando riprese. Ma le condizioni del campo non erano poi così brutte, abbiamo visto situazioni peggiori. Chi era lì lo scrisse sul giornale e i giudizi furono unanimemente positivi».

 

 

(…)

C’è un momento nella vita in cui quest’abitudine può diventare un problema?

«È chiaro che quando sei abituato a prendere decisioni tendi a prenderle, anche quando magari dovresti demandarle. Ma a casa ho sempre cercato di creare una sorta di riserva indiana, dove entri e sei un po’ isolato dal contorno: ti aiuta molto».

 

 

Ha mai vissuto in campo conflittualità particolari?

pierluigi collina 2

«Mi ricordo che una volta, due o tre settimane dopo una partita, mi arrivò a casa una foto in cui eravamo ritratti io e Casiraghi faccia a faccia. E non eravamo sereni. Ma la cosa buffa è che dietro c’erano due frasi scritte a mano da lui: “Anche se dalla foto non sembra, la stima è sempre tanta”. Fu bello».

 

A tanti non piacciono i gol annullati per un centimetro di fuorigioco visto con il microscopio della telecamera.

«L’accuratezza però è sempre un vantaggio. Poi potremmo dire: due centimetri sono così determinanti? A 40 metri dalla porta forse no, magari in area di rigore lo diventano. Mettere una soglia? Bisogna sempre cercare di capire se la soluzione risolve il problema, o se invece ne crea un altro, magari peggiore. E poi: fino a quanto i centimetri non sono rilevanti? Due, cinque, dieci? Oggi grazie alla tecnologia nel fuorigioco, così come nel gol-non gol, abbiamo una certezza quasi assoluta».

 

Abbiamo visto recuperi fiume, ai Mondiali in Qatar, accolti da reazioni contrastanti.

pierluigi collina 14

«Quando hai partite in cui si gioca per 42 minuti effettivi secondo me ti devi porre la domanda: è giusto? Certe interruzioni vanno compensate. Il gol è un momento di gioia, dover interrompere l’esultanza di chi ha segnato per tutelare chi lo ha subito e il suo diritto di riprendere il gioco è una cosa illogica. In Qatar dopo un gol vedevi le riserve entrare in campo per festeggiare con i compagni di squadra. Per me questo è fair play».

 

Capitolo rigori: capita spesso che l’attaccante sbagli ma segni sulla respinta. Non è un vantaggio enorme per chi calcia?

«Credo che esista un gap eccessivo tra le possibilità che ha l’attaccante e quelle del portiere. Già si segnano in media il 75% dei calci di rigore, e spesso il rigore è un’occasione maggiore di quella che è stata tolta con il fallo. In più si dà anche la possibilità di giocare la respinta del portiere? Secondo me i portieri dovrebbero lamentarsi».

 

Che soluzione suggerisce?

pierluigi collina 1

«L’ho già detto in discussioni che abbiamo avuto all’Ifab: una soluzione è il one shot. Come nei rigori dopo i supplementari: non c’è respinta, o fai gol o si riparte da un calcio di rinvio, punto. E così eviti anche il teatrino che oggi c’è prima di un calcio di rigore, con tutti lì intorno all’area. Sembrano i cavalli ai canapi prima della partenza del Palio di Siena».

pierluigi collina 13

 

pierluigi collina 12

(…)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…