oliviero toscani

L'IMMORALITÀ DEI MORALISTI ALLA TOSCANI - “IL TEMPO” RANDELLA: “FACILE ALL’INDIGNAZIONE E TRANSITATO DALL’AREA RADICALE A QUELLA PD IN TEMPI RECENTI, FORSE NON PORTANDO TANTA FORTUNA AI SUOI NUOVI COMPAGNI DI STRADA, CI HA SEMPRE STUPITO PER LA FERMEZZA DELLE SUE POSIZIONI, PER ESEMPIO GLI INSULTI DEDICATI SALVINI SULL’IMMIGRAZIONE. E INVECE SUI SUOI DATORI DI LAVORO, I BENETTON…”

Alessandro Meluzzi per www.iltempo.it

 

vignetta krancic oliviero toscani difende i benetton

Come diceva bene Goethe, l’Italia è il paese dell’apparire. In verità, è il luogo in cui nulla è ciò che sembra. Per esempio, i moralisti sono tali o sono falsi moralisti? È il caso straordinario di un grande moralista della sinistra planetaria, Oliviero Toscani, che con aria costernata dalla Francia ci annunciava di essere addolorato di quanto sta capitando ai suoi datori di lavoro, i Benetton, rispetto ai quali dice di non avere grandi informazioni, perché Oltralpe i giornali non arrivano.

 

Ci chiediamo in quale zona della Francia sia, ma non dovrebbe preoccuparsi troppo, perché se fosse stato in Italia il nome dei suoi protettori e mecenati non sarebbe apparso su molti quotidiani, soprattutto sui giornaloni, cui lui affida dotte, sapienti e moralistiche opinioni.

 

luciano benetton e oliviero toscani

Il celebrato Oliviero Toscani, facile all’indignazione e transitato dall’area radicale a quella PD in tempi recenti, forse non portando tanta fortuna ai suoi nuovi compagni di strada, ci ha sempre stupito per la fermezza delle sue posizioni nei confronti di tutto ciò che irritasse la sua profonda e strutturale epicità. Per esempio, gli insulti dedicati a Salvini in materia di immigrazione gli sono costati anche, se ricordo bene, una condanna per diffamazione. E così via. Questo tipo di guru ama godere del monopolio del giudizio.

 

Toscani autostrade benetton

Ecco, proprio di fronte a questa palese falsificazione della realtà, per la quale vale il principio antico che per gli amici tutto e per i nemici la legge, occorre fare il punto innanzi tutto in termini logici, prima ancora che etici, sulla vicenda di quella che non esiterei a definire davvero -piaccia o meno al moralista Toscani- la strage di Genova. Perché di strage si tratta. Non solo nelle quantità, 40 o più morti, ma anche per le modalità e la forma con cui è accaduta. Una strage come quella del Vajont, in proporzioni molto più grandi ma in verità molto più fatali, oppure quella della Thyssenkrupp che anche in forza di un severissimo Guariniello non è stato risparmiato nulla ai fonditori tedeschi, ritenuti giustappunto colpevoli di strage, anche se ben protetti nei loro patri confini.

 

Ma proviamo a fare il punto. Cercherò di farlo utilizzando l’insuperabile logica aristotelica. Come ben si sa, esistono 4 cause che costituiscono un evento. In questo caso, la strage di Genova. Cominciamo con la causa materiale: i tralicci di un ponte di cemento armato, vecchio di mezzo secolo, esposto alla salsedine, non hanno ricevuto la manutenzione che sarebbe stata necessaria.

OLIVIERO TOSCANI A UNO MATTINA ESTATE

 

Gli interventi erano posti in capo alla società di gestione che, come ben si sa, vede in prima linea i datori di lavoro delle grandi campagne morali di Oliviero Toscani. È sulle cause materiali che evidentemente non può che appuntarsi l’attenzione della magistratura che non può che indagare su reato di strage con la volontà legata al dolo eventuale. È vero che si discuterà a lungo sul rapporto tra questi fattispecie e la colpa cosciente, ma certamente di 241 si tratta. Si potrà poi discutere sul rapporto tra tecnici e azionisti di maggioranza anche nel nome del ben noto ‘non poteva non sapere’.

 

TOSCANI BENETTON

Passiamo alla seconda causa, che è quella efficiente, determinata da un traffico di più di 80 mila veicoli al giorno con un carico di tir sempre più pesante, legato anche alle scelte da lungo tempo fatte di non utilizzare in Italia il trasporto su rotaia. Appartiene a questa categoria anche la terza causa, legata appunto alle cosiddette cause formali: in questi anni si è scelto di affidare sistematicamente alla privatizzazione, fortemente voluta da Soros & c., dal Britannia in avanti, anche funzioni di trasporti autostradali che, considerata la loro delicatezza, avrebbero meritato ben più attenzioni e controlli.

 

Ma come si sa, gli amici degli amici del PD, a partire da D’Alema e Prodi fino a Del Rio, passando attraverso Letta e Renzi, hanno pensato sempre di affidare ai loro solidi amici elettorali, nonché finanziatori, un enorme business che doveva produrre degli utili ma, in realtà, sono stati dirottati verso altro tipo di investimenti, lontanissimi dall’ammodernamento delle strutture pubbliche.

 

toscani

Salotti di una borghesia ‘compradora’ di prenditori più che imprenditori, la repubblica delle banane. Ingrassatisi con il denaro di opere costruite con l’erario dei contribuenti di cui personaggi come Toscani sono i principali clientes con le loro indignazioni globalizzate e telecomandate. Non dobbiamo poi dimenticare che i Grillini che, insieme alla Meloni, ed io sono d’accordo, rivendicano la nazionalizzazione delle opere strategiche non dovrebbero avere paura della TAV, come ne ebbero della Gronda owest che avrebbe alleggerito il traffico su quel maledetto e abbandonato, quanto redditizio, viadotto.

 

Veniamo alla quarta causa che è la più ambigua e inquietante ed è una causa che i moralisti come Toscani dovrebbero conoscere bene, se studiassero la storia. Da Tangentopoli in avanti, dalla fine degli anni ’80, in Italia non si fa più seriamente un’opera pubblica, anche perché vige una sorta di assioma di partenza, per cui si realizza un’opera pubblico qualcuno ci guadagnerà.

toscani benetton

 

Legalità o meno, questo innesca un atteggiamento fobico-ossessivo per il quale tra il fare, rischiando di sbagliare, e il non fare, quest’ultimo appare sempre meglio. Per lo meno la legalità sarà salva. È proprio su criteri come questi che Oliviero Toscani ben naviga. Ad esempio, a Di Pietro che di queste cose non ne sa niente è stata affidata la presidenza della Pedemontana.

 

toscani

Insomma, se è vero che la logica è un’etica del pensiero, l’immoralità del moralismo di personaggi come Oliviero Toscani presenti il trionfo della falsa coscienza che abbiamo visto dilagare in questi giorni. Una falsa coscienza rispetto alla quale esistono responsabilità ben diverse, da quelle giudiziarie a quelle governative e politiche per arrivare fino a quelle logico-simboliche. Ed è su questo che puntiamo il dito. Contro tutti i falsi moralisti come Toscani che con le loro permanenti chiacchiere non hanno contribuito a dipanare una matassa complicata di cui abbiamo cercato di parlare.

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…