mario benotti domenico arcuri

"LA RICHIESTA DI MASCHERINE È VENUTA DA ARCURI E LO STATO DA QUESTA VICENDA HA AVUTO SOLO VANTAGGI" - MARIO BENOTTI E' STATO ASCOLTATO PER CIRCA DUE ORE DAL GIP DI ROMA NELL'AMBITO DELL'INCHIESTA SULL'ACQUISTO DI MASCHERINE PER 1,25 MILIARDI DI EURO - I SUOI AVVOCATI PRECISANO: "HA SPIEGATO LO SVILUPPO DEI RAPPORTI AVUTI CON L'EX COMMISSARIO STRAORDINARIO PER L'EMERGENZA COVID, DOMENICO ARCURI, AVVENUTI TUTTI IN MODO TRASPARENTE. CI SONO CENTINAIA DI MAIL CON TUTTI I NOMI…"

1 - INCHIESTA MASCHERINE: DIFESA BENOTTI,CHIARITO SU PROVVIGIONI

 (ANSA) - E' stato ascoltato per circa due ore dal gip di Roma, l'imprenditore Mario Benotti, destinatario di una misura interdittiva nell'ambito dell'inchiesta sull'affidamento per un valore complessivo di 1,25 miliardi di euro per l'acquisto di mascherine per l'emergenza Covid.

mario benotti quarta repubblica

 

"Il nostro assistito ha risposto a tutte le domande, anche a quelle dei pm, chiarendo tutta la vicenda. Ha spiegato lo sviluppo dei rapporti avuti con l'ex commissario straordinario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, avvenuti tutti in modo trasparente - affermano i difensori di Benotti, gli avvocati Giuseppe Ioppolo e Salvino Mondello annunciando la presentazione di una istanza di revoca della misura -, alla luce del sole, ci sono centinaia di mail con tutti i nomi. La richiesta di mascherine è venuta da Arcuri e lo Stato da questa vicenda ha avuto solo vantaggi".

 

DOMENICO ARCURI

Nei confronti di Benotti l'accusa è di traffico di influenze illecite in concorso aggravato dal reato transnazionale. "Le provvigioni sono state decise dopo l'accordo con i cinesi e Andrea Vincenzo Tommasi ha dato una parte di provvigioni, pagate dai cinesi, a Benotti". Davanti al gip hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere gli altri indagati Georges Fares Khouzam, Andrea Vincenzo Tommasi e Daniela Rossana Guarnieri.

 

2 - BENOTTI SEMBRA PRONTO A PARLARE IL SUPER MANAGER ADESSO TREMA

François De Tonquédec e Giuseppe China per "la Verità"

 

gli sms di arcuri a benotti quarta repubblica

Oggi è una giornata importante per l'inchiesta sulle mascherine cinesi intermediate da una presunta cricca di trafficanti di influenze illecite. Il giornalista Rai in aspettativa Mario Benotti, temporaneamente interdetto dall'attività imprenditoriale e destinatario di 12 milioni di provvigioni, nei giorni scorsi ha parlato in tv, tirando in mezzo l'ex commissario straordinario Domenico Arcuri, che, a detta di Benotti, lo avrebbe incaricato di trovare i dispositivi di protezione.

 

DOMENICO ARCURI E LA MASCHERINA CONSUMATA

Per questo ha sfoderato i messaggi che i due si sono scambiati tra marzo e maggio, prima che le loro comunicazioni si interrompessero all'improvviso per motivi ancora non del tutto chiariti. L'obiettivo dell'indagato è dimostrare che nell'affare non ci sia nulla di illecito, neppure le ricche commissioni.

 

Uno stato d'animo che potrebbe portare Benotti, assistito dall'avvocato Salvino Mondello, ad affrontare senza rete di salvataggio il fuoco di fila di domande del gip Paolo Andrea Taviano e dei pm Paolo Ielo, Gennaro Varrone e Fabrizio Tucci. Certo un Benotti in versione talk show (quella degli sms mostrati alle telecamere) potrebbe inguaiare non solo l'ex commissario, ma anche se stesso.

 

mario benotti quarta repubblica

Vedremo oggi quale sarà la decisione finale. Tra i quesiti che sicuramente i magistrati faranno ci sarà quello sui contenuti del colloquio tra Benotti e Arcuri del maggio 2020, incontro propedeutico all'interruzione dei contatti tra i due. Ma se Benotti frigge e potrebbe voler rispondere a giudice e inquirenti, gli altri indagati sottoposti a interdizione potrebbero scegliere una linea più prudente e avvalersi della facoltà di non rispondere.

Jorge Solis

 

L'avvocato Francesco Tagliaferri, difensore dell'unico arrestato, Jorge Solis, alla Verità non ha voluto anticipare la propria strategia. Benotti e gli altri indagati sono stati raggiunti dai provvedimenti cautelari (che hanno fatto seguito ai sequestri di conti correnti e beni effettuati il 17 febbraio) nella serata del 24 febbraio. Ma l'inchiesta sulla vicenda della maxi commessa di mascherine non si ferma e sembra andare verso un allargamento con nuovi indagati e iniziative investigative.

 

BARBARA DURSO E DOMENICO ARCURI

Nella vicenda ci sono anche due convitati di pietra, strutturalmente coinvolti nella gestione dell'affare, ma finora ai margini dei provvedimenti emessi della Procura di Roma. Il primo è il banchiere sammarinese Daniele Guidi, che secondo gli inquirenti, «unitamente al Tommasi (Andrea, titolare della Sunsky Srl, ndr), ha curato l'aspetto organizzativo ed, in particolare, i numerosi voli aerei necessari per convogliare in Italia un quantitativo così ingente, compiendo i necessari investimenti».

 

Quello di Guidi, anche lui indagato per traffico di influenze, è dunque ruolo strategico, ma nei conteggi fatti dagli inquirenti sulla spartizione delle provvigioni sulla maxi commessa da 801 milioni di mascherine, Guidi, che è residente nella Repubblica di San Marino, non compare. Tuttavia, nelle mail sequestrate a casa di un altro indagato, il trader ecuadoriano Jorge Solis, contenenti il riepilogo delle provvigioni, si parla di una quota di 44,7 milioni di euro di provvigioni destinata al «Gruppo Daniele».

Jorge Solis

 

Ad oggi l'unico atto compiuto nei confronti di Guidi su ordine della Procura di Roma è stata una perquisizione domiciliare, effettuata il 4 dicembre scorso, in un appartamento intestato a Tommasi, ma in uso al banchiere sammarinese. Durante l'ispezione dell'immobile i finanzieri hanno trovato una sorta di campionario di mascherine Ffp2 e alcune pennette usb. L'altro convitato di pietra è Zhongkai Cai, detto «Marco», cinese residente a Roma nel popoloso quartiere del Quadraro, per gli investigatori «componente di un'organizzazione ben strutturata e coordinata di cui fa parte anche Guidi».

 

mario benotti quarta repubblica 1

La moglie di Cai, Lu Zhou Xiao, compare nell'affaire delle mascherine come general manager della Luokai trade, nata appena cinque giorni prima della stipula dei contratti e capace di portare a casa commesse per 634 milioni di euro. Negli atti dell'inchiesta depositati, una parte della documentazione su Cai e la sua famiglia è coperta da omissis, forse quella relativa a vicende giudiziarie.

 

Era però già noto che il cinese alla fine degli anni Novanta venne indagato per contrabbando in un caso di mancato o incompleto accertamento dell'oggetto del reato. Qualche anno dopo è, però, stato prosciolto. Dalle già citate mail di Solis risulta invece che anche «Marco» sarebbe stato destinatario di provvigioni, da dividere con il trader ecuadoriano.

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