salvatore leo

"GLI UCRAINI TRASFERISCONO I SOLDI ALL'ESTERO. SCAPPO QUANDO SCAPPERANNO LORO" - SALVATORE LEO, ORIGINIARIO DI SALERNO, DA 13 ANNI CHEF A KHARKIV, 30 CHILOMETRI DAL CONFINE CON LA RUSSIA, RACCONTA CHE NEL SUO RISTORANTE MANGIA ANCHE IL PRESIDENTE ZELENSKY - "OGGI CI SONO I POLITICI, IL PROCURATORE... PARLANO, PARLANO, INCONTRANO PERSONE, QUALCOSA SI STA MUOVENDO. STANNO PRENDENDO DECISIONI..." - E KIEV ESORCIZZA LA PAURA DELLA GUERRA: "I RUSSI NON CI ATTACCHERANNO"

Da leggo.it

 

Salvatore Leo

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a cena l'altra sera nel suo ristorante, l'Osteria Il Tartufo di Kharkiv, trenta chilometri dal confine con la Russia. «E oggi ci sono politici, il procuratore... Parlano, parlano, incontrano persone, qualcosa si sta muovendo. Stanno prendendo decisioni». È lo chef Salvatore Leo, originario della provincia di Salerno e in Ucraina da 13 anni, a raccontarlo ad Adnkronos.

 

Dell'avviso diramato dall'unità di crisi della Farnesina agli italiani in Ucraina, ai quali si chiede di tornare in patria, dice non essere informato. «Non ne so nulla. Io scappo quando scappano loro», dichiara. Ma loro, gli ucraini, intanto «stanno trasferendo i soldi all'estero, lo fanno tutti. La guerra economica quella sì, è già iniziata».

 

Salvatore Leo 2

Nel frattempo «preparo da mangiare per i politici ucraini. Ieri sera c'era qui il presidente, Zelensky. Ha mangiato poco. Qualche capesanta, un po' di pesce, le quaglie». Impossibile sapere come stesse, se fosse teso o meno. «Lui mangia in una sala chiusa, non possiamo avvicinarlo e non l'ho visto di persona. Ha un suo cameriere personale che gli porta i piatti che gli cucino», ha aggiunto.

 

Salvatore Leo 3

Intanto, però, «ieri mi sono registrato sul sito 'dovesiamonelmondo.it»', come aveva consigliato di fare l'ambasciata italiana in Ucraina, in modo da poter essere rintracciati e da ricevere informazioni utili in caso di emergenza. Per ora «in città non ci sono militari, non ci sono carri armati. Solo che la sensazione che qualcosa stia cambiando, qualcosa si stia muovendo».

 

KIEV ESORCIZZA LA PAURA DELLA GUERRA

PAOLO BRERA per la Repubblica

 

Avanti tutta, senza paura. "Kyiv Fashion" è finita? Arrivederci a orli e chiffon, ma nel Centro esposizioni internazionali, casa di Eurovision e grandi eventi, ecco già gli stand per le biotecnologie del frumento, la logistica della frutta e gli incroci dei polli. " Business as usual", sorride un operaio.

 

 

Dal confine spirano venti gelidi, carichi d'ansia e minacce; ma a Kiev c'è un sole primaverile, sei gradi, la neve scongelata piove dai tetti, un pizzico di paura però si tira dritto, si lavora, si vive: «Non sembra Milano, o Parigi? È pure meglio», dice Paolo Coia, 48 anni, designer e artista. Vive in Ucraina da 4 anni.

 

proteste contro l'ambasciata russa a kiev 2

Ogni domenica raduna decine di persone al Gulliver, l'ipermercato sempre affollato, per le "Chiacchiere italiane", gente che ama parlare la nostra lingua, 1.100 adesioni su Facebook. Echi di guerra? Non si arretra di un passo. Nelle gallerie commerciali sotterranee di Kiev c'è da far fila a ogni cassa, shopping e caffè, una tazza di Borsch con un bel cucchiaio di panna acida. I cantieri edili forgiano grattacieli ovunque, nei caffè migliaia di pc accesi per lavorare in remoto, le luci negli uffici, gli operai alla fermata della fabbrica. «Non ci sarà nessuna invasione», dice Irina Kovalova, 48 anni, un fiore di cristallo tra le dita, un fiore giallo di Leopoli.

 

Lo sta comprando nel banchetto di Pavlov, 150 grivne, meno di 5 euro: «Sono osteopata e astrologa. Me l'hanno detto anche le stelle che non ci attaccheranno. Usano l'ansia per renderci manipolabili e sottometterci». «I colleghi deputati inglesi mi dicono: "Vuoi una mano a lasciare l'Ucraina come rifugiato?" Assurdo», dice Oleksandr Kachura, del partito di maggioranza. «Ieri c'è stato un incontro con il ministro della Difesa, ci ha detto che gli accampamenti russi oltre il confine sono pieni di neve sui tetti, non c'è attività, le voci di un attacco imminente sono una commedia per spaventarci ».

volodymir zelensky con i soldati ucraini

 

L'intelligence americana dice che la guerra potrebbe esplodere anche oggi. «Combattiamo già con loro da otto anni - dice il politologo Mikola Volkivskyi - è ovvio che la gente non dia importanza alle continue provocazioni ai confini. Kiev è pronta. Se ci invadono si distruggeranno da soli, dobbiamo solo resistere e paralizzare la loro economia». Quante luci, la notte di Kiev. Brillano dal roof dell'Avalon, ostriche e karaoke, la carta del caviale, gran vista su questa capitale europea in bilico su una guerra che non c'è. Rhino, il film di Oleg Sentsov, dalla settimana prossima è in cartellone in 33 sale.

 

volodymir zelensky

Allo Zhovten c'è la prima di Madri parallele, di Almodóvar. Al museo Shevchenko ecco il naïf di Maria Prymachenko, i buoi e i girasoli della sua Bolotnya, l'esplosione di colori che stregò Picasso. Stasera appuntamento al Palazzo d'Ottobre con le melodie di Luigi Einaudi suonate dalla Kviv Virtuosi, l'orchestra indipendente ucraina. Meglio il pop? Martedì c'è Yolka, star dei due mondi in lite, regina qui come a Mosca. Nessuna cancellazione, nessuna frenata. Sui giornali ci sono il picco del Covid e l'invasione che chissà. Cambi pagina ed ecco «le 24 migliori cose da fare questo fine settimana ».

 

Ce n'è per ogni gusto, dalla danza moderna al teatro, dalle poesie erotiche al concerto di San Valentino. Ci sono 60 teatri in città, non uno è chiuso. Dici: va beh, ma è Kiev, la capitale scettica, che si prepara alla guerriglia ma confida nella pace. «Sono a Severodonetsk, nell'Est, a un passo dalle trincee. Tutto tranquillo, nessun panico», dice Andrij il riservista di Dnipro. Il governo mostra alla stampa le truppe speciali in azione, mentre il presidente Volodimir Zelenskij ammonisce a non «spargere panico» senza prove concrete: «Se qualcuno ha informazioni precise su un attacco, le condivida con noi». I giornalisti tornano dalle trincee con le foto dei soldati acquattati, ma davanti a un bicchiere di vino ecco «i cani randagi, solo di quelli è pieno il fronte».

 

Volodymyr Zelensky

La guerra nel Donbass è un incubo latente, una minaccia costante. Il suo mesto rintocco è il bollettino quotidiano dell'Osce, le continue violazioni del cessate il fuoco. Dal 2014 si sono accatastate migliaia di bare. Nei parchi dei villaggi, foto di ragazzi e ragazze coi sorrisi in mimetica. I loro nomi, una data.

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…