“CERCATE QUEL PEDOFILO E SCARAVENTATELO IN GALERA”. MA L’ACCUSATO È INNOCENTE E SI IMPICCA - LA TERRIBILE STORIA DI VALERIO SABA CHE SI È UCCISO A 28 ANNI DOPO ESSERE STATO ACCUSATO DI AVER MOLESTATO DUE BAMBINI NEL SUO PAESE, IN SARDEGNA: DOPO IL RACCONTO DEI PICCOLI, VENNE INDIVIDUATA LA PRESUNTA AUTO DEL “COLPEVOLE” E INIZIO' LA GOGNA MEDIATICA SUI SOCIAL - IL RAGAZZO, PUR SAPENDO DI ESSERE INNOCENTE, SI E' AMMAZZATO. TRA UN MESE INIZIERÀ IL PROCESSO AI "LEONI DA TASTIERA"…
Estratto dell'articolo di Alberto Pinna per www.corriere.it
«Cercate quel pedofilo e scaraventatelo in galera». Valerio Saba, tempestato di insulti sui social da una ventina di compaesani, non era un pedofilo e non aveva molestato nessun bambino.
Ma non ha retto alla gogna mediatica e, a 28 anni, qualche giorno dopo si è impiccato, lasciando alla mamma un biglietto con poche parole: «Scusami, ti voglio un mondo di bene».
Valerio si è ucciso nel gennaio 2023 e proprio il prossimo 22 gennaio, tre anni dopo, quattro fra i tanti che avevano alimentato i sospetti e il processo sommario sui social andranno a giudizio, imputati di diffamazione e morte come conseguenza di altro delitto.
Tutto ha inizio a Guspini - 11 mila abitanti, Medio Campidano - quando un ragazzino confida in famiglia di essere stato avvicinato da un individuo e indica un’auto. Il padre va dai carabinieri per fare denuncia.
In quel momento in caserma non trova nessuno che possa redigerla e, forse per mettere in guardia amici e conoscenti, lancia l’allarme sul sito internet della comunità.
In poco tempo sulla chat «Sei di Guspini…» si scatena la caccia al (presunto) pedofilo. Al bimbo, 7 anni, si aggiunge una ragazzina di 11: «Quell’uomo si è denudato». Non si fanno nomi, ma si individua un’automobile, poi un’altra, con tanto di tipo e colore.
Di quelle auto a Guspini ce ne sono soltanto due e una è di Valerio Saba. Che viene presto travolto da invettive e minacce, anche di morte. Valerio viene a sapere da un amico di essere sospettato. Annichilito, non regge. Scrive brevi messaggi su WhatsApp, la mamma e la sorella intuiscono che potrebbe essere travolto dalla disperazione e chiedono ai carabinieri di attivarsi per rintracciarlo. «Che si ammazzi», una delle ingiurie sul sito.
maschere da social il leone da tastiera
Valerio l’ha fatto, alla periferia del paese. Anche se sapeva di essere innocente.
[…] la sorella Vanessa: «Valerio neanche era a Guspini, era altrove, lontano, come hanno attestato le tracce sul gps dell’auto».
[…] Il processo ai «killer da tastiera» si farà fra un mese. «Nessuno potrà ridarci Valerio», vuol precisare mamma Rita, «ma voglio che con una sentenza sia riconosciuto e cancellato tutto ciò che di male gli è stato fatto».

