IL TRA-MONTI DEL GRANDE CENTRO – CACCIARI: “IL PROF NON HA SBAGLIATO SOLO A METTERSI CON CASINI E FINI MA È FINITO VITTIMA DEL SUO PROGETTO NEO-CENTRISTA (CHE IN ITALIA È ORMAI PURA UTOPIA)

Massimo Cacciari per "l'Espresso"

Le avventure politiche del prof. Monti, anche per la statura intellettuale del personaggio, si prestano a diverse considerazioni non solo riguardanti le italiche contingenze. Anzitutto, sulla natura dell'agire politico, intorno alla quale è preferibile essere disincantati fin dall'inizio che delusi in corso d'opera.

L'etica della responsabilità va benissimo, è fondamentale. Ma non può astrattamente separarsi dalla capacità di convincere. E questa, ahimè, non esiste senza carica anche demagogica. Solo quando le due dimensioni trovano un valido compromesso, allora abbiamo il vero Politico. Ma Weber non è insegnato alla Bocconi. E Monti ha così ribadito la dannazione della politica italiana dell'ultimo ventennio: da un lato, i "puri" responsabili (Cassandre, quando va male), regolarmente e inevitabilmente perdenti allorché "salgono" in politica, e dall'altro demagoghi "senza sapere".

LA COLPA DI MONTI consiste anzitutto nel non avere conosciuto se stesso, la sua sostanziale "im-politicità", nell'essersi "tradito" fingendosi un capo politico, invece di proseguire nel suo ruolo di voce nobile ammonitrice. Da questo suo limite "naturale" derivano i colossali errori che ne costellano la breve carriera.

Il collocarsi dall'inizio con i Casini e i Fini, distruggendo ogni immagine di novitas (piaccia o no, elemento essenziale oggi per "convincere" il pubblico) e insieme bruciandosi a priori ogni chance di ascolto presso l'elettorato ex berlusconiano.

L'assemblaggio nelle liste elettorali di personaggi d'ogni stagione, accomunati da una forte libido di salire in Parlamento (meglio al governo) - e di restarci. Possibile che Monti lo scopra solo oggi? Un leader che non sa selezionare il proprio seguito! Quale dimostrazione di palese ignoranza sull'"animale politico" che caratterizza, forse, l'intera vita nazionale: il trasformista!

Ma il fallimento di Monti può aiutare a comprendere un errore di fondo che si continua, da più parti, a compiere nella valutazione del quadro politico, non solo italiano. Anche Monti inseguiva, infatti, l'utopia di un nuovo centro. Sarebbe finalmente utile capire che questa ormai è ou-topia, cioè non-luogo e basta, e non eu-topia, felice dimora che sarebbe così bello raggiungere. Anzitutto perché nessun centro potrebbe mai nascere in Italia senza la radicale de-costruzione delle attuali casematte di centro-destra e centro-sinistra.

UN CENTRO AGGIUNTO A ESSE è fisicamente impossibile. Ma anche nel caso (augurabile o meno, nulla importa) che Pd e Pdl-Forza Italia esplodessero, cambierebbe probabilmente ben poco. Per la semplice ragione che in tutte le democrazie occidentali il centro non è che il fuoco prospettico verso cui convergono le azioni di tutti i contendenti. Non si "sta" al centro, ma si tende al suo punto, per diverse vie.

È questa situazione generale che rende possibili le grandi coalizioni, di cui la coalizione al governo oggi in Italia è tanto paradossale quanto, a mio avviso, necessaria espressione. Quando questa condizione delle democrazie occidentali non venga elaborata dalle forze politiche, la tragedia delle grandi contrapposizioni del secolo breve, 1914-1989, è destinata a finire in farsa - e la favola narra di noi. Ciò significa che il conflitto diviene esterno rispetto agli spazi istituzionali? "Contingente" rispetto al gioco che vi si svolge? Non lo so. Ma so di certo che nessun grande partito di centro, capace di costituire un sistema di potere, contro una destra e una sinistra, nascerà mai più.
È questa la geografia di un'Atlantide sommersa.

 

 

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