puglia agrumi

A-GRUMI DI RABBIA - DOPO I PASTORI SARDI, ESPLODE LA RIVOLTA DEGLI AGRICOLTORI PUGLIESI: “DA NOI LE CLEMENTINE VENGONO ACQUISTATE A 15 CENTESIMI AL CHILO, AL NORD A 3 EURO. È UNA FOLLIA” - IMPORTAZIONI SELVAGGE E BASSA QUALITÀ: IN PUGLIA RACCOGLIERE LA FRUTTA NON CONVIENE PIÙ. GLI AGRUMI VENGONO LASCIATI MARCIRE. A RISCHIO UN INTERO COMPARTO

Valeria D’Autilia per www.lastampa.it

 

PUGLIA AGRUMI

Gli agricoltori pugliesi come i pastori sardi. Crollo dei prezzi, importazioni selvagge, prodotti di qualità ma ormai senza mercato: nelle campagne la situazione è disperata. E i gesti sono estremi: alberi eradicati, frutti non raccolti e lasciati marcire.

Tanti si arrendono. «Così non si può andare avanti», dice Michele Gravina. È un coltivatore diretto della provincia di Taranto, prima di lui il padre e il nonno. Ha cinque ettari, alcune piante arrivano a produrre anche un quintale di clementine a stagione. Ma sono tutte lì, a terra o sui rami. «Ci avrei rimesso.

 

Il prezzo di vendita, circa 20 centesimi al chilo, è talmente basso da non coprire neppure le spese di raccolta. Per rientrare nei costi, dovrebbe essere almeno 50 centesimi, ma da queste parti è impossibile. Lavorare così non è dignitoso». A rischio un intero comparto, famiglie che da generazioni vivono dei prodotti della terra. Paolo Morgese, in queste campagne di Massafra, ha sei ettari. Per molto tempo sono stati fonte di reddito, poi le cose sono cambiate.

 

«L' unica soluzione è stata abbattere gli alberi più grandi. Meglio avere il terreno vuoto che continuare. Erano il mio quotidiano: li aveva piantati mio padre negli anni '60, con l' aratro a cavallo.

 

Fa male». Un mestiere fatto di sacrifici e rinunce, scandito dalla natura. Le ferie non esistono.

 

PUGLIA TRATTORI

Quest' anno, perso oltre il 60% di agrumi: 1,5 milioni di quintali invenduti. I prezzi sono ridotti ai minimi storici: 35 centesimi per il prodotto già raccolto e 15, o addirittura 5, per l' acquisto in blocco. Crescono invece gli approvvigionamenti da Africa e Sud America: in soli due mesi, il Marocco ha esportato 170mila tonnellate di clementine. «La produzione magrebina- denuncia Coldiretti- raggiunge prima la Spagna dove viene lavorata e, una settimana dopo, il nostro Paese. Applicano un' etichetta spagnola e la spacciano come comunitaria». Oltre l' aspetto economico-occupazionale, a rischio la salute dei consumatori: Egitto e Marocco utilizzano sostanze chimiche che, in Italia, sono vietate da decenni.

 

Nicola Cassano, con i suoi quarant' anni, non sa che fare. Il suo appezzamento al momento è in uno stato di semiabbandono. «Come i pastori sardi, anche noi siamo arrivati al limite. Siamo scoraggiati: sino a poco tempo fa lavoravano con me dieci persone, ora siamo in quattro.

Sarò il primo a dire ai miei figli di prendere un' altra strada ».

 

PUGLIA AGRUMI

Più controlli e un piano Chiedono un piano agrumicolo straordinario, più controlli all' Unione Europea e un sostegno al reddito. «Stanno distruggendo il made in Italy e l' Italia non ha capito che deve tutelare se stessa». A parlare è Floriano Convertino. La sua azienda è a marchio Igp, venticinque famiglie dipendono da lui. «Ho raccolto tra settembre e ottobre e per questo ho risentito un po' meno della crisi- racconta- eppure ho eliminato duemila alberi». Fare qualità significa mantenere uno standard elevato, nonostante le difficoltà. Gli operai guadagnano dai 50 agli 80 euro al giorno. In queste condizioni impossibile competere con la concorrenza sleale. «In Europa stanno entrando frutti con foglia senza controlli fitosanitari, con possibili virus invasivi». Problemi ai quali si aggiungono i danni per i cambiamenti climatici.

 

Nel vicino comune di Palagiano, anche Vincenzo Stellaccio ha distrutto un agrumeto. «L' ho fatto per protesta, stiamo subendo una mattanza e nessuno sembra occuparsene. È una sconfitta per tutti.

 

Eppure le clementine del Golfo di Taranto hanno marchio Igp, ma non hanno dato i risultati sperati». Sul presente, tante incertezze. Di futuro, manco a parlarne. Meglio tagliare gli alberi e farne legna. Anche in questo caso, però, introiti pari a zero e si torna al baratto: i tronchi vengono ceduti gratuitamente alle stesse aziende che li eradicano.

AGRUMI

Per il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo, «un quadro disperato, gli agricoltori hanno finito anche le ultime risorse». Il segno meno, impietoso, si registra dal 2013. «Ora abbiamo toccato il fondo».

 

Il dossier in Regione Inutile tentare un altro investimento per portare avanti la coltivazione. Meno di vent' anni fa, si vendeva a 60 centesimi. «Con una produzione di 300 quintali per ettaro, tiravi fuori oltre 15mila euro che compensavano i costi di produzione, di raccolta e lasciavano un profitto. Adesso non recuperi neanche le spese».

 

AGRUMI

In Regione presentato un dossier sulla crisi: dal governatore Michele Emiliano l' impegno per un sostegno ai produttori. Solo nella provincia jonica si producono 1,9 milioni di quintali di agrumi, nel foggiano 103mila tra arance e limoni. La storia di queste imprese inizia negli anni '70, adesso sono al collasso. Floriano ancora non riesce a crederci. «Da noi le clementine vengono acquistate a 15 centesimi al chilo, al nord a 3 euro. Qui stiamo buttando la frutta e da altre parti si consuma all' etto. È una follia».

 

 

PUGLIA AGRUMI

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...