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PROCESSO ALLA PROCESSIONE – LA CASSAZIONE HA CONFERMATO LA CONDANNA DEL CAPO VARA CHE, DURANTE LA PROCESSIONE DI SAN GIOVANNI APOSTOLO A CORLEONE, FECE FERMARE LA STATUA DEL SANTO PER DUE VOLTE DAVANTI ALLA CASA DI NINETTA BAGARELLA, MOGLIE DEL BOSS TOTÒ RIINA – UN “BACIAMO LE MANI” PER IL QUALE ORA ARRIVA LA CONDANNA A SEI MESI DI RECLUSIONE PER TURBAMENTO DELLA FUNZIONE RELIGIOSA. IL PARROCO SI ERA BEN GUARDATO DAL DISPREZZARE IL GESTO MENTRE LE FORZE DELL’ORDINE… 

Patrizia Maciocchi per www.ilsole24ore.com

 

processione di san giovanni evangelista a corleone 1

Un “baciamo le mani” ideale imposto a tutti i partecipanti alla processione in onore di San Giovanni Apostolo, lo stop imposto, per ben due volte davanti all’abitazione di Antonina Maria Bagarella, moglie del capo dei capi di Cosa nostra Totò Riina. Un segnale di ossequio per il quale il capo vara è stato condannato, per il reato di turbamento di una funzione religiosa. A punire chi interrompe il regolare svolgimento del rito è l’articolo 405 del Codice penale, introdotto dopo i Patti lateranensi solo riguardo alla religione cattolica, poi esteso a qualunque culto con la legge 85/2006.

toto' riina

 

Una tutela unica per eliminare disparità di trattamento tra le diverse confessioni, assicurata dopo che la Corte Costituzionale aveva affermato l’incompatibilità, con il principio di uguaglianza, della sanzione riferita solo alla religione cattolica. Così, in passato, per lo stesso reato è stato condannato chi durante la messa ha calpestato l’ostia, o chi ha alzato la voce tanto da coprire le preghiere dei fedeli.

 

L’offesa ai sentimenti religiosi

antonina maria bagarella

Ora è toccato al capo vara della processione di San Giovanni Evangelista. Un corteo fermato dal confratello, con il suono della campanella, davanti casa della famiglia Riina a Corleone. L’omaggio è costato all’imputato sei mesi di reclusione, a fronte dei due anni chiesti inizialmente dal Pm. Inutile per la difesa sottolineare che, in quei momenti la moglie del boss Ninetta Bagarella non era fisicamente presente, ma c’erano alle finestre solo le sue sorelle.

 

processione di san giovanni evangelista a corleone 2

Quello che conta per i giudici è che le due soste sono state fatte, senza alcuna giustificazione, proprio davanti alla casa dei congiunti stretti del capo dei capi di Cosa nostra - all’epoca in carcere sottoposto al 41-bis - e ordinate dal ricorrente, anche lui imparentato con il boss di Corleone. La Cassazione sottolinea la materialità del gesto, interpretato correttamente dalla Corte d’Appello, come ossequio ad un capo storico della criminalità mafiosa. Una strumentalizzazione della processione religiosa «per fini del tutto contrari ai sentimenti di coloro che vi partecipavano e comunque a valori - si legge nella sentenza - universalmente espressi e riconosciuti dalla religione cattolica, sovvertendoli completamente».

antonina maria bagarella 2

 

L’abbandono del corteo da parte delle Forze dell’ordine

Non conta neppure il fatto, anche questo evidenziato dalla difesa, che non ci sia stato materialmente un “inchino”: per la Cassazione si tratta di una semplice variabile. I rappresentanti della Polizia e dei Carabinieri avevano lasciato il corteo, come evidente segno di dissociazione. Mentre la difesa del ricorrente chiedeva di dare un peso alla dichiarazione del parroco, il quale aveva affermato che la funzione non aveva subìto alcun impedimento né turbativa.

riinaTOTO RIINAtoto riina con carlo alberto dalla chiesariina con carlo alberto dalla chiesaantonina maria bagarella 3

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