FITTIPALDI PAPERS - E’ VERO O NO IL DOSSIER SU EMANUELA ORLANDI? FOSSE UN APOCRIFO, IL REPORT POTREBBE ESSERE ANCHE STATO SCRITTO ANNI FA, DA CHI CONOSCEVA PEZZI DI VERITÀ NASCOSTE E VOLEVA MINACCIARE, CON QUELLA CARTA PIAZZATA IN UNA CASSAFORTE, FETTE DELLA GERARCHIA ECCLESIASTICA VICINE A PAPA GIOVANNI PAOLO II

EMANUELA ORLANDIEMANUELA ORLANDI

Emiliano Fittipaldi per “la Repubblica”

 

ll documento sull'“allontanamento domiciliare” di Emanuela Orlandi, apocrifo o fasullo che sia, esiste. Ha una sua storia. E un percorso che, dal buio di un armadio blindato in Vaticano, lo ha portato alla luce del sole. Cinque pagine con presunte spese e uscite sono così diventate – a più di 34 anni di distanza dal 22 giugno 1983, giorno della scomparsa della ragazzina che amava Gino Paoli – un nuovo capitolo di uno dei misteri più oscuri della recente storia italiana.

 

EMANUELA ORLANDIEMANUELA ORLANDI

Perché, come racconto sul libro “Gli impostori”, in uscita per la Feltrinelli venerdì prossimo, delle due l'una: o il documento è vero, e apre ipotesi clamorose sul sequestro e il destino dell'adolescente. O è contraffatto, e segnala il riaccendersi di vecchie e nuove rese dei conti dentro le sacre mura.

 

È un fatto che il documento misterioso, definito subito «falso e ridicolo» dal capo della sala stampa di papa Francesco, Greg Burke, esca da dentro il Vaticano. Precisamente, dall'archivio riservato della prefettura degli Affari economici, un ente che fino a due anni fa fungeva da struttura di controllo contabile e di gestione economica delle amministrazioni vaticane. Una Corte dei conti della Santa Sede, in pratica.

emanuela orlandi emanuela orlandi

 

L'archivio fin dal 2011 e fino ai suoi arresti nel 2015 è stato gestito dal monsignor Lucio Vallejo Balda, segretario dell'organismo e poi – dal 2013 – anche della pontificia commissione Cosea, che è stata ospitata proprio negli uffici della Prefettura. Sappiamo che quell'armadio blindato, dove vecchi documenti sensibili erano incredibilmente accatastati alla rinfusa e senza catalogazione, è stato violato nella notte del 29 marzo del 2014, da uno o più ladri che non sono mai stati identificati. Nè dal Vaticano, le cui indagini effettuate dalla Gendarmeria guidata Domenico Giani sono tuttora segrete.

 

Né dalla polizia italiana, che è titolare della sicurezza delle strade attorno al palazzo della Prefettura (che è invece da considerare territorio della Santa Sede). Cosa c'era dentro l'archivio riservato? Quali dossier hanno prelevato i criminali dal forziere? Che uso ne hanno fatto in questi tre anni? È solo durante Vatileaks 2, lo scandalo sulla fuga di documenti segreti scoppiato nel novembre 2015, che si parla per la prima volta di «faldoni trafugati» in Prefettura.

EMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

 

Se alcuni di questi, come le lettere del banchiere Michele Sindona, vengono pubblicati da Gianluigi Nuzzi, nel 2016 il capo ufficio della Prefettura monsignor Alfredo Abbondi, durante uno degli interrogatori del processo in Vaticano, dà le prime, importanti indicazioni sull'inquietante vicenda.

 

Prima spiegando che, circa un mese dopo il blitz notturno, i report carpiti tornarono indietro in un plico anonimo, recapitato curiosamente alla Prefettura stessa. Poi segnalando che i documenti rispediti all'ovile «erano di dieci, vent'anni fa. Nel riordinare i fogli dopo l'effrazione, vidi che gli atti contenuti nell'archivio non erano tanto relativi alla sicurezza dello stato, ma a fatti sgradevoli...Se nel plico fosse mancato qualcosa di rilevante» chiude Abbondi «ce ne saremmo accorti».

EMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

 

Ai magistrati del papa il sacerdote non dice quali fogli sono tornati nel plico, né cita il fantomatico dossier che l'estensore vuole firmato nel 1998 dal cardinale Lorenzo Antonetti. È l'ex membro di Cosea Francesca Chaoqui che, da testimone oculare, li elenca per la prima volta. Non lo fa a processo, dove dice di essere vincolata al segreto, ma lo fa nel suo libro di memorie, pubblicato nel febbraio 2017. Tra i dossier del plico, afferma la pr, ci sarebbe anche «il file di Emanuela Orlandi, dal quale capisco il finale di una storia che deve rimanere sepolta».

 

Ora, se il presunto resoconto delle note spese dell'allontanamento domiciliare è stato rubato dall'archivio della Prefettura gestito da Balda e poi restituito come lascia intendere la Chaoqui, vuol dire che era già nella cassaforte prima del furto. Allora chi lo ha messo lì dentro? E quando?

 

Emanuela Orlandi a sinistra scomparsa a anni e De Pedis depedis Emanuela Orlandi a sinistra scomparsa a anni e De Pedis depedis

E se invece i ladri hanno infilato una patacca tra report originali in un secondo momento, come mai don Abbondi non ha segnalato subito la presenza del falso? Il vaticanista della Stampa Andrea Tornielli ieri ha evidenziato che la nota, secondo le sue fonti, non era tra i fogli rispediti dai criminali. Si sbaglia o è la Chaoqui a mentire quando dice di aver visto con i suoi occhi «un file sulla Orlandi»?

 

Il fratello di Emanuela Orlandi Il fratello di Emanuela Orlandi

Soprattutto, come suggerisce di nuovo Tornelli, se il Vaticano era a conoscenza del resoconto misterioso da tre anni, e lo considerava contraffatto, come mai non ne ha mai parlato ufficialmente? Come mai monsignor Angelo Becciu, sostituto alla Segreteria di Stato, quando a giugno 2017 il Corriere ha parlato dell'esistenza di un «resoconto economico» con voci che «arrivano fino al 1997» non ha spiegato che si trattava di una pericolosa polpetta avvelenata? E, soprattutto, gli uomini di Giani hanno effettuato indagini per capire chi, e quando, lo avrebbe fabbricato? E con quali scopi?

 

EMANUELA ORLANDIEMANUELA ORLANDI

Anche se ci sono errori formali evidenti (un'intestazione «a Sua Riverita Eccellenza» invece che al canonico «Sua Eccellenza reverendissima», il nome sbagliato di un mittente, la scritta «in fede» alla fine dell'ultima pagina, il nome della Orlandi in bella vista), il documento è ben costruito e architettato. Non ha intestazioni, né timbri e firme, ma sono molti i dossier originali vaticani che non ne hanno, e che hanno riempito giornali e libri durante i primi due Vatileaks.

 

EMANUELA ORLANDI CERCASIEMANUELA ORLANDI CERCASI

Studiando l'elenco delle note spese, sembra che chi lo ha compilato conosca molto bene le dinamiche vaticane di fine anni Novanta. Fosse un apocrifo, il report potrebbe essere anche stato scritto lustri fa, da mani esperte che conoscevano pezzi di verità nascoste e volevano minacciare, con quella carta piazzata in una cassaforte piena di segreti e misteri, fette della gerarchia ecclesiastica vicini a papa Giovanni Paolo II. È noto, per esempio, che tra Paul Marcinkus, gran capo dello Ior e regista del crac del Banco Ambrosiano, e lo stesso cardinale Antonetti i rapporti non fossero idilliaci.

 

Emanuela OrlandiEmanuela Orlandi

Meno probabile che il resoconto, sempre ipotizzando sia inattendibile, sia stato composto di recente: il documento non colpisce uomini chiave del pontificato di Francesco, e non sfiora nemmeno lontanamente il papa argentino. Più in generale, non assegna responsabilità specifiche nella scomparsa della Orlandi, né spiega i motivi del suo presunto «allontanamento». Ora la Santa Sede, oltre a negare con vigore e fastidio la veridicità del documento, dovrebbe forse provare a spazzare via ogni dubbio e veleno, spiegando l'origine di un documento inquietante. Perché è certo, vero o falso che sia, che la nota sull' “allontanamento domiciliare” della Orlandi è uscita dall'interno delle mura leonine.

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?