joe biden a varsavia vladimir putin

LA MANINA DI “SLEEPY JOE” DIETRO LA "RECONQUISTA" UCRAINA –  LA VITTORIOSA CONTROFFENSIVA UCRAINA È STATA POSSIBILE GRAZIE A UN ADDESTRAMENTO PORTATO AVANTI DALLE FORZE SPECIALI AMERICANE. UNA FUNZIONARIA DEL PENTAGONO: “ABBIAMO INSEGNATO LA GUERRA IRREGOLARE, DALLA NOSTRA INTELLIGENCE HANNO IMPARATO A SVIARE IL NEMICO E LE OPERAZIONI PSICOLOGICHE” – BIDEN PREDICA “CALMA E SANGUE FREDDO” MA È PRONTO A USARE IL SUCCESSO MILITARE ANCHE PER LE ELEZIONI DI MIDTERM - E MOSCA ORDINA IL RITIRO DELLE TRUPPE DALL'INTERA AREA OCCUPATA DELLAR EGIONE DI KHARKIV...

1 – GB, MOSCA ORDINA RITIRO TRUPPE DA AREA OCCUPATA DEL KHARKIV

LA CONTROFFENSIVA UCRAINA A KHARKIV

(ANSA) - Di fronte all'avanzate ucraina, la Russia ha probabilmente ordinato il ritiro delle proprie truppe dall'intera area occupata della regione di Kharkiv (est), a ovest del fiume Oskil: lo scrive l'intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione nel Paese.

 

"In questo settore rimangono sacche isolate di resistenza, ma da mercoledì l'Ucraina ha riconquistato un territorio pari ad almeno il doppio della Grande Londra", che equivale e a circa 3.000 chilometri quadrati, prosegue il rapporto pubblicato oggi dal ministero della Difesa di Londra.

 

controffensiva ucraina a kherson

Intanto nel sud dell'Ucraina, vicino a Kherson, l'intelligence ritiene che la Russia "potrebbe avere difficoltà a far avanzare sufficienti riserve attraverso il fiume Dnipro fino alla linea del fronte" e sottolinea che un ponte galleggiante improvvisato che la Russia aveva iniziato a costruire due settimane fa rimane incompleto. L'artiglieria ucraina, spiega infatti, sta probabilmente colpendo gli attraversamenti del Dnipro in modo così frequente che la Russia "non può effettuare le riparazioni dei ponti" danneggiati.  

 

2 - PSICOLOGIA, TRAINING, INTELLIGENCE E ARMI: LE CHIAVI DELLA SVOLTA

Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

LA CONTROFFENSIVA UCRAINA - 6-11 SETTEMBRE 2022

Negli sviluppi di queste ore c'è molto di «speciale», un successo che ha origini lontane e aspetti contingenti. Dopo l'occupazione della Crimea nel 2014, Washington e Kiev lanciarono il Resistance Operation Concept, un programma che prevedeva l'azione di Special Forces, di resistenza, di messaggi mediatici. E il training delle unità d'élite è stato modellato tenendo conto di queste componenti.

 

«Questi ragazzi sono stati addestrati per 8 anni dalle forze speciali», ha detto al New York Times Evelyn Farkas, funzionaria del Pentagono che durante l'amministrazione Obama si occupava di Ucraina e Russia. «Gli è stata insegnata la guerra irregolare, dalla nostra intelligence hanno imparato a sviare il nemico e le operazioni psicologiche».

 

mortaio ucraino bombarda le postazioni russe a Kharkiv

Dunque l'Ucraina ha confuso il nemico propinandogli dati errati, creando una formazione in grado di sfondare le linee. Un'azione partita dal basso, dal singolo villaggio, per poi salire fino a convincere i generali di Putin che era opportuno rinforzare il dispositivo a Kherson e alleggerire quello di Kharkiv. «È stata una grande operazione di disinformazione», ha spiegato al Guardian Taras Berezovets, ex consigliere per la sicurezza nazionale diventato portavoce della brigata Bohun delle forze speciali ucraine.

 

controffensiva ucraina a kherson

«I russi pensavano che la controffensiva sarebbe stata al Sud e hanno mosso le attrezzature, nel frattempo i nostri ragazzi a Kharkiv ricevevano le migliori armi occidentali, soprattutto americane. Alla fine l'offensiva si è verificata dove meno se lo aspettavano e questo li ha mandati nel panico e li ha fatti fuggire».

 

Le mosse

Il susseguirsi di eventi porta a volte a dimenticare un aspetto chiave. La Cia, guidata da William Burns, uno dei diplomatici che meglio conosce la Russia, ha anticipato le mosse del neo-zar. Quelle grandi, ovvero l'invasione, e quelle più dettagliate, ossia l'assalto all'aeroporto di Hostomel conquistato e poi perso dagli aggressori. L'intelligence ha detto ai generali dove, come e quando.

 

SOLDATI UCRAINI

I Paesi alleati hanno insegnato cosa fare con un training che ha richiesto tempo perché c'era da lavorare tanto sulle reclute e mancava molto nell'arsenale. Dopo mesi, segnati anche da sconfitte gravi, i soldati di Zelensky hanno impiegato le componenti in modo integrato/coordinato rivelando una capacità che gli osservatori «rimproveravano» all'Ucraina di non avere. Nulla è mai perfetto.

 

La stessa intelligence Usa aveva comunicato al Congresso che le speranze di sopravvivenza dei difensori erano minime. La guerra non è finita, ci riserverà chissà quali sorprese. Devono preoccuparsi gli ucraini, chiamati a gestire una profondità territoriale impegnativa, e i russi, obbligati a trasmettere un segno di riscatto.

 

3 – BIDEN PREDICA CALMA. MA LA REGIA È USA

Marco Liconti per “il Giornale”

 

antony blinken in ucraina 1

La parola d'ordine a Washington è: «Calma e sangue freddo». Nel giorno in cui comincia a farsi più evidente la portata della controffensiva ucraina contro le forze di invasione russe, l'atteggiamento dell'amministrazione resta prudente. «Non parlo. La situazione è in corso di evoluzione», ha detto il presidente Joe Biden, prima di prendere parte al Pentagono alla cerimonia per il Ventunesimo anniversario dell'11 Settembre. Eppure, ricostruendo quanto è avvenuto negli ultimi giorni, appare evidente che, sebbene non ancora consolidata, la svolta nel conflitto potrebbe esserci stata veramente agli occhi di Washington.

 

La giornata chiave è quella dell'8 settembre. Una concatenazione di eventi che non può essere casuale e che solo una sofisticata regia, concordata tra Washington e Kiev, può avere deciso.

 

volodymyr zelensky antony blinken

Mentre il mondo era distratto dall'aggravamento delle condizioni di salute e poi dalla scomparsa delle regina Elisabetta, il segretario di Stato Antony Blinken volava a sorpresa nella capitale ucraina. «Un segnale importante», secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Blinken, parlando con i giornalisti, si lasciava sfuggire una frase indicativa della fiducia con cui Washington guarda alle capacità militari ucraine: «Con un colpo riescono a fare quello che i russi tentano di fare con 15 o 20 colpi».

 

Contemporaneamente, il presidente Biden era in teleconferenza con i principali alleati occidentali, compreso Mario Draghi, per sottolineare «l'importanza del continuo sostegno militare all'Ucraina».

 

Lo stesso giorno, il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, era nella base di Ramstein, in Germania, a presiedere la riunione del gruppo di Contatto sull'Ucraina (presente anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini), nel quale annunciava 675 milioni di dollari di nuovi aiuti militari a Kiev, oltre ai 2 miliardi di dollari appena annunciati dal dipartimento di Stato. Non ultimo, il direttore della Cia, William Burns, parlando in una conferenza a Washington affermava che la Russia pagherà «a lungo» un «prezzo altissimo» per la guerra.

 

volodymyr zelensky antony blinken

Insomma, nel momento in cui il sostegno dell'Europa a Kiev cominciava nuovamente a vacillare, sotto il peso della crisi energetica e delle mosse aggressive del Cremlino, con l'annunciato stop alle forniture di gas, i massimi vertici politici, diplomatici, militari e di intelligence Usa scendevano in campo in prima persona per testimoniare che quella attuale può essere una svolta per le sorti del conflitto e che non è questo il momento di mollare. Non a caso, Biden riferiva al termine del colloquio con gli altri leader che, «nonostante la crisi energetica, in Europa c'è forte unità sul sostegno all'Ucraina».

 

Una frase che pochi giorni fa poteva apparire di circostanza, ma che oggi che i contorni della controffensiva ucraina si fanno più chiari, va letta in una chiave diversa.

joe e jill biden

 

Ed è chiaro che Biden, appena l'avanzata ucraina sarà consolidata, userà questo successo militare anche sul fronte interno, in vista delle elezioni di Midterm. La sua amministrazione, a partire dal 2021, ha destinato all'Ucraina 15,2 miliardi di dollari di aiuti militari.

 

Tutto questo, finora, con il consenso bipartisan del Congresso, che però rischia di sfaldarsi sotto le bordate retoriche di Donald Trump, che più o meno esplicitamente accusa la Casa Bianca di spendere soldi per una guerra che a suo giudizio non ha valore per gli interessi americani.

 

joe e jill biden 4

Come ha detto Biden, «la situazione è in corso di evoluzione», ma non può essere un caso nemmeno la telefonata di domenica del presidente francese Macron a Vladimir Putin. Ufficialmente, per parlare della pericolosa situazione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ufficiosamente, per testare il polso del presidente russo, valutare la sua reazione ai cambiamenti in atto sul campo di battaglia, e soppesare la sua disponibilità a un negoziato.

joe biden 1 joe biden 11 settembre 3joe biden 11 settembre 2joe biden 11 settembrejoe e jill biden 3

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...