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FRANCIA, SCOMPARSA DELLA PICCOLA MAËLYS - IL CERCHIO SI STRINGE SUL 34ENNE NORDHAL L., UNO DEI 250 INVITATI ALLE NOZZE - SULLA SUA AUTO LA POLIZIA SCIENTIFICA HA RITROVATO TRACCE DI DNA DELLA BAMBINA ALL’ALTEZZA DEL CRUSCOTTO - IL PROPRIETARIO POI AVEVA LAVATO L’AUTO IL GIORNO DOPO, SPIEGANDO CHE AVREBBE DOVUTA VENDERLA SUCCESSIVAMENTE

Francesco Giambertone per Corriere.it

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C’è un arresto nel caso della scomparsa della piccola Maëlys, la bambina di nove anni di cui sono perse le tracce una settimana fa durante una festa di matrimonio vicino a Chambéry. Si tratta di una delle persone che erano già state fermate e poi rilasciate nei giorni scorsi e che tutt’ora continua a negare ogni responsabilità, ma ha ammesso che la bambina è salita sulla sua auto. Secondo la procura di Grenoble, l’uomo, un 34enne, è uno dei 250 invitati alle nozze e sulla sua auto la polizia scientifica ha ritrovato tracce di dna della bambina. Il proprietario poi aveva lavato l’auto il giorno dopo, spiegando che avrebbe dovuta venderla successivamente.

 

L’ammissione e le contraddizioni

Secondo l’emittente francese Lci/Tf1, nell’auto del 34enne — il cui nome sarebbe Nordhal L. — sarebbero state trovate tracce di dna della bambina all’altezza del cruscotto, tra gli strumenti di comando. L’uomo ha fornito diverse giustificazioni, a cui però gli investigatori non credono: sostiene di aver lasciato i finestrini aperti la sera del matrimonio e che la bambina potrebbe aver toccato la strumentazione per gioco.

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Il suo avvocato Bernard Méraud ha raccontato che il sospettato ha ammesso che la bambina è entrata nella sua auto, «forse insieme ad un altro ragazzino per cercare i suoi cani oppure per gioco, il che non spiega le tracce di dna sul cruscotto. Il mio assistito — ha aggiunto il legale — nega di aver rapito o fatto del male alla bambina». Il 34enne, amico dello sposo, è accusato di sequestro di persona minore di 15 anni proprio alla luce dei risultati dell’indagine della polizia scientifica.

 

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Il primo fermo

Nordhal L. era già stato fermato il 31 agosto scorso su segnalazione dei genitori di Maëlys De Araujo, ma poi era stato rilasciato. A destare i sospetti su di lui erano stati tre elementi: si era cambiato la camicia nel corso della serata, sulle mani aveva dei graffi («perché ho raccolto dei lamponi») e aveva lavato l’auto il giorno dopo il matrimonio, spiegando di doverla vendere.

 

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All’inizio gli avevano creduto. E le tracce di dna della bimba non erano state trovate nel corso delle prime analisi, condotte da un laboratorio privato incaricato dalla Procura. Sono invece emerse con l’utilizzo di una tecnica innovativa da parte dell’Istituto di ricerca criminale della gendarmerie francese.

 

Ricerche senza sosta

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Che fine abbia fatto la piccola al momento è ancora un mistero. Durante il weekend centinaia di persone si sono unite volontariamente alle ricerche delle forze dell’ordine nei pressi del paesino di Pont-de-Beauvoisin, il centro nel sud-est della Francia a 85 chilometri da Lione dove la bimba è scomparsa durante il ricevimento di nozze. Al momento lo sforzo collettivo e delle forze dell’ordine, cui si sono aggiunti i sommozzatori, non ha dato esito.

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