orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DOPO SANGIULIANO, ORAZIO SCHILLACI SARÀ IL PROSSIMO MINISTRO CHE SI DIMETTERÀ? - GIORGIA MELONI È INCAZZATA NERA PER LA DECISIONE DI SCHILLACI DI REVOCARE L’INTERO COMITATO TECNICO SUI VACCINI, "NITAG", DOPO LE POLEMICHE PER LA NOMINA DI DUE MEDICI "SCETTICI" IN MATERIA - AL POSTO DEL MINISTRO, POTREBBE FINIRE, NONOSTANTE I CONFLITTI DI INTERESSE, IL FARMACISTA MELONIANO MARCELLO GEMMATO CHE, COME DAGO-DIXIT, È IL RESPONSABILE POLITICO DELLA VICENDA (SE COSÌ FOSSE, AVREBBE MESSO A SEGNO UN BEL COLPO) - LE MANOVRE DI LEGA E FDI PER INDEBOLIRE SCHILLACI (CHE HA L'APPREZZAMENTO DI MATTARELLA MA NON DI FAZZOLARI). IL PROSSIMO PASSAGGIO FONDAMENTALE PER IL MINISTRO SARÀ LA LEGGE DI BILANCIO: SE LA DUCETTA NON ACCOGLIERÀ LE SUE RICHIESTE, SIGNIFICA SILURAMENTO...

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

https://www.dagospia.com/politica/dagoreport-i-no-vax-nominati-nel-comitato-tecnico-sui-vaccini-spaccano-444078

 

SCHILLACI IL RIBELLE BATTE CASSA E MELONI PENSA AL SILURAMENTO

Estratto dell'articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”

 

giorgia meloni orazio schillaci foto lapresse

Un pasticcio con conseguenze che possono prolungarsi fino a Natale. Partendo dalla nomina, e dal conseguente scioglimento, del gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni (Nitag) avvenuto in questi giorni, per arrivare alla legge di Bilancio, che sarà chiusa a dicembre.

 

Al ministero della Salute, la posizione del titolare, Orazio Schillaci, non è più salda come qualche settimana fa. Il caso del Nitag ha lasciato tossine difficili da smaltire, facendo addirittura presagire un cambio di guardia. In questo caso si aprirebbe il dilemma per Giorgia Meloni su chi piazzare al suo posto.

 

GIORGIA MELONI ORAZIO SCHILLACI

Le ambizioni del sottosegretario Marcello Gemmato non sono un mistero negli ambienti governativi. Ma su di lui pesano le polemiche sui conflitti di interessi per la sua professione di farmacista.

 

Dall’inner circle di Schillaci professano ottimismo e respingono le voci di una rottura irreparabile. Ma se proprio le cose dovessero precipitare, il ministro avrebbe competenze per trovare subito una ricollocazione.

 

La scelta di sciogliere il Nitag per la presenza di Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite (sotto accusa per le loro tesi sui vaccini), gli ha permesso di salvaguardare la reputazione. E un eventuale futuro lontano dalla politica.

 

MARCELLO GEMMATO GIORGIA MELONI

L’aria tesa di questi giorni, però, è solo l’antipasto di quanto avverrà in autunno. Le prossime settimane si annunciano altrettanto movimentate. In ballo non ci sarà la composizione di un organismo consultivo, comunque secondario, ma le risorse economiche della manovra. Schillaci ha chiesto per la sanità almeno altri due miliardi di euro da destinare a nuove assunzioni. Altrimenti il settore va in affanno. [...]

 

Il fronte della guerra interna diventa perciò la manovra: non accogliere le richieste del ministro della Salute equivarrebbe a un siluramento. Con tutte le conseguenze annesse di un governo che va in tilt sulla sanità.

 

GIORGIA MELONI - ORAZIO SCHILLACI

Un segnale pessimo dal punto di vista mediatico e un assist all’opposizione, che sulla sanità ha lanciato una campagna politica, oltre che uno sgarbo al capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha sempre apprezzato Schillaci. E soprattutto porterebbe Meloni a compiere un passo che non ama molto: cambiare la squadra in corsa.

 

Resta il fatto che alla presidenza del Consiglio hanno perso la pazienza nei confronti del ministro della Salute, che ha osato sfidare il sottosegretario, Giovanbattista Fazzolari. Fosse un’operazione indolore, lo avrebbero “dimissionato” volentieri. Il consigliere principe di Meloni aveva suggerito di congelare la questione del Nitag e riprenderla al rientro dalla pausa estiva.

ALFREDO MANTOVANO ORAZIO SCHILLACI GIORGIA MELONI CARLO NORDIO MATTEO PIANTEDOSI

 

Anche perché dentro FdI c’è una certa accondiscendenza verso i No-vax, soprattutto sul tema dell’obbligatorietà vaccinale. Il gesto di Schillaci è sembrato quasi un affronto che ha provocato la reazione di Meloni in prima persona.

 

E se sulla manovra potrebbe essere trovato un punto di equilibrio, sull’Agenas è pronta la ripicca della premier: l’agenzia per i servizi sanitari regionali è stata commissariata di recente con Amedeo Cicchetti. Tra qualche mese bisogna nominare un nuovo direttore. Schillaci vorrebbe Marco Mattei, attuale capo di gabinetto al ministero (ed esponente di Fratelli d’Italia), ma intorno alla poltrona ci sono più appetiti.

orazio schillaci

 

Al ministero il clima è pesante. Il disastro sul Nitag coinvolge varie figure apicali legate ai vertici di Fratelli d’Italia. La pratica è passata sulla scrivania della capa del dipartimento prevenzione del ministero, Maria Rosaria Campitiello, diventata di recente la moglie di Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri e fedelissimo di Meloni.

 

Il comitato consultivo sui vaccini viene proprio istituito – come si legge nel decreto – presso il dipartimento oggi guidato da Campitiello, che non ha sollevato alcuna obiezione sui nomi.

 

marcello gemmato giorgia meloni francesco lollobrigida al villaggio agricoltura foto lapresse

Molto probabilmente, come raccontano a Domani, perché la lista era stata preparata dalla numero uno della segreteria di Schillaci, Rita Di Quinzio, longa manus meloniana alla Salute, con lo schermo politico del sottosegretario Gemmato. La cinghia di trasmissione Di Quinzio-Campitiello ha dunque avuto un ruolo centrale. Mettendo spalle al muro l’ex rettore di Tor Vergata. [...]

 

NUOVO COMITATO VACCINI PRESSING SU SCHILLACI I MEDICI: “NIENTE NO VAX”

Estratto dell'articolo di Federico Capurso per “La Stampa”

 

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha sciolto la commissione consultiva sui vaccini, chiamata Nitag, dopo aver saputo che Fratelli d'Italia aveva inserito, tra i 22 membri, i nomi di due esponenti scettici sull'efficacia dei vaccini e diventati idoli del mondo No-Vax. Adesso però si deve ricominciare da capo. A settembre si lavorerà a una nuova lista e Lega e FdI hanno già fatto sapere che insisteranno per riportare all'interno del comitato voci «dissonanti».

 

GEMMATO MELONI

Sembra, quindi, che vogliano dare una carezza all'elettorato negazionista, quello contrario all'obbligo vaccinale e che spesso si alimenta delle più strampalate teorie del complotto. Sull'altro fronte si è però schierata compatta la comunità scientifica, oltre a Forza Italia e al centrosinistra. E i medici, adesso, chiedono al ministro criteri di selezione più rigidi per evitare che il problema nella commissione si ripresenti tale e quale tra un mese.

 

Di fronte al pericolo, continuano a sollevarsi voci a sostegno di Schillaci. Il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli, dice che «da un male può nascere un bene, perché questa vicenda ha avuto il merito di coagulare una maggioranza silenziosa, trasversale a tutta la società civile e a tutto il mondo politico, intorno alla valorizzazione della scienza e della medicina, e dei professionisti che vi si dedicano». [...]

 

andrea giambruno e marcello gemmato entrano nella masseria in puglia 6

Il ministro della Salute potrà anche condividere, da medico, ex rettore e uomo di scienza, le opinioni dei suoi colleghi, ma in questo momento si trova in una posizione piuttosto scomoda. In tanti, dentro Lega e Fratelli d'Italia, non hanno preso bene la sua decisione. E in queste ore iniziano a manovrare contro di lui nel tentativo di indebolirlo. Sanno che Schillaci non si muoverà dal ministero fino alla fine legislatura, ma lasciano che corrano le voci più velenose. Come quella su un paracadute che il ministro avrebbe già pronto, se le cose si dovessero mettere male.

 

Una porta - dicono - che gli si potrebbe aprire all'ospedale Gemelli di Roma, come direttore del dipartimento di medicina nucleare. Con lo stesso spirito ricordano i fondi per la Sanità nella prossima legge di Bilancio: due miliardi in più che il ministro promessi nelle prime interlocuzioni con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Come se ci fosse il pericolo di intaccare questa quota, se si dovesse mettere di nuovo di traverso.

 

paolo bellavite 1

Nessuno, men che meno Giorgetti, si presterebbe a una vendetta del genere. E sanno che la premier deve difendersi dall'offensiva sulla Sanità che da due anni sta portando avanti il centrosinistra, Pd in testa. È un tentativo di intimidazione, dunque, utile per preparare il terreno alla sfida sulla nuova commissione, a settembre. [...]

eugenio serravalle 1paolo bellavite eugenio serravalle

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”