"CEZANNE ERA UN ARTISTA TRACAGNOTTO, SOVRAPPESO, UN PO’ CALVO, CON UN’ARIA MOLTO PER BENE E FORSE ANCHE NOIOSA" - ANTONIO RIELLO SULLA MOSTRA DEL PITTORE FRANCESE AL "MUSEO GRANET" DI AIX-EN-PROVENCE, DOVE IL PAPA' DEL PITTORE COMPRO' UN'AMPIA CASA PER RIFUGIARSI IN ESTATE: "IL PHISIQUE DU ROLE DELL'ARTISTA È FORSE POCO ADATTO AI LUOGHI COMUNI CHE ACCOMPAGNANO L’ICONOGRAFIA DEGLI ARTISTI D’AVANGUARDIA. A DIFFERENZA DELLA MAGGIOR PARTE DEI COLLEGHI BOHEMIEN DI PARIGI, CEZANNE È UN TIPO ALQUANTO MONOGAMO"

Antonio Riello per Dagospia

 

autoritratto cezanne b

Cezanne, il padre nobile delle Avanguardie storiche e il legittimo precursore del Cubismo. Paul Cezanne (1839-1906), il tranquillo borghese di provincia la cui ricerca è stata una delle colonne della rivoluzione artistica europea dei primi anni del XX Secolo.

 

E’ come se avesse inventato il primo (ancora magari un po’ acerbo) algoritmo dell’Arte Contemporanea. Cosa c’è ancora da scoprire sul grande maestro? Il suo catalogo ragionato, sistematizzato da Lionello Venturi nel 1936, è uno dei pochi “testi sacri” della critica del ‘900: un immutabile oggetto di culto. E comunque, dopo la super esposizione del 2022 alla Tate di Londra, il dossier Cezanne sembrava in qualche modo definitivo.

 

Il museo Granet di Aix-en-Provence, la città dove è nato e ha passato gran parte della sua vita, ha trovato felicemente il modo di farci conoscere un lato ancora non molto noto del suo illustre cittadino. La mostra “Cezanne au Jas de Bouffan”, curata da Bruno Ely e Denis Coutagne, è dedicata al genius loci cezanniano.

ritratto achille empiraire

 

E in particolare ad un luogo decisivo della sua vita: l’ampia casa di campagna che suo padre, Louis-Auguste, comprò nel 1859 per rifugiarsi dalle calde estati del Midì. Ai francesi di oggi questo tipo di proprietà sono note come “bastide”, i provenzali tradizionalmente li chiamavano “jas”. Questa appartenne alla famiglia Cezanne fino al 1899.

 

Il sito (che nel corso del tempo ha avuto diversi proprietari e occupanti prima di essere ceduto, nel 2017, alla città) è da poco finalmente visitabile dal pubblico. E’ proprio qui che il giovane Cezanne iniziò seriamente a dipingere. Uno studio dove lavorare al primo piano e un lungo salone dove esporre al piano terra. 

 

La suggestione è sicuramente potente ma gli immediati dintorni (supermercato con parcheggione, casette a schiera, strada trafficata, etc. etc.) senz’altro la mortificano. La verità? anche per i più sfegatati fan dell’artista (come chi scrive) è un po’ una delusione. Per fortuna ci sono le foto dell’epoca fatte da Venturi e da Robert Doisneau e una parte del parco rimasta abbastanza intatta (soprattutto il viale dei castagni).  Ma comunque la fantasia dell’adepto fa - quasi sempre - miracoli: si esce felici dal pellegrinaggio.

autoritratto cezanne a

 

Da parte sua invece la magnifica e dettagliatissima mostra al Museo Granet sa rincuorare immediatamente anche gli animi più scettici. Le opere raccolte provengono da ogni dove: ovviamente da vari musei francesi, ma anche dagli Stati Uniti e dal Giappone. Gli interni del grande salone dove trovavano ospitalità le sue fatiche sono cronologicamente ricostruiti all’interno del museo con meticolosa esattezza.

 

Non solo tele, in alcuni casi si era cimentato a dipingere direttamente sulle pareti (alcuni di questi affreschi, staccati dai muri originali, si possono qui ammirare). Si inizia insomma con un giovane Cezanne che è ancora molto lontano dalla maturità artistica. Ingenuità e copie - più o meno riuscite - non mancano, come è logico che sia. Ciò ci permette di comprendere al meglio, proprio grazie a queste rare reliquie, la sua evoluzione creativa.

jas foto d epoca b

 

Ma presto arrivano i famosi autoritratti: dove Cezanne appare con un “phisique du role” forse poco adatto ai luoghi comuni - epici o almeno un po’ eroici - che accompagnano l’iconografia degli artisti d’avanguardia. E’ infatti tracagnotto, sovrappeso, un po’ calvo, con un’aria molto per bene e forse anche noiosa.

 

Tanti anche i ritratti dei famigliari. Soprattutto quelli del burbero padre a cui piaceva tanto leggere i quotidiani. Poi gli amici, primi fra tutti Joachim e Henri Gasquet. E il collega Achille Emperaire, assieme allo scrittore Emile Zola.

 

Alcuni memorabili opere mostrano il piccolo Paul (il figlio) e l’amata Hortense. A differenza della maggior parte dei colleghi bohemien di Parigi, Cezanne è un tipo alquanto monogamo. Ma non è esattamente un coraggioso romanticone: fino alla morte del padre (che di fatto lo finanziava/manteneva) non sposerà Hortense, sebbene Paul fosse già nato. Lei era di umilissime origine e il rigido padre non avrebbe mai approvato la loro relazione (che appunto rimase a lungo semi-segreta).

 

catalogo mostra

L’accesso di Hortense al Jas de Bouffan sarà quindi solo sporadico e tardivo. Per dirla in termini zodiacali: Cezanne era un timido, geniale e prudente Capricorno (era nato infatti il 19 Gennaio), non certo un estroverso e audace Leone.

 

Altri ritratti racchiudono l’anima della gente semplice che viveva nella zona. In questo caso sono braccianti, giardinieri, osti, commercianti. Il Blu di Provenza che usa Cezane per le loro bluse è diventato uno standard cromatico. Il tema vernacolare, molto amato, dei “contadini-giocatori di carte” fu realizzato in cinque diverse versioni (in mostra quella conservata a Parigi). L’ispirazione deriva direttamente da un quadro che l’artista vide (e studiò) proprio al Museo di Aix-en-Provence.

jas foto d'epoca a

 

Dalle finestre del Jas di Natura se ne vedeva parecchia, e infatti sembra averlo particolarmente ispirato. Importanti e numerosi i dipinti di alberi e arbusti. Si intravede dal giardino, in lontananza, anche la montagna Sainte-Victoire che diventerà uno dei suoi temi preferiti. Inizia, sempre da queste parti, anche la serie delle bagnanti. Un soggetto che si dipanerà, a sua volta, in vari filoni. Matisse, come è noto, ne fu ammaliato. 

 

La sua identità è però particolarmente connotata ad un altro tipo di Natura: la cosiddetta “Natura Morta”. Un genere pittorico che nasce già nel ‘600 ma che prospera parallelamente alla borghesia del vecchio continente. Una natura “educata ed obbediente” che ne riflette profondamente le caratteristiche culturali ed ideologiche: controllo estremo dell’ambiente naturale, catalogazione, utilizzo e composizione di frammenti selezionati, costruzione di un ordine ben preciso.

 

ritratto henri gasquet

La “Natura Morta” è inoltre, per vari aspetti, il manifesto visivo dell’imperante riduzionismo scientifico dell’800. Cezanne logicamente ci va a nozze. In mostra, tra tante altre, anche la celebre “l’Amour en platre” del 1895 (prestata dal Nationalmuseum di Stoccolma). Sono proprio le sue (apparentemente umili) nature morte che, diventando passo a passo sempre più geometriche ed astratte, producono il fermento di cui si nutrirà l’Avanguardia storica. Le rivoluzioni moderne hanno sempre avuto una matrice borghese, c’è poco da fare. Il glamour intellettuale - quando arriva - arriva dopo.

 

Per i pellegrini dell’Arte più motivati: alle porte di Aix-en-Provence (ci si arriva anche con l’autobus) c’è un altro studio che l’artista, nel 1901, fece appositamente costruire, l’Atelier des Lauves. In questo caso l’ambiente è molto meglio preservato e dà soddisfazione al visitatore. Ma è stato in uso solo 5 anni.

contadino provenzale

 

Un bel catalogo, ricco di testi critici e realizzato in collaborazione con il Musée d’Orsay di Parigi, raccoglie le foto delle opere in esposizione. Sono ben 130 opere, di qui circa 80 dipinti ad olio. Intelligente (e realmente inclusiva) la postazione in Braille che permette anche ai non-vedenti di “ammirare-con-il-tatto” un paio di opere di Cezanne.

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