alberico filo della torre

ARCHEO-MISTERY! - IL CASO ALBERICA FILO DELLA TORRE: COME IN OGNI GIALLO CHE SI RISPETTI L'ASSASSINO ERA IL MAGGIORDOMO. MA PER CAPIRLO CI HANNO MESSO 20 ANNI – PER LA CONTESSA MORTA ALL’OLGIATA SONO STATI SCOMODATI SERVIZI SEGRETI, FONDI NERI, AMANTI E CONTI OFF-SHORE - LA VERITA’ ERA DAVANTI AGLI OCCHI DI TUTTI PERCHÉ L’EX DOMESTICO SUBITO DOPO IL DELITTO VIENE INTERCETTATO MENTRE...

Patricia Tagliaferri per “il Giornale”

 

ALBERICA FILO DELLA TORRE

Come in ogni giallo inglese che si rispetti l' assassino era il maggiordomo. Solo che nel caso della contessa Alberica Filo della Torre, un omicidio rimasto per lungo tempo un mistero, chi indagava lo ha capito 20 anni dopo.

 

Anche se la verità era a portata di mano, quasi banale nella sua semplicità, i magistrati all' epoca non l' hanno vista finendo per trasformare il delitto dell' Olgiata - dal nome della zona residenziale a nord di Roma dove è avvenuto - in un intrigo internazionale che di anno in anno si è alimentato delle trame più assurde, scomodando persino i servizi segreti e spingendo i pm in giro per il mondo, anche fino ad Hong Kong, alla ricerca di inesistenti conti off-shore.Un' inchiesta nata male e proseguita peggio.

ALBERICA FILO DELLA TORRE

 

Fino al 2011, l' anno della svolta, quando le indagini - riaperte su sollecitazione del marito della vittima, l' ingegnere e costruttore Pietro Mattei, che non si è mai arreso neanche di fronte ai sospetti e ai veleni che lo hanno inseguito - hanno portato all' arresto del domestico filippino, Winston Manuel, che confessa immediatamente per togliersi dalla coscienza, disse proprio così, un peso che si portava dietro da 20 anni, tanto da aver chiamato la figlia con il nome della contessa.

 

michele finocchi

È stato lui il 10 luglio del 1991 ad uccidere la nobildonna nella camera da letto della sua bellissima villa, dove quel giorno fervono i preparativi per la festa dell' anniversario di matrimonio in programma la sera stessa. In casa c' è un festoso via vai di giardinieri, camerieri e operai. Ci sono due domestiche filippine, i figli della contessa, Manfredi e Domitilla, e la loro tata inglese. Nessuno bada a Manuel, che entra di soppiatto e che comunque tra quelle mura ci aveva lavorato fino a un paio di mesi prima, quando era stato licenziato perché beveva troppo. Ha bisogno di lavorare, vuole parlare con Alberica, sale nella sua stanza, lei lo sorprende, la situazione degenera, lui prima la stordisce con uno zoccolo, poi la strangola, arraffa qualche gioiello e scappa dalla finestra senza che nessuno lo veda.

 

alberica filo della torre by marcellino radogna

Elementare, a posteriori. Ma a rendere questo delitto uno dei casi che ha maggiormente appassionato l' opinione pubblica negli ultimi decenni è quello che accade nel corso delle indagini, prima che esse puntino con decisione a Manuel Winston, che pure fu tra i primi indagati insieme a un giovane vicino di casa, Roberto Jacono, figlio dell' insegnante di inglese dei figli dei coniugi Mattei, rimasto a lungo il principale indiziato e salvato dall' esito negativo dell' analisi sulle tracce ematiche riscontrate sui suoi pantaloni. Anche sul filippino gli investigatori indugiano a lungo, lo interrogano, il suo dna viene confrontato con le tracce si sangue trovate nella stanza. Ma niente, la pista viene accantonata.

manuel winston

 

pietro mattei

Eppure la soluzione era a due passi, perché Manuel subito dopo il delitto viene intercettato mentre parla con il ricettatore contattato per disfarsi dei gioielli della contessa. Conversazioni determinanti, che però curiosamente non vengono mai tradotte né ascoltate. I magistrati si buttano invece a capofitto su ben altre ipotesi investigative. La più scontata, dolorosa per lui e anche lontana dalla verità, è quella che inizialmente concentra sospetti e insinuazioni sul vedovo, nonostante il suo alibi di ferro, scavando anche nel passato della contessa alla ricerca di chissà quale segreto nascosto che potesse giustificare un delitto passionale. Una delle piste più suggestive, invece, è quella di fantasiosi collegamenti tra il delitto e l' inchiesta sui fondi neri del Sisde, alimentata dall' amicizia di Pietro Mattei e della contessa con Michele Finocchi, ex funzionario dei servizi segreti.

delitto dell'olgiata

 

pietro mattei

La mattina in cui viene ritrovato il corpo della nobildonna, è lui tra i primi ad intervenire nella villa dell' Olgiata, che era solito frequentare. Così, quando nel 1993 scoppia lo scandalo, gli inquirenti cercano di collegare le due vicende, cominciano ad indagare all' estero, ficcano il naso nei conti a tanti zeri della contessa a caccia di trame da spy story buone solo per i titoli dei giornali, che poi andranno a nozze anche con un' altra fascinosa ipotesi investigativa che sembra prendere piede nel 2004, quella che vede i riflettori accendersi su un vicino di casa della nobildonna, un finanziere di Hong Kong che si diceva fosse esperto di arti marziali, dettaglio che alimenta le fantasie sulla particolare forma di strangolamento con la quale, dopo il colpo in testa sferrato con lo zoccolo, era stata finita Alberica. Passano gli anni, ma la soluzione del caso sembra sempre più lontana. Soltanto la caparbietà di Pietro Mattei, che anno dopo anno si oppone a ben tre richieste di archiviazione avanzate dalla Procura, consente la svolta definitiva.

manuel winston 8

 

Vent' anni dopo. E grazie ad un magistrato donna che ricomincia ad indagare dal principio, come se l' omicidio fosse stato appena commesso. Accantonate le altre ipotesi, la verità arriva da nuove analisi scientifiche effettuate sul lenzuolo trovato avvolto intorno al collo della donna. Proprio da lì, dove le indagini erano partite e proseguite a vuoto, salta fuori una macchia di sangue di un paio di centimetri diversa dalle altre. Gli esami del Ris nel 2001 confermano che in quella traccia ematica c' è il Dna di Winston, che evidentemente si era ferito durante la colluttazione.

 

 

Sembra incredibile, ma l' assassino era lui, il sospettato numero uno, che dopo aver vissuto per due decenni con il rimorso per quello che aveva fatto, accoglie come una sorta di liberazione il momento dell' arresto. «Sono stato io ad uccidere la contessa», confessa tra le lacrime, chiedendo scusa alla famiglia Mattei e spiegando al magistrato il movente di un delitto assurdo nella sua banalità: era stato mandato via da quella casa, ma aveva bisogno di lavorare ed era tornato per parlarne con la contessa. Poi quella discussione degenerata, arrivata dopo aver bevuto un bicchiere di whisky per farsi coraggio. Nessun amante deluso, nessun segreto, né tanto meno storie da 007.

delitto dell'olgiata

 

La verità era davanti agli occhi di tutti, ma nessuno l' aveva messa a fuoco. Troppo semplice, forse. Era stato proprio lui, quel filippino che la contessa aveva sempre considerato inaffidabile, al punto da licenziarlo. Proprio quel domestico sul quale gli investigatori si erano così a lungo soffermati nelle prime fasi delle indagini. Dopo un giallo durato tanti anni il processo arriva in fretta e scorre via veloce: ormai non ci sono più misteri da risolvere.

alberico filo della torre

 

delitto olgiataalberico filo della torre 3

Winston sceglie il rito abbreviato, che prevede uno sconto di pena, e se la cava con una condanna a 16 anni per omicidio volontario.

roberto iaconopietro matteipietro mattei

alberico filo della torre 19manuel winston 1alberico filo della torre 5

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…