dottor semmelweis-10

LAVATEVI LE MANI, ZOZZONI! – NELL’800 IL MEDICO UNGHERESE CHE INSISTEVA SULL’IMPORTANZA DI LAVARSI LE MANI ERA PERCULATO DAI COLLEGHI E FINÌ IN MANICOMIO: SEMMELWEIS NON SI OCCUPAVA DI VIRUS, MA IMPONEVA A TUTTI QUELLI CHE ENTRAVANO NEL SUO REPARTO DI LAVARSI PER BENE LE MANI – IL DOTTORE, INFATTI, AVEVA CAPITO CHE L'INFEZIONE PUERPERALE CHE ALL'EPOCA UCCIDEVA MIGLIAIA DI DONNE, DESTINATE A MORIRE POCO DOPO IL PARTO, ERA FRUTTO DI…

Adriano Scianca per “la Verità”

 

dottor semmelweis 9

Conta fino a 20. Anzi, 40. Facciamo un minuto. Nel frattempo insapona, strofina, spandi, sfrega. «Lavatevi bene le mani»: il consiglio ci viene ripetuto ossessivamente da giorni. È una delle stranezze di questo momento folle e tragico: raccomandazioni così banali per un male così insidioso.

 

Lavarsi le mani è una di quelle cose che tutti sappiamo di dover fare da sempre, anche se forse abbiamo sempre fatto meno del dovuto. Eppure quest' evidenza non è sempre stata tale. C' è stato un momento preciso in cui si è preso coscienza dell' utilità di questo semplice gesto, che ha avuto anche uno scopritore.

 

dottor semmelweis 8

Si tratta del medico ungherese Ignáz Fülöp Semmelweis. Qualche giorno fa Google gli ha pure dedicato il suo doodle (cioè la versione modificata del suo logo a fini celebrativi), riconoscendo in lui il pioniere delle pratiche di profilassi che oggi i virologi ci ripetono fino allo sfinimento.

 

Un uomo che ha un posto nella storia della medicina, ma anche uno in quella della letteratura. Fu a lui, infatti, che, nel 1924, l' allora studente di medicina Louis-Ferdinand Destouches, non ancora divenuto Céline, dedicò la sua tesi.

dottor semmelweis 5

Chi era Semmelweis, cosa ha a che fare con il lavaggio delle mani e perché Céline scrisse una tesi - poi divenuta un libro - su di lui?

 

l'assistente sveglio Semmelweis nacque nel 1918 a Tabán, vecchio quartiere commerciale di Buda. Dopo aver studiato medicina, nel 1846 divenne assistente nel primo reparto ostetrico dell' Allgemeines Krankenhaus di Vienna, all' ombra del dottor Johann Klein.

 

dottor semmelweis 13

Qui, Semmelweis ebbe modo di studiare da vicino il problema della febbre puerperale, cioè l' infezione all' utero che può verificarsi dopo un parto e che, nel reparto di Klein, mieteva vittime con percentuali particolarmente elevate. Cosa c' era di diverso nel reparto gestito dal dottor Klein? L' illuminazione di Semmelweis fu geniale e semplice allo stesso tempo: gli assistenti di Klein erano soliti passare abitualmente dalle autopsie alle visite alle neomamme.

 

dottor semmelweis 10

Senza mai lavarsi le mani. Bingo. La controprova della sua tesi fu semplice: Semmelweis impose di lavarsi le mani a tutti quelli che entravano nel reparto. Ovviamente la percentuale delle infezioni riscontrate crollò. Pur sostenute da alcuni luminari, le teorie di Semmelweis incontrarono la viva opposizione da parte dei più reputati specialisti del tempo come Friedrich Wilhelm Scanzoni e Rudolf Virchow. Insomma, un po' come accaduto in Cina allo scopritore del coronavirus, Li Wenliang, come ha fatto notare Giuseppe Culicchia sulla Stampa.

 

dottor semmelweis 15

Nella campagna contro Semmelweis sembra peraltro abbia giocato un ruolo anche il suo nazionalismo magiaro, malvisto nella capitale dell' impero. Sta di fatto che il giovane medico perdette il posto e dovette abbandonare Vienna. Da Budapest pubblicò il noto saggio Die Aetiologie, der Begriff und die Prophylaxis des Kindbettfiebers. Attaccato di nuovo, rispose con alcune lettere aperte, per poi dare segni di pazzia e, nel 1865, morire in manicomio. Si dovettero aspettare i lavori di Louis Pasteur per rendergli il dovuto omaggio postumo.

 

il dottor destouches Al di fuori della cerchia degli appassionati di storia della scienza, tuttavia, il nome di Semmelweis acquisì una certa notorietà grazie a un collega che però si farà notare più per l' uso della penna che non per quello del bisturi: Céline, appunto. Il tema gli era stato consigliato dal professor Brindeau, presso cui aveva sostenuto uno stage di ostetricia. Un amico dello scrittore, citato dal biografo Émile Brami, ha raccontato: «La storia di Semmelweis era fatta per lui, non gustava che il disastro». Louis-Ferdinand cominciò a scrivere la tesi su La vie et oeuvre de Philippe-Ignace Semmelweis nel 1923, per poi discuterla il 1° maggio dell' anno successivo.

 

dottor semmelweis 14

Il testo non somigliava a una tesi ordinaria di medicina: più che alle tecniche di Semmelweis, il giovane Destouches sembrava interessato al personaggio. In più era stato singolarmente impreciso per un elaborato specialistico. Glielo fece notare, in un pezzo pur amichevole, Tiberius de Györy, editore ungherese di Semmelweis, che rispose sulla rivista La Presse Médicale a un articolo di Céline in cui, sulla medesima testata, aveva riassunto il contenuto della sua tesi.

 

lavarsi le mani 1

No, nel reparto dei Klein la mortalità non era del 96%, ma si aggirava tra il 16% e il 31%. Inoltre, «tutta la scena attorno al cadavere» di Semmelweis «è di pura immaginazione». Diavolo di un Céline: dottore alle prime armi che infarcisce di licenze poetiche un articolo uscito su una rivista specialistica.

 

Era del resto chiaro a chiunque che non solo di medicina si trattava, quando si leggevano frasi come: «Nella storia del tempo la vita è solo un' ebrezza, la verità è la morte». Eppure era stata una scelta in onore della vita quella che aveva portato Céline a confrontarsi con Semmelweis, l' angelo delle puerpere. Fa tutto parte dell' inafferrabilità del fenomeno Céline, oggetto letterario non identificato.

 

dottor semmelweis 7

Ha scritto un altro biografo céliniano, Henri Godard: «Contrariamente all' immagine disperata che egli ha dato di sé con innumerevoli dichiarazioni, egli sarà fino alla fine un cantore del parto. Vi tornerà su a più riprese, in mezzo a imprecazioni e a provocazioni, nei suoi ultimi romanzi».

 

È il caso di Rigodon, per esempio, dove leggiamo: «Io ho fatto da levatrice, posso dirmi appassionato dalle difficoltà di passaggi, visioni di pertugi, quegli attimi così rari in cui la natura si lascia osservare in azione, così sottile, come essa esita, e si decide al momento della vita, se mi è lecito dire tutto il nostro teatro e le nostre belle lettere sono al coito e dintorni fastidiose rimasticature! l' orgasmo è poco interessante, tutta la montatura dei giganti di penna e di cinema, i milioni di pubblicità hanno mai potuto mettere in risalto se non due tre piccole scosse di sederi lo sperma fa il suo lavoro sin troppo di soppiatto, sin troppo segreto, tutto ci sfugge il partorire questo sì che vale la pena di essere visto!».

lavarsi le mani

 

interdetti ancestrali Nascita, morte. L' elementare grammatica dell' esistenza. Due dimensioni fra le quali, per dirla con Baudrillard, c' è uno scambio impossibile.

Eppure, come nota acutamente Guido Ceronetti nella postfazione all' edizione Adelphi del libro céliniano, il positivismo ottocentesco che saturava le aule della scuola medica viennese era convinto del contrario. Vita, morte, che differenza fa?

dottor semmelweis 16

 

Un cadavere non può fare del male. Quanto a quella bizzarra idea di microbi invisibili che contaminano le ferite, non era forse un vero e proprio oltraggio all' orgoglio medico? Se lo sguardo razionale non li vede, significa che non esistono.

 

Scriveva Ceronetti: «La civiltà europea si era così bene ripulita degli interdetti arcaici sull' impurità dei morti da restare, di fronte alla forza dei morti, completamente indifesa. In qualche campagna superstiziosa si coprivano ancora gli specchi nella stanza del morto per impedire la cattura dei vivi, ma nelle grandi scuole, nelle università illuminate, si poteva stare sicuri: i morti nei possono farci nessun male, il coltello è dei vivi.

come lavarsi bene le mani

 

Sembra ragione, non è così». Semmelweis, che pure è scienziato a tutto tondo e applica rigorosamente un metodo razionale per giungere alle sue conclusioni, finisce quindi per riportare in onore una sapienza ancestrale: «Le levatrici con le mani giubilanti di cadavere!

 

Nella più povera capanna polinesiana, nella più miserabile tenda beduina, un simile vomitamento di materie cadaveriche nelle vulve fertili sarebbe stato punito con la morte».

dottor semmelweis 2dottor semmelweis 3lavarsi le mani 2lavarsi le manilavarsi le manilavarsi le manidottor semmelweis 1

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....