droga spacciatore pusher

I "FATTORINI" DELLA DROGA CONSEGNANO ANCHE TRA LE CORSIE DELL'OSPEDALE - A RIVOLI, VICINO TORINO, UN PUSHER NORDAFRICANO (PREGIUDICATO) FACEVA ARRIVARE LA DROGA AI PAZIENTI DEL REPARTO PSICHIATRICO - LE SOSTANZE VENIVANO ORDINATE VIA WHATSAPP: LO SPACCIATORE LE NASCONDEVA NEI PACCHETTI DI SIGARETTE CHE FACEVA CONSEGNARE AI SUOI CLIENTI DALLE INFERMIERE, IGNARE DEL CONTENUTO - UNA SANITARIA HA APERTO IL PACCHETTO DI "BIONDE" E HA VISTO...

Estratto dell'articolo di Elisa Sola per "la Stampa"

 

SPACCIO DI COCAINA

La droga arrivava direttamente in corsia. Nascosta in pacchetti di sigarette, avvolta nel cellophane. E consegnata ai pazienti del reparto psichiatria dell'ospedale di Rivoli. L'escamotage, per il pusher, era semplice. Riceveva gli "ordini" da parte dei degenti, che già conosceva probabilmente, sul cellulare.

 

Poi si presentava in reparto con la scusa di consegnare del «tabacco». Il pacchetto veniva ritirato dall'infermiere di turno, che era del tutto inconsapevole. E dato al paziente. Non è chiaro per quanti giorni e con quante persone questo stratagemma sia stato usato.

 

Quel che è certo, è che a scoprire lo spacciatore è stata un'assistente sanitaria. Per la precisione, l'infermiera che era di turno nel pomeriggio del 17 aprile del 2023, questa l'epoca delle contestazioni al centro dell'inchiesta, conclusa, svolta dai carabinieri e coordinata dalla pm Laura Longo.

spaccio di marijuana

 

«Erano le 15 e 15, ricordo bene», ha dichiarato la sanitaria, che ha dato vita all'indagine chiamando i militari di Rivoli. «È suonato il campanello e sono andata ad aprire. Alla porta c'era un uomo. Avrà avuto sui 45 anni, portati male. Era molto trascurato. Ha detto di essere un caro amico di un certo paziente. Parlava con un accento nordafricano. Era molto magro. Mi ha detto che doveva consegnare del tabacco a questo suo amico che era ricoverato da noi».

 

L'infermiera non fa entrare quell'uomo, sconosciuto, e ritira il pacchetto di sigarette e due confezioni di cartine. In effetti sembra davvero un pacchetto di sigarette, ma la donna, per una sorta di sesto senso e anche per dovere professionale, decide di controllare cosa ci sia dentro. «Ho aperto le confezioni. Sentivo già un odore strano. E ho trovato due pezzi di resina strani, di colore marrone, abbastanza collosi e con un aroma intenso. Ho capito che era droga. E ho chiamato subito i carabinieri».

 

SPACCIO DI COCAINA

Si attivano i militari della compagnia di Rivoli, che sequestrano il «regalo» che quell'individuo alla porta voleva consegnare all'amico malato. Sentono alcuni testimoni, a partire dalla sanitaria. Ed emerge così che lo stesso uomo di 45 anni e dall'aspetto trascurato era già comparso in ospedale.

 

Lo conferma un altro infermiere, che dice: «L'ho visto nei giorni scorsi portare del tabacco a un altro paziente. Sempre qui, in reparto psichiatria». I carabinieri tratteggiano l'identikit dello strano amico dei degenti. E scoprono che è una loro vecchia conoscenza. È uno spacciatore professionista, che ha vari precedenti.

COCAINA

 

Un uomo noto, anni prima, per vendere droghe pesanti e leggere a Torino, nella zona di Porta nuova. Un uomo che, a un certo punto, si è spostato in Val di Susa, dove ha continuato a spacciare. Fino a penetrare l'ospedale. Il pusher viene riconosciuto dai militari anche perché era stato coinvolto in una rapina, e fermato tempo prima, dalle parti di Mompantero. Difeso dall'avvocata Francesca D'Urzo, lo spacciatore ha già delle condanne alle spalle.

 

I militari scoprono anche che quel pacchetto dal peso totale di 30 grammi consegnato all'infermiera, con scritto fuori "Chesterfield original", costava caro. «Il paziente mi ha dato 50 euro, chiedendomi di consegnarli al suo fantomatico amico che sarebbe venuto a trovarlo», è un passaggio della testimonianza dell'infermiera, sentita a verbale. [...]

 

spaccio di droga

Oggi l'imputato è chiamato a comparire all'udienza preliminare davanti al gip Claudio Ferrero. Alla fine il reato che gli viene contestato, lo spaccio, è considerato «di lieve entità» perché al momento della perquisizione la sostanza stupefacente trovata dai carabinieri è di 0.18 grammi. [...]

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