vittorio feltri spumante

ARCHEO-FELTRI – LEGGETE COSA SCRIVEVA NEGLI ANNI ’80 VITTORIO FELTRI SULL’ALCOLISMO: “BACCO È IL PIÙ GRANDE AMICO E IL PIÙ GRANDE ASSASSINO. I BICCHIERINI DI TROPPO UCCIDONO MILLE VOLTE DI PIÙ CHE L'EROINA. LA DOSE PUÒ AMMAZZARE SUL COLPO, IL FIASCO TOGLIE LA VITA A PICCOLI SORSI. LA GENTE BEVE DA SEMPRE, DICONO ALTRI. IL VINO È CIVILTÀ. OGGI UOMINI E DONNE INGOIANO ALCOL SENZA SORRIDERE. IL BERE SI È NEVROTIZZATO, COME IL FUMARE: È UN GESTO RIPETITIVO, MONOMANIACALE, UN RITO ESTENUANTE E SCHIAVIZZANTE…”

Vittorio Feltri per "Libero Quotidiano"

 

VITTORIO FELTRI

Qui di seguito pubblichiamo un articolo scritto dal direttore Vittorio Feltri negli anni Ottanta sugli italiani grandi produttori di vino ma anche grandi bevitori.

 

Gli italiani potranno forse morire di freddo o di fame, ma non moriranno mai di sete. Li salva il vino, di cui sono grandi produttori e grandissimi bevitori. E il whisky, di cui sono i maggiori importatori d'Europa.

 

Non avremo l'umorismo sottile degli inglesi, ma siamo i più ricchi di spirito. Anche dei francesi che fino a qualche anno fa detenevano il primato mondiale del brindisi. Se i "militi" e i fiancheggiatori delle Brigate rosse - secondo le stime dei servizi segreti - sono oltre cento mila, gli acquirenti del rosso di Puglia sono almeno cinque milioni; e se la terza via al socialismo è tortuosa, la via del bianco è più praticata della Roma-Ostia.

 

binge drinking 3

Le statistiche più aggiornate, elaborate dal professor Cancrini dell'università di Roma, sono - è il caso di dirlo - da capogiro: 600 mila alcolizzati. Bevono e respirano, non fanno altro.

 

Nelle retroguardie dell'etilismo c'è poi un esercito di candidati alla fase acuta: tre milioni e mezzo di bevitori abituali e destinati a uscire presto dalla trincea delle bottiglie per passare alle ampolle dell'ipodermoclisi. Dovranno battersi contro la cirrosi epatica che avanza a vele spiegate su un mare di alcol: dal 1960 a oggi è aumentata del 140 per cento: 50 decessi all'anno per ogni centomila abitanti. Dal 1958 al 1978 i ricoveri in manicomio sono cresciuti del 310 per cento fra le donne, del 299 fra gli uomini da 30 a 49 anni. E i ricoveri in ospedale, mediamente, del 130 per cento. E poi dicono della droga.

VITTORIO FELTRI

 

Ma per la maggior parte degli italiani l'eroina rimane la moglie di Garibaldi, e la ricerca dei paradisi artificiali non si svolge tanto nella siringa quanto nel fondo della bottiglia. Si muore più di mezzolitro che di cucchiaino, i bicchierini di troppo uccidono mille volte di più che l'eroina.

 

La dose può ammazzare sul colpo, il fiasco toglie la vita a piccoli sorsi. Il calvario dell'alcolista di solito è molto lungo, venti o trent' anni di singhiozzo prima di esalare l'ultima zaffata. Venti o trent' anni vissuti nell'ansia e contro l'ansia: gli alcolisti bevono per farsela passare, ma l'effetto tranquillante dello spirito dura poco e in misura diversamente proporzionale al grado di alcolismo. È come una tortura: giù vino e su sete.

ALCOLISMO

 

Eppure tutti parlano con angoscia del problema droga, ma nessuno o pochi si preoccupano della sbronza. Mentre sociologi, psicologi, medici e ministri alzano gli scudi contro il pericolo del "buco", milioni di italiani alzano il gomito convinti che non faccia male. Anzi, sono incoraggiati a tracannare sempre di più da una serie di luoghi comuni sulle presunte qualità terapeutiche del sorso. E dalla pubblicità addirittura ossessiva.

 

L'ATMOSFERA

vittorio feltri

L'amaro che ci trasforma in Superman, l'aperitivo che ci salva dai guai della giornata, il liquorino che dilata le coronarie, l'atmosfera, e giù con le immagini suggestionanti: distinto quarantenne brizzolato che porge una coppetta di un certo liquore a bellissima bionda; sorriso condiscendente di lei che gli accarezza la mano e lo conduce verso la terrazza; una folata di vento che gonfia le tende e, sullo sfondo blu di un mare spumeggiante, la coppia s' abbandona in un lungo abbraccio.

 

Ovviamente, è sottinteso che se il quarantenne brizzolato ce l'ha fatta, il merito è del liquore. E siccome l'istinto imitativo è forte in tutti, i più deboli non appena avranno per le mani una bionda, magari anche bruttina, crederanno che senza cicchetto lei non ci sta. Si comincia così: il primo sorso per vincere l'insicurezza, il secondo per brindare al successo, il terzo per affrontare il capufficio e via di seguito di tappo in tappo finché il pretesto per bere si presenta ogni momento della giornata.

bevande alcoliche

 

Il bicchierino diventa indispensabile anche per prendere l'ascensore. Qualcuno obietta che la pubblicità non ha alcuna responsabilità in quanto se uno è così indifeso da lasciarsi influenzare da un carosello, sarà stupido da ubriaco quanto da sobrio. Ma certi schematismi sono inapplicabili quando si tratta di valutare i fenomeni di massa: anche blu jeans attillati pare che rendano impotenti e frigide, eppure li indossano interi popoli. Tutti cretini non saranno.

 

DOLORE DEL VIVERE

alcolismo

la gente beve da sempre, dicono altri. Il vino è civiltà. Sarà, ma un conto è considerarlo un alimento, sia pure stimolante e particolarmente gradevole; un altro è tracannarlo come analgesico del dolore di vivere. Anche i contadini dell'Albero degli zoccoli non disdegnavano il fiasco, ma compariva sul tavolo come il più simpatico dei convitati; raramente sostituiva l'amico o la moglie.

 

VITTORIO FELTRI MANGIA

Oggi invece, nella società delle tecnologie avanzate, uomini e donne ingoiano alcol senza sorridere: come accade frequentemente di vedere gente in auto che parla da sola a un semaforo rosso, così è facile incontrare al bar persone che si fanno un doppio whisky di fretta, un occhio all'orologio, un altro bicchiere.

 

Già nel 1964, in Italia il consumo pro capite di alcol puro all'anno era di 15 litri; ma questa pur allarmante quantità, in 15 anni si è quasi raddoppiata nonostante gli addetti dell'agricoltura, nel frattempo, si siano dimezzati. È la prova che l'etilismo non è una malattia da zappa. Anzi, è più diffuso al Nord che al Sud: in Lombardia c'è un alcolista su 100 abitanti; in Sicilia e in Calabria, 1 su mille. Il bere si è nevrotizzato, come il fumare: è un gesto ripetitivo, monomaniacale, un rito estenuante e schiavizzante.

alcol e giovani 1

 

Agli inizi degli Anni Trenta, 98 bevitori su 100 erano ultra cinquantenni; solo lo 0.01 per cento era costituito da donne. Adesso, pur nell'approssimazione di statistiche elaborate da singoli studiosi (non esiste in Italia una vera e propria scuola che approfondisca il problema) sembra che almeno la metà degli etilisti sia composta da persone da 20 a 49 anni; un quinto solo donne.

 

vittorio feltri 7

Come si spiega il fenomeno? Secondo gli esperti, nelle campagne del Meridione accade ciò che accadeva nel Settentrione fino a mezzo secolo fa: si beve soltanto di domenica e per stare in compagnia, per carburare il buon umore. Se a Guardialfiera uno si sbronza ogni sera, ci mette 15 giorni a diventare lo scemo del villaggio; come spazio vitale gli resta l'osteria, e forse neanche quella. Ma a Milano, Roma o Torino chi ha voglia e tempo di contare le ciucche del vicino? Purché uno lavori ha diritto di buttarsi nello stomaco ciò che vuole.

binge drinking 2

 

La tentazione è dietro l'angolo: alla mensa, al bar aziendale, al ristorante, nel mobiletto-bar ricavato da un mappamondo e collocato al centro del soggiorno. E poi la solitudine, l'insoddisfazione, le frustrazioni. Molti ragazzi si bucano perché la cultura del loro ambiente, in fondo, non respinge la droga, e lasciano stare il bicchiere. Ma la persona matura, consapevole dei rischi e della scomodità dell'eroina, compresi l'alto costo e la difficoltà di procurarsela, preferisce l'amaro, che fra l'altro è inodore.

 

vittorio feltri 10

L'effetto inebriante è quasi identico, maggiore è la sopportabilità, più lungo il processo di intossicazione e di assuefazione e, per giunta, nessuno si sogna di guardare male il collega sorpreso al bar col digestivo in mano. Inoltre l'eroina comporta obiettive difficoltà d'uso: toilette, siringa, laccio e spacciatore. Un gran daffare. Per bere bastano 1000 lire, c'è un bar ogni 100 metri. Né mancano le opportunità: chiunque può invitare gente a casa sua per assaggiare, dopo una giornata di lavoro, la tale annata di rosso.

 

alcol e giovani 3

Sarebbe indubbiamente più imbarazzante dire al proprio direttore: «Senta, l'aspetto stasera, per lei ho deciso di tirare fuori quella canapa che mi ha portato mio cugino dall'Afghanistan». Davanti a un ragazzo morto di eroina sul marciapiedi della stazione, tutti provano pena e orrore; se un ubriaco smarrisce la strada o non riesce a infilare la chiave nella toppa, al massimo ti viene da ridere.

 

alcol e giovani 2

C'è gente che trema se inciampa in una siringa gettata via dal tossicomane; una bottiglia fa paura solamente se è piena di benzina. È questione di abitudine. Da bambini ci dicevano, dai un sorso, non vedi come sei pallido. Il vino ci faceva schifo, ma ci costringevano a berlo. Da adolescenti ci invitavano a ballare e dietro le bottigliette di Coca Cola c'era il brandy; il più bullo della compagnia se ne faceva un goccio tra un'Esportazione e un'altra, e finivi per provarlo anche tu.

 

Dava il mal di testa, ma insistevi. Da militare o bevevi o ti rassegnavi agli sfottò. Alcol dappertutto. È naturale che il vino non sia tabù, l'approccio non è traumatico. Se poi il palato è fine e si sanno apprezzare i sapori, bere è un piacere innocuo. Ma è questione di quantità, di misura, di motivazioni.

 

vittorio feltri 8

Anche l'alcolista più scatenato ha cominciato per scherzo e nella convinzione di poter smettere quando gli pareva. Probabilmente all'inizio non era il vino che gli piaceva ma Ornella Muti, in mancanza della quale provò a rifarsi con il bianchino d'annata. Al collo della bottiglia avrebbe preferito la mano della ragazza, ma il vino è buon succedaneo, una trappola tremenda che prende soprattutto quelli che temono la realtà e tentano di fuggire. Più sono disperati e più tirano. E più restano invischiati. Nessuno li aiuta: tranne il manicomio, non c'è luogo di cura. Se mancano le strutture per il recupero del drogato, per l'alcolista giunto all'abbruttimento non c'è neanche pietà. Solo derisione e ribrezzo.

vittorio feltri 9vittorio feltri coma etilicoalcol e giovanibinge drinking 1binge drinkingalcolici

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...