IL CORTOCIRCUITO DELLA SINISTRA DANESE – I SOCIALDEMOCRATICI DELLA PREMIER DANESE METTE FREDERIKSEN HANNO PERSO PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE A COPENHAGHEN: IL MOTIVO? SONO DIVENTATI TROPPO “DI DESTRA” – IL PARTITO PAGA LA STRETTA ALL’IMMIGRAZIONE ANNUNCIATA DALLA PRIMA MINISTRA, UNA SCELTA IMPOPOLARE IN UNA CITTÀ DOVE IL 20% DEGLI ABITANTI È NATO ALL’ESTERO - LA CAPITALE, AMMINISTRATA DAI SOCIALDEMOCRATICI DAL 1903, HA SCELTO DI AFFIDARSI AI SOCIALISTI POPOLARI, CONFERMANDO UNA TENDENZA GLOBALE CHE VEDE LE GRANDI CITTÀ AFFIDARSI A FORMAZIONI E FIGURE RADICALI, COME ZOHRAN MAMDANI A NEW YORK…
Estratto dell’articolo di Daniele Castellani Perelli per www.repubblica.it
“Abbiamo perso Copenhagen”. Arriva all’alba l’annuncio della candidata socialdemocratica, Pernille Rosenkrantz-Theil. La sinistra della premier Mette Frederiksen – unica sinistra al governo nella Ue insieme a quella spagnola, e modello internazionale, in primis dei laburisti britannici di Keir Starmer, per quei progressisti che vogliono abbinare alle politiche tradizionali pro-welfare una lotta durissima all’immigrazione – ha perso la capitale per la prima volta nella storia. La amministrava infatti dal 1903, da 122 anni.
I RISULTATI DELLE ELEZIONI
A Copenhagen i socialdemocratici sono scesi di tre punti rispetto al 2021, ma quel 12,7% è troppo lontano dalle altre due forze di sinistra che la precedono: il 22,1% dei Rosso-Verdi e il 17,9% dei socialisti popolari, con questi ultimi che esprimeranno il nuovo sindaco, la 39enne Sisse Marie Welling.
A livello nazionale i socialdemocratici rimangono primo partito in queste elezioni amministrative, ma scendono del 5,2% rispetto al 2021. Ora sono al 23,2%, mentre il centrodestra del Venstre è al 17,9%: anch’esso è sceso del 3,3%, ma dovrebbe conquistare almeno 39 Comuni contro i 26 dei socialdemocratici (che fino a ieri ne guidavano 44). […]
LA SCONFITTA DI FREDERIKSEN
La premier Frederiksen riconosce la sua responsabilità e sembra pagare politicamente la grande coalizione che vede i socialdemocratici al governo con le due formazioni di centrodestra liberale del Venstre e dei Moderati (dal 2019 al 2022 Fredriksen aveva invece guidato un esecutivo monocolore di minoranza). “Ci aspettavamo un calo, ma sembra che sia più significativo del previsto, e ciò evidentemente non ci soddisfa”, ammette la leader 48enne. […]
LE POLITICHE ANTI-MIGRANTI
Le prime analisi del voto riconducono la sconfitta socialdemocratica alle durissime politiche anti-migranti di Frederiksen, che hanno neutralizzato negli anni l’estrema destra ma sono state punite in una capitale multietnica dove il 20% degli abitanti è nato all’estero. Si conferma così una tendenza globale che vede le grandi città affidarsi a formazioni e figure radicali, come è stato ultimamente anche il caso di Zohran Mamdani a New York.
Queste politiche, giustificate dalla premier con la necessità di difendere il welfare scandinavo e non danneggiare i cittadini locali più poveri, includono una stretta sugli ingressi, sui richiedenti asilo e sui ricongiungimenti familiari, più deportazioni (anche dei siriani), la requisizione di gioielli a chi fa domanda d’asilo (norma appena approvata anche dal governo laburista britannico), l’individuazione di un isolotto su cui mandare i migranti indesiderati, il divieto di indossare burqa e niqab, la distruzione di complessi abitativi pubblici in cui più della maggioranza degli abitanti non ha un background occidentale, l’obbligo di stringere la mano a un funzionario pubblico per chi fa richiesta di cittadinanza.
[…] A pesare però è anche il fallimento delle politiche abitative con appartamenti sempre più cari nella capitale, il rinnegamento delle politiche verdi con il passo indietro sui parcheggi in città, e la candidatura a sindaco di Pernille Rosenkrantz-Theil, ex ministra per gli Affari sociali e l'edilizia abitativa e amica stretta della premier, con cui condivide una casa estiva. […]
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