"COME È POSSIBILE CHE NESSUNO ABBIA VISTO LA DISPERAZIONE DEI FRATELLI RAMPONI?" - CONCITA DE GREGORIO E IL DISAGIO ECONOMICO E SOCIALE DEI TRE CHE, PUR DI NON ESSERE SFRATTATI, HANNO FATTO SALTARE IN ARIA IL CASOLARE DOVE VIVEVANO, UCCIDENDO TRE CARABINIERI: FRANCO, DINO E MARIA LUISA RAMPONI NON AVEVANO NÉ ELETTRICITÀ NÉ ACQUA E AVEVANO GIÀ MINACCIATO DI FARSI SALTARE IN ARIA - "COME È POSSIBILE CHE NON SIA INTERVENUTO NESSUN SERVIZIO IN LORO SOSTEGNO?" - IN REALTÀ LE ISTITUZIONI AVEVANO PROVATO A DIALOGARE CON I TRE (ADDIRITTURA ATTRAVERSO IL PARROCO), MA NON C'E' STATO VERSO DI FARLI RAGIONARE...
DISPERAZIONE VISIBILE A TUTTI MA IGNORATA
Estratto dell'articolo di Concita De Gregorio per "la Repubblica"
Dolore e sconcerto, ha scritto il presidente Sergio Mattarella, a proposito della morte dei tre militari intervenuti nello sgombero di un casolare in provincia di Verona. L'esplosione ha causato tre morti — i carabinieri Marco Piffari, Davide Bernardello, Valerio Daprà — e molti feriti. [...]
Dolore assoluto, cordoglio per le famiglie. Sconcerto per l'entità della tragedia ma anche, mi permetto di immaginare, per le condizioni in cui è maturata.
I tre fratelli che vivevano lì, Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi di 65, 63 e 59 anni, sapendo che la casa sarebbe stata sgomberata l'hanno fatta esplodere con il gas.
Agricoltori e allevatori in gravissime difficoltà finanziare, avevano già tentato di farlo due volte. A ottobre e poi di nuovo a novembre dell'anno scorso, all'arrivo dell'ufficiale giudiziario, avevano aperto le bombole. Erano saliti sul tetto e si erano cosparsi di benzina. Uno di loro aveva di nuovo minacciato di uccidersi giorni fa. Tutti sapevano, nel vicinato.
[...] «Quando gli hanno pignorato la casa hanno detto piuttosto che lasciarla ci facciamo saltare in aria», ha detto un altro vicino. Lo hanno ripetuto «quattro o cinque volte». «Erano disperati».
Sono sopravvissuti all'esplosione che ha ucciso i militari e sono accusati di omicidio volontario premeditato, potrebbero esserci gli estremi per l'imputazione di strage. La domanda è. Come è possibile che in una condizione di disagio così estrema e a tutti nota non sia intervenuto nessun servizio in loro sostegno, ascolto. Come è possibile che nessuno abbia visto quella disperazione, creduto alle loro parole.
DUE FRATELLI, UNA SORELLA E LA VITA DA MEDIOEVO "NON CI CACCERETE MAI"
Estratto dell'articolo di C.G. per "la Repubblica"
«Non aprivano la porta a nessuno — spiega il vicesindaco Antonello Panuccio — vivevano come nel Medioevo, come gli amish, avevano uno stile di vita rurale, vetusto. Senza luce elettrica, senza gas, per questo avevano le bombole in casa. […]
Anche il Comune era stato contattato per tentare una mediazione con l'autorità giudizaria.
«Avevano provato con tutti, con dei loro parenti, col medico di base, col parroco — prosegue il vicesindaco — Alla fine una nostra assistente sociale aveva agganciato la donna perché lei era venuta a informarsi per l'erogazione di un sussidio, non mi ricordo se il reddito di cittadinanza o quello di inclusione, e da lì l'aveva convinta a partecipare a dei tentativi di mediazione.
C'era andata un paio di volte ma aveva sempre ripetuto la stessa cosa: no, io da casa mia non me ne vado neanche se mi date una casa in centro. Gli avevamo anche proposto degli altri pascoli più su». […]
castel d'azzano ESPLOSIONE DURANTE LO SGOMBERO DI UN CASOLARE
castel d'azzano ESPLOSIONE DURANTE LO SGOMBERO DI UN CASOLARE
castel d'azzano ESPLOSIONE DURANTE LO SGOMBERO DI UN CASOLARE
CASOLARE OCCUPATO DOPO ESPLOSIONE



