carlo cimbri andrea orcel giorgia meloni ursula von der leyen

DAGOREPORT – MENTRE ORCEL STRINGE SU BPER E CIMBRI PREPARA L’ARROCCO (AVREBBE BUSSATO ALLA PORTA DI CARLO MESSINA, CEO DI INTESA), CHE FINE HA FATTO LA CONTESA TRA ITALIA E COMMISSIONE EUROPEA SUL GOLDEN POWER CHE HA MESSO LA PAROLA FINE ALLA SCALATA DI UNICREDIT SU BANCO BPM? COME MAI LA FORMALIZZAZIONE DELLA PROCEDURA DI INFRAZIONE DELLE REGOLE COMUNITARIE AL GOVERNO MELONI NON È PARTITA DA BRUXELLES? URSULA VON DER LEYEN HA DECISO DI TEMPOREGGIARE, TENERLO NEL CASSETTO, NON VUOLE DESTABILIZZARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI IMPEGNATISSIMA NELLA CAMPAGNA ELETTORALE, MA SOPRATTUTTO, CON LA SUA MAGGIORANZA TRABALLANTE, AVERE UNA CAMBIALE A CREDITO DA FRATELLI D’ITALIA UN DOMANI PUÒ FAR MOLTO COMODO - LA SMENTITA DI UNICREDIT: "NESSUNA DISCUSSIONE CON BPER PER FUSIONE"


Unicredit, nessuna discussione con Bper per fusione

(ANSA) -  "Non apprezziamo le continue speculazioni e indiscrezioni che circolano e che non portano alcun beneficio alle parti menzionate. Abbiamo un ottimo rapporto con Unipol e Bper e intratteniamo regolarmente conversazioni a livello di business su numerosi argomenti, ma non vi sono discussioni in merito a una fusione tra i due gruppi e queste indiscrezioni sono del tutto infondate". Così un portavoce di Unicredit in merito a quanto riportato da La Stampa che indica una stretta del gruppo di Piazza Gae Aulenti su Bper che ha appena rilevato Sondrio. "Le voci che circolano in più direzioni sembrano avere lo scopo principale di alimentare le speculazioni", sottolineano poi fonti. 

 

DAGOREPORT

lettera della commissione ue sul golden power unicredit bpm 1

Scusate, ma che fine ha fatto la contesa tra Italia e Commissione europea sul Golden power che ha messo la parola fine alla scalata di Unicredit su Banco Bpm?

 

Come del resto, da mesi siamo in trepida attesa della chiusura delle indagini dei Pm della Procura di Milano, diretta da Mario Viola, sulla vendita del 15% di Mps da parte del Mef finita – guarda che coincidenza! – nelle mani di Caltariccone e compagni.

 

Era ottobre quando Bruxelles inviò due lettere di contestazione al governo italiano. Una intimava, in base all'art 21 comma 4 del regolamento sulla Concorrenza, di ritirare il Dpcm del 18 aprile, con cui il governo italiano ha dato il via libera alle prescrizioni all'operazione, che vietavano a Unicredit di ridurre l'operatività in Italia, ponendo vincoli sulla clientela e chiedeva l'uscita della banca guidata da Andrea Orcell dalla Russia entro nove mesi.

 

ursula von der leyen giorgia meloni conferenza sulla ricostruzione dell ucraina. foto lapresse

Il Golden Power inflitto a Unicredit era stato considerato dai funzionari europei ai servizi finanziari sproporzionato rispetto alle eccezioni previste dall'art 21/4, che ammette deroghe soltanto per motivi di sicurezza pubblica.

 

Cioè in un ambito molto ristretto, che non comprende, per esempio, la tutela del risparmio nazionale. Ma la replica di Giorgetti, ribadiva che le prescrizioni rientrano nel perimetro della protezione della sicurezza nazionale e quindi è consentito agli Stati membri intervenire.

 

La seconda lettera faceva riferimento invece a una procedura di infrazione delle regole comunitarie.

 

ANDREA ORCEL FOTO LAPRESSE

Con Maria Albuquerque che, all’Ecofin del 10 ottobre scorso, aveva tuonato: “Siamo pronti ad agire se c'è l'intenzione di impedire lo sviluppo del mercato unico. Pertanto, affronteremo tutte le questioni che possono impedire l'attuazione corretta delle regole concordate: quelle che bloccano la prestazione transfrontaliera di servizi, le fusioni e così via”.

 

A quel punto, il governo Meloni, attraverso il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti, si era precipitato a chiedere alla presidente della Commissione, Maria Albuquerque, un rinvio della formalizzazione della procedura di infrazione, con la scusa che avrebbero modificato le norme della legge sulla ‘’sicurezza nazionale’’.

 

MARIA LUIS ALBUQUERQUE

Ad oggi, la formalizzazione della procedura di infrazione delle regole comunitarie al governo Meloni non è partita da Bruxelles. Come mai, visto che alla posizione di condanna della commissaria europea ai servizi finanziari Maria Albuquerque si è aggiunta la voce della vicepresidente di Ursula von der Leyen, Teresa Ribeira?

 

Quest’ultima ha pure sottolineato il seguente fatto: se il governo Meloni chiede il rinvio della procedura di infrazione poiché intende modificare la legge sul Golden Power, perché intanto non ritira il Dpcm del 18 aprile anti Unicredit?

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Ma Ursula von der Leyen ha deciso di temporeggiare, tenerlo nel cassetto e magari tirarlo fuori nei giorni a seguire il voto regionale in Italia.

 

Intanto, la presidente della Commissione europea non vuole destabilizzare gli otoliti di Giorgia Meloni impegnatissima nella campagna elettorale, ma soprattutto, con la sua maggioranza traballante, avere una cambiale a credito da Fratelli d’Italia un domani può far sempre comodo…

 

UNICREDIT STRINGE SU BPER, CIMBRI PREPARA L’ARROCCO

Giuliano Balestreri per www.lastampa.it

 

unicredit in russia

Da Milano a Modena. Da Banco Bpm a Bper. Le mire di Unicredit si sarebbero spostate verso est, sulla banca guidata da Gianni Franco Papa che ha appena incassato il via libera alla fusione con la Popolare di Sondrio. Un gruppo che capitalizza circa 20 miliardi di euro - come la banca di Piazza Meda - con il quale le sovrapposizioni territoriali sarebbero ridotte al minimo e che permetterebbe a Unicredit di crescere nel segmento delle Pmi.

 

CARLO CIMBRI

Oltre ad aumentare la propria presenza in un’area, dall’Emilia Romagna al Veneto, particolarmente ricca. Di più: negli ultimi giorni il titolo di Bper ha perso più di quello Unicredit. Abbastanza perché l’osservazione di Andrea Orcel sul dossier si sia fatta giorno dopo giorno più attenta.

 

L’operazione sarebbe cara, servirebbe un premio importante, ma è un dato di fatto che Bper in questa fase di integrazione sia più vulnerabile. E che per il titolo ci sia spazio di crescita. Un po’ come successo in Germania con Commerzbank.

 

bper 1

A complicare la situazione, per Unicredit, è l’azionariato di Bper che vede Unipol vicina al 20% del capitale a cui si aggiunge un altro 4,7% in derivati. A fianco del gruppo guidato da Carlo Cimbri c’è poi la Fondazione di Sardegna con il 7,4% e la stessa Bper ha comprato, sempre in derivati, il 9,9% del proprio capitale.

 

Una struttura che potrebbe blindare il controllo del gruppo bancario, ma che Orcel non dispera di poter aggirare. Anche perché da Bruxelles, dove Cimbri e l’amministratore delegato del gruppo assicurativo Matteo Laterza hanno inaugurato la nuova sede istituzionale, i manager hanno confermato che le azioni sottostanti il 4,7% del capitale oggetto di share swap su Bper sono custodite dalla controparte del derivato; tuttavia nessuno dei due ha voluto svelare se il meccanismo valga anche per il 9,9% della banca emiliana. Come a dire che l’arrocco pensato per ridurre il flottante e ostacolare scalate ostili potrebbe non essere così solido.

 

ursula von der leyen giorgia meloni conferenza sulla ricostruzione dell ucraina foto lapresse

E Cimbri avrebbe fiutato il pericolo di una mossa ostile da parte di Unicredit. Con quest’ultima i discorsi per un’eventuale partnership sul fronte della banca assicurazione non sono mai decollati. Anche se il presidente della compagnia bolognese ha detto: «Noi andiamo avanti per la nostra strada, poi nel futuro tutto è possibile. Abbiamo la nostra strategia e su questa cercheremo di portare i migliori risultati possibili».

 

Nel frattempo, però, il manager non sarebbe rimasto fermo in attesa di una mossa di Orcel e avrebbe bussato alla porta dell’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina per cercare di dare un segnale al mercato.

 

carlo messina

Secondo quanto ricostruito da La Stampa, Cimbri potrebbe aver parlato con il banchiere anche di un patto su Arca, la sgr parte del gruppo Bper dal 2019. L’obiettivo sarebbe stato quello di coinvolgere Intesa per frenare le tentazioni di Unicredit, ma Messina, dall’inizio del risiko bancario è sempre stato lineare.

 

Alla presentazione dei conti dei nove mesi, il banchiere aveva spiegato di non aspettarsi «mosse significative nei prossimi mesi: nel 2026 vedremo cosa può succedere ai nostri concorrenti che non hanno chiuso operazioni nel 2025» sottolineando che «in ogni caso Intesa Sanpaolo non sarà parte di alcun tipo di consolidamento nel settore bancario e assicurativo».

 

Anche perché il banchiere, in attesa del nuovo piano industriale, è convinto del «forte potenziale di crescita organica della banca» e per il 2025 si aspetta un «utile netto oltre i 9 miliardi di euro, sostenuto dal contributo equilibrato di tutte le aree di business».

 

unicredit 1

Sullo sfondo di un’eventuale mossa ostile da parte di Orcel resta il governo. Difficilmente, però, l’esecutivo potrebbe utilizzare contro una scalata su Bper le stesse armi del Golden power messe in campo per difendere Banco Bpm. Su cui pende ancora il giudizio dell’Unione europea e il ricorso al Consiglio di Stato promosso da Unicredit contro la sentenza del Tar che non aveva cancellato il Golden power. Inoltre, politicamente, Bper, nonostante la conquista di Sondrio, resta meno rappresentativa per la Lega e gli stessi Fratelli d’Italia.

LETTERA DEL MEF A UNICREDIT SUL GOLDEN POWER - 30 MAGGIO 2025ANDREA ORCEL UNICREDIT

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...