pignatone emanuela orlandi piero vergari

CHI SONO I DUE MONSIGNORI CHE AVREBBERO AGEVOLATO IL RITROVAMENTO DEL CORPO DI EMANUELA ORLANDI, CHIEDENDO IN CAMBIO DI TRASLARE LA SALMA DI RENATINO DE PEDIS, SEPOLTO NELLA CRIPTA DELLA BASILICA DI SANT'APOLLINARE? NEL 2012 L'ALLORA RETTORE DELLA BASILICA, PIETRO VERGARI, FU INDAGATO PER SEQUESTRO DI PERSONA E MORTE DI EMANUELA ORLANDI - INTERCETTATO, IL 19 MAGGIO CHIAMA UN'UTENZA IN VATICANO - AL SUO INTERLOCUTORE SI RIVOLGE CON IL TITOLO DI "ECCELLENZA" E QUEST'ULTIMO PRIMA LO ESORTA A STARE CALMO E A NON FARE ERRORI COME IN PASSATO ("PERCHÉ TUTTE LE VOLTE CHE LEI È ANDATO DI FUORI POI È SUCCESSO QUELLO CHE È SUCCESSO…") E POI GLI DICE: "GUARDI CHE IL SUO TELEFONO È SOTTO CONTROLLO". MISTERI INSOLUTI MA NON DETERMINANTI PER PIGNATONE CHE NEL 2015 OTTENNE LA CHIUSURA DELL'INCHIESTA…

GIANCARLO CAPALDO

Gianluigi Nuzzi per "la Stampa"

 

L'ex procuratore reggente di Roma Giancarlo Capaldo, coordinatore dell'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, ha stilato la lista di monsignori, ufficiali e militari dei carabinieri, cancellieri che a vario titolo, chi come protagonista, chi come testimone, avrebbero partecipato alla trattativa da lui condotta con il Vaticano per ritrovare i resti della giovane sparita nel 1983 e mai più ritrovata.

 

renatino de pedis orlandi

Un confronto avviato nel novembre del 2011, quando un ufficiale dell'Arma avrebbe portato nell'ufficio di Capaldo al primo piano a piazzale Clodio la richiesta d'Oltretevere di aprire un dialogo riservato e che si sarebbe poi sviluppato con almeno tre incontri - due in procura e uno nella biblioteca apostolica nello stato città del Vaticano. Interlocutori due monsignori che pur di chiudere l'inchiesta avrebbero agevolato in ogni modo il ritrovamento del corpo di Emanuela, chiedendo al contempo di traslare la salma del presunto cassiere della banda della Magliana Renatino De Pedis, ucciso a Roma il 2 febbraio 1990, da incensurato, e sepolto nella cripta della basilica di sant' Apollinare.

 

giuseppe pignatone

Una trattativa che - qualora confermata - avrebbe del clamoroso. Infatti, a che titolo gli alti prelati esercitavano pressioni su un'indagine svolta da uno stato estero? Ed è vero che avrebbero potuto offrire indicazioni utili al ritrovamento della Orlandi? Capaldo già lo scorso 17 novembre, in occasione della presentazione del suo romanzo "La ragazza scomparsa" sul caso alla libreria Libraccio di via Nazionale a Roma, aveva confermato l'esistenza della trattativa, mostrandosi poi pronto a svelare i nomi di chi vi partecipò durante la puntata del programma Quartogrado dello scorso 26 novembre. Il primo a ipotizzare un clamoroso dietro le quinte era stato nel 2016 il regista Roberto Faenza nel documentario "La verità sta in cielo".

Bertone Tarcisio

 

Da parte sua però Capaldo aveva preferito rimanere in silenzio, senza mai né confermare né smentire queste ricostruzioni. Fino appunto a un mese fa quando ha deciso di uscire allo scoperto dicendosi pronto a raccontare tutto. Una posizione che non è sfuggita all'avvocatessa Laura Sgrò, che da tempo tutela gli interessi dei familiari di Emanuela Orlandi. La penalista ha quindi reiterato alla giustizia vaticana l'istanza di sentire Capaldo come aveva già formalizzato nel 2017 dopo che nei primi due capitoli del mio saggio "Peccato Originale" avevo approfondito temi, dati e interlocutori di questi incontri senza ricevere alcuna smentita.

 

GIANCARLO CAPALDO

La Sgrò ha presentato anche istanza alla prima commissione del Csm affinché ascolti l'ex magistrato per chiarire con quali crismi sono avvenuti questi incontri, se sono stati verbalizzati e se vi sono le registrazioni dei colloqui come ha lasciato intuire lo stesso Capaldo, intervenuto domenica sera nella trasmissione Atlantide di Andrea Purgatori. Dall'identikit che siamo in grado di ricostruire, i due prelati chiamati in causa da Capaldo sarebbero personaggi all'epoca di rilievo della curia con papa Benedetto XVI.

 

georg ganswein

Il primo appartenente alla segreteria di Stato con al vertice il cardinale Tarcisio Bertone, il secondo in organigramma in altro dicastero ma in dialogo diretto con monsignor Georg Ganswein, all'epoca segretario particolare di Joseph Ratzinger. I due avrebbero dialogato con il procuratore reggente chiedendo di spostare la salma di De Pedis al cimitero Verano, togliendola dalla cripta della basilica che proprio la Orlandi frequentava per seguire le lezioni di flauto traverso all'istituto "Ludovico da Vittoria".

 

Si tratta ora di trovare conferme alle parole di Capaldo per capire se trattativa c'è stata e qual è stata la sua genesi visto che poi sarebbe finita nel nulla. Di certo qualche mese dopo il nuovo procuratore Pignatone, il 14 maggio 2012, dopo aver assunto la guida delle indagini scelse una mossa ad alto impatto mediatico, incaricando l'antropologo forense Cristina Cattaneo e la polizia scientifica di ispezionare la chiesa e analizzare tutte le ossa conservate sotto la basilica alla ricerca di quelle di Emanuela.

 

renatino de pedis

Per settimane ai telegiornali scorrevano i servizi su quest' attività ciclopica che si sviluppava su 58.188 reperti ritrovati sia nell'ossario sia nella grotta dei Martiri sotto il pavimento della cripta. All'appello sembra che manchino però 100-110 scheletri che dovrebbero essere lì custoditi e che, invece non si trovano. Mistero. Ancora, proprio in quei giorni l'allora rettore della basilica Pietro Vergari viene indagato per sequestro di persona e conseguente morte di Emanuela e intercettato. Il 19 maggio trapela la notizia sui giornali e lui preso dall'agitazione chiama un'utenza in Vaticano.

 

PAPA RATZINGER E PIETRO VERGARI

Al suo interlocutore si rivolge con il titolo di «eccellenza» e quest' ultimo prima lo esorta a stare calmo e non fare errori come in passato («Perché tutte le volte che lei è andato di fuori poi è successo quello che è successo. Stia tranquillo adesso!») e poi letteralmente gli dice: «Guardi che il suo telefono è sotto controllo». Insomma misteri rimasti insoluti ma non determinanti per Pignatone che nel 2015 chiese e ottenne la chiusura dell'inchiesta. Capaldo si oppose e non firmò la domanda che venne accolta e confermata anche dalla Cassazione, lasciando l'assoluto mistero sul destino di questa povera ragazza e sui parenti che ancora oggi non sanno dove piangerla.

EMANUELA ORLANDI

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…