
“MAYLIN HA STRANGOLATO ALESSANDRO CON I LACCI DEGLI SCARPONI E I L’HO AIUTATA. POI HO FATTO A PEZZI IL CORPO DA SOLA” – LA CONFESSIONE AGGHIACCIANTE DI LORENA VENIER, LA 61ENNE CHE A GEMONA, IN PROVINCIA DI UDINE HA UCCISO IL FIGLIO 35ENNE CON LA COMPLICITÀ DELLA NUORA, MAYLIN CASTRO MONSALVO: “PRIMA ABBIAMO PROVATO AD AVVELENARLO CON DEL SONNIFERO SCIOLTO IN UNA LIMONATA, POI CON DELLE PUNTURE DI INSULINA” – “QUANDO MIO FIGLIO HA SMESSO DI RESPIRARE, MI È ALLORA VENUTO IN MENTE DI DOVERGLI TAGLIARE LE GAMBE. HO PRESO UN COLTELLO DA CUCINA, MA NON AVEVO PENSATO ALLE OSSA. ALLORA HO PENSATO DI..."
Estratto dell’articolo di Ugo Milano per www.open.online
«Alessandro era supino e Mailyn ha puntato i piedi sulle sue spalle, ha messo i lacci degli scarponi intorno al collo e ha cominciato a tirare». Così inizia il racconto lucido e freddo di Lorena Venier, che ripercorre in dettaglio gli ultimi istanti di vita del figlio Alessandro, prima di essere ucciso e fatto a pezzi dalla madre e dalla compagna.
«In quel momento, mi sono allontanata perché la bambina stava piangendo e mi sono recata da lei. Quando sono riuscita a tranquillizzarla sono tornata in soggiorno e Mailyn stava ancora stringendo i lacci intorno al collo e io l’ho aiutata. Alessandro in quel momento stava esalando gli ultimi respiri».
alessandro venier Mailyn Castro Monsalvo
IL PIANO PER UCCIDERE ALESSANDRO VENIER
Dai documenti sulle imputazioni di Lorena Venier, la madre, e di Mailyn Castro Monsalvo, la compagna, emerge che la serata era iniziata con un tentativo di avvelenamento: «Un blister intero di sonnifero sciolto in una limonata». La soluzione preparata dalle due donne non aveva sortito gli effetti sperati, […] per cui madre e compagnia hanno in seguito provato con «due punture di insulina all’addome» e con la ripetuta pressione di un cuscino sul volto. […]
IL CORPO FATTO A PEZZI SOLO DALLA MADRE
LOREDANA VENIER - ALESSANDRO VENIER - MARYLIN CASTRO MONSALVO
Erano circa le 21.30 quando l’uomo ha smesso di respirare. Poi, la decisione di far sparire il corpo. Lorena ha raccontato di aver tentato di infilarlo in un bidone, senza riuscirci: «Mi è allora venuto in mente di dovergli tagliare le gambe. Ho preso un coltello da cucina, ma non avevo pensato alle ossa. Allora ho pensato di tagliare l’addome, ma c’era la spina dorsale. Quindi ho utilizzato una sega per la legna».
Lorena Venier specifica in questo passaggio come sia stata l’unica responsabile dello smembramento del corpo del figlio. […] Le parti del corpo sono state infine messe nel bidone e ricoperte di calce, acquistata su Amazon nella notte. […]
LA CONFESSIONE E I TENTATIVI DI FARLA TACERE
Nonostante il tentativo di tornare alla normalità, Lorena nei giorni successivi era perfino tornata al lavoro in ospedale, il peso di quanto accaduto ha schiacciato Mailyn. A distanza di quattro gironi, nella notte tra il 30 e il 31 luglio, e poi di nuovo la mattina, ha chiamato il 112. La prima volta la suocera era riuscita a bloccarla, convincendola a dire che si trattava di falsi allarmi per rumori in casa.
Ma la mattina seguente, quando i carabinieri sono arrivati nella villetta, Mailyn ha trovato la forza di confessare. Secondo gli atti, Lorena, che si trovava in un’altra parte della casa, ha provato a dissuaderla, gridandole: «Mailyn … Mailyn, ricordati quanto ti voglio bene». Mailyn, però, ha raccontato tutto agli inquirenti. […]