PURE LA BENEFICENZA SI FA PER MODA - DOPO IL CESSATE IL FUOCO A GAZA, LE DONAZIONI PER LA POPOLAZIONE DELLA STRISCIA STANNO PRECIPITANDO: SECONDO IL “GUARDIAN”, OXFAM GB HA REGISTRATO UNA FLESSIONE MENTRE PER “SAVE THE CHILDREN UK” LE DONAZIONI PROVENIENTI DAL SUO MARKETING SUI SOCIAL MEDIA SONO DIMINUITE DI UN TERZO - A INFLUIRE È STATA LA MINORE ATTENZIONE DEI MEDIA SU GAZA E LE REGOLE DI META PER LE RACCOLTE FONDI SUI SOCIAL, INTERROTTE NEI PAESI DELLO SPAZIO ECONOMICO EUROPEO A PARTIRE DAL LUGLIO 2024 - MA LA SITUAZIONE A GAZA È GRAVISSIMA: PER L’UNRWA, IL 90% DELLA POPOLAZIONE DIPENDE DAGLI AIUTI UMANITARI…
Estratto dell’articolo di Marta Serafini per il "Corriere della Sera"
Mentre le Nazioni Unite avvertono che ricostruire la Striscia costerà più di 70 miliardi di dollari e potrebbe richiedere diversi decenni, i fundraiser lanciano l’allerta: dopo il cessate il fuoco le donazioni per Gaza rischiano di crollare.
Secondo il Guardian , Oxfam GB registra una flessione mentre Save the Children UK afferma che le donazioni provenienti dal suo marketing sui social media sono diminuite di un terzo. A confermare il quadro, almeno in parte, i portavoce italiani delle ong.
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A contribuire al calo delle donazioni sarebbe la minor attenzione dei media e dei social media. «Una volta che un’emergenza umanitaria non è più in primo piano, paradossalmente, anche il bisogno della popolazione scompare e purtroppo non viene più sentito il senso di urgenza della donazione. Questo è fisiologico, ma è diverso nei vari Paesi: la flessione dei fondi raccolti in Italia, sebbene ci sia stata, per noi è minima», sottolinea Giancarla Pancione, direttrice marketing, raccolta fondi e brand di Save the Children Italia.
Molte ong stanno lanciando ora le loro campagne in vista del Natale: una di queste è Avsi, che invia gli aiuti dentro la Striscia attraverso il Patriarcato latino, o Emergency che a Gaza ha aperto una clinica.
In entrambi i casi non sono state osservate flessioni ma il tema dell’emergenza resta anche a fronte di un aumento dell’ingresso dei tir nell’enclave. Perché — spiegano gli osservatori — se il numero di camion carichi di beni commerciali è cresciuto dopo il cessate il fuoco, quello degli aiuti umanitari, tra cui i medicinali, resta ancora troppo basso.
Il portavoce dell’Unrwa, Adnan Abu Hasna, parla di 6.000 camion di cibo bloccati ai valichi di frontiera e spiega anche che oltre il 90% della popolazione di Gaza dipende ora interamente dagli aiuti umanitari, con molte famiglie che ricevono un solo pasto ogni 24 ore. Malgrado una media di 170 tir carichi di aiuti umanitari entri ogni giorno nella Striscia, la cifra è ben al di sotto del minimo necessario per soddisfare i bisogni di base.
Secondo l’amministratore delegato di Tech for Palestine, Paul Biggar, citato dal Guardian , le principali aziende di social media come Meta hanno pregiudizi algoritmici contro i contenuti pro-palestinesi, il che rende difficile per i fundraiser essere visti al di fuori degli attuali circoli di advocacy .
Inoltre, le nuove regole di Meta per le raccolte fondi sui social, interrotte nei Paesi dello Spazio Economico Europeo (See) a causa delle normative europee a partire dal luglio 2024, rendono il lavoro più difficile.
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