dominique lapierre

È MORTO A 91 ANNI LO SCRITTORE FRANCESE DOMINIQUE LAPIERRE, AUTORE DEL BESTSELLER "LA CITTÀ DELLA GIOIA" - LAPIERRE HA TRASCORSO GLI ULTIMI DIECI ANNI IN UNA DOLOROSA CONDIZIONE DI SEMICOSCIENZA DOPO UNA BANALE CADUTA - LO SCRITTORE HA DEDICATO LA SUA VITA AL VOLONTARIATO E NEL 1982, CON IL SOSTEGNO DI MARIA TERESA DI CALCUTTA, AVEVA FONDATO L'ASSOCIAZIONE "ACTION POUR LES ENFANTS DES LÉPREUX DE CALCUTTA", A CUI HA DEVOLUTO METÀ DEI SUOI DIRITTI D'AUTORE...

Dino Messina per il “Corriere della Sera”

 

dominique lapierre 4

L'India dei poveri piange perché ha perso il suo cantore e paladino. Piangono anche i lettori de La città della gioia , che ebbero la vita sconvolta da questo libro uscito nel 1985 dedicato agli ultimi della terra, gli uomini cavallo di Calcutta. Non pochi ragazzi, anche in Italia, dopo averlo letto decisero di dedicarsi al volontariato o si iscrissero a Medicina con il progetto di aiutare il prossimo.

 

dominique lapierre 3

Metà Hemingway, metà Madre Teresa, Dominique Lapierre, nato il 30 luglio 1931 a Châtelaillon-Plage, ha trascorso gli ultimi dieci anni in una dolorosa condizione di semicoscienza dopo una banale caduta. A dare l'annuncio della scomparsa, avvenuta sabato, è stata la moglie Dominique con un commovente messaggio agli amici più stretti, tra i quali i fratelli Formenton, figli di Cristina Mondadori, che è stata tra le più attive sostenitrici dello scrittore filantropo.

dominique lapierre 2

 

Lapierre era già uno degli autori di bestseller più conosciuti quando alla fine degli anni Settanta andò dal suo editore a proporre il libro che avrebbe venduto oltre dieci milioni di copie: lascia perdere, fu la risposta, a chi vuoi che interessi la vita di un portatore di risciò, di una bambina che raccoglie carbone per la sua famiglia, di un infermiere svizzero e di un venditore di cravatte inglese che hanno deciso di vivere in Bengala?

 

dominique lapierre 16

Dominique non ascoltò il consiglio, salutò il suo amico americano Larry Collins, con cui aveva scritto agli inizi degli anni Sessanta Parigi brucia? - il libro inchiesta che rivelò al mondo come fu disatteso dagli ufficiali nazisti l'ordine di Hitler di radere al suolo la capitale francese -, e si lanciò nella nuova avventura.

 

dominique lapierre 5

Non fu una scelta facile, perché la collaborazione con Collins (scomparso nel giugno 2005) si era rivelata eccezionale: insieme avevano scritto il racconto della nascita dello Stato di Israele, Gerusalemme! Gerusalemme!, la storia dell'indipendenza dell'India, Stanotte la libertà . Secondo un collaudato metodo di lavoro, i due giornalisti-scrittori, uno ex inviato di «Paris Match», l'altro ex corrispondente da Parigi della United Press e di «Newsweek», si dividevano i compiti, poi ciascuno scriveva un capitolo che l'altro traduceva e correggeva nella propria lingua.

 

dominique lapierre 8

Diventati campioni del bestseller storico, erano al top. Grazie al loro conto corrente milionario potevano godersi le loro ville in Costa Azzurra, le macchine sportive, i cavalli e quant' altro desiderassero. Le strade avevano però cominciato a dividersi quando durante la preparazione di Stanotte la libertà , uscito nel 1975, Dominique Lapierre, da vero cronista che voleva immergersi nella realtà che avrebbe descritto, comprò un biglietto ferroviario di terza classe da New Delhi a Calcutta per capire nella capitale del Bengala ed ex sede del governatorato britannico le ragioni delle tensioni tra musulmani e hindu che avevano portato all'uccisione di Gandhi.

 

dominique lapierre e madre teresa di calcutta

A Calcutta qualche anno dopo il quarantenne Dominique, sconvolto dalla condizione dei poveri, in un incontro con Madre Teresa, fondatrice delle Missionarie della Carità, chiese a chi poteva devolvere il primo assegno che sarebbe arrivato con il nuovo libro. Madre Teresa non esitò a indicare George Stevens, l'inglese ex venditore di cravatte che non aveva più soldi per mandare avanti l'asilo dove raccoglieva i figli di lebbrosi.

 

dominique lapierre 7

Con questo gesto di carità Dominique divenne da narratore anche protagonista. E da allora il suo rapporto con l'India cambiò. Nella sua vita, dopo il divorzio dalla prima moglie, da cui era nata Alexandra, che sarebbe diventata anche lei scrittrice, era intanto entrata una nuova compagna, che si chiamava proprio come lui, Dominique. Dominique Conchon, una ragazza che aveva risposto all'annuncio pubblicato dai due scrittori in cerca di una segretaria per il libro sulla nascita della nazione indiana.

 

dominique lapierre 9

Tornati a casa in Rolls-Royce, attraversando il Khyber Pass, dopo la pubblicazione di Stanotte la libertà i due Dominique si avvicinarono sempre più alla difficile realtà indiana e iniziarono a seguire alla lettera i precetti di Madre Teresa: anche un piccolo gesto può essere utile nel gran mare delle sofferenze. Scrivendo il suo capolavoro La città della gioia , Dominique, soprannominato dagli amici indiani Dada, grande fratello, mentre la sua compagna, di corporatura esile, era chiamata Didi, piccola sorella, cominciò a dare vita all'Associazione per i bambini dei lebbrosi di Calcutta e una serie di centri, quattordici in tutto, che negli anni hanno assorbito sempre maggiori risorse.

 

dominique lapierre 15

Lapierre, infaticabile lavoratore che aveva continuato a sfornare bestseller, come Mezzanotte e cinque a Bhopal (con il nipote Javier Moro), dedicato al disastro ambientale che nel 1984 causò circa sedicimila vittime, durante un viaggio a Calcutta nel 2010 mi confidò che aveva destinato 65 milioni di dollari alle varie associazioni. Quella dei figli dei lebbrosi, dove assistemmo a una toccante riunione collettiva, ma anche il centro medico per l'assistenza su quattro battelli alle popolazioni dei Sundarbans, nel Golfo del Bengala, o un'altra associazione che si occupa del microprestito alle donne sole, o un'altra ancora dedicata ai bambini disabili.

 

dominique lapierre 6

Tutti i soldi guadagnati con i diritti dei libri e di due film, quello tratto dalla La città della gioia , e quello dedicato alla vita di Madre Teresa con Geraldine Chaplin, sono finiti in India. Ma ancora non bastava. Dominique vendette la sua splendida villa a Ramatuelle, vicino a Saint-Tropez, a Cristina Mondadori, che sostenne anche azioni benefiche in Africa. Lo scrittore negli anni si era trasformato in un perfetto fundraiser per le sue opere di carità.

 

dominique lapierre 14

Per questo teneva conferenze in giro per l'Europa. Dopo l'India, il suo Paese preferito era l'Italia, dove aveva trovato grande generosità. Nonostante gli impegni per sostenere le associazioni di carità, Dominique aveva continuato a scrivere (per esempio l'affresco sulla storia del Sudafrica, Un arcobaleno nella notte o India mon amour ). Dopo un lungo sodalizio con la Mondadori, l'editore che ha pubblicato le ultime opere di Lapierre in Italia è stato il Saggiatore. Ultimamente, ci dice il presidente del Saggiatore, Luca Formenton, «abbiamo acquisito anche i diritti di Parigi brucia? e di Stanotte la libertà , mentre La città della gioia è rimasto alla Mondadori».

 

dominique lapierre 13

 Quand'era a casa, la dépendance della sua ex villa di Ramatuelle, usciva tutte le mattine a cavallo, montando Lunares o Preferida, due destrieri andalusi. Al pomeriggio lavorava. È stato così fino al 10 giugno 2012 quando perse conoscenza dopo una caduta: trauma cranico, rianimazione, un risveglio che aveva illuso tutti e una lunga convalescenza in casa, finché non si è reso necessario trasferirlo in un centro medico. Sulla sua tomba sarà inciso: «Dominique Lapierre, cittadino onorario di Calcutta. Tutto ciò che non è donato è perduto». Proverbio indiano.

dominique lapierre 11dominique lapierre 10dominique lapierre 1dominique lapierre 12

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”