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SI FA PRESTO A DIRE TRANS - CHI DECIDE DI CAMBIARE SESSO, OLTRE A SOTTOPORSI ALL’INTERVENTO CHIRURGICO, DEVE ASSUMERE ORMONI PER DECENNI - MA NESSUNO SA QUALI POSSANO ESSERE GLI EFFETTI A LUNGO TERMINE E LA MEDICINA NON SA COME AFFRONTARE LE PATOLOGIE DI CHI ASSUME ORMONI SESSUALI - LA DECISIONE STORICA DELLA SVEZIA

1 - CAMBIO SESSO E LA SALUTE È UN REBUS

cassandra operazioni chirurgichecassandra operazioni chirurgiche

Agnese Codignola per la Repubblica

 

Nel mondo i transessuali sono 25 milioni, eppure la loro salute è un rebus; i medici molto spesso non sanno come comportarsi, ed evitano di farlo. Loro stessi, d' altronde, negli ultimi anni hanno lottato per il riconoscimento di alcuni diritti civili, ma stranamente lo hanno fatto con meno convinzione per quanto riguarda la salute, come se non sperassero neppure in un futuro migliore.

 

Con queste premesse Lancet apre una serie di articoli che fanno seguito al congresso della World Professional Association for Transgender Health (Wpath), che ad Amsterdam ha concluso i lavori stilando una serie di raccomandazioni. Ma, come emerge dagli articoli pubblicati sulla rivista, sul terreno ci sono più problemi che soluzioni.

cassandra in bikinicassandra in bikini

A partire da quella che è, secondo Wpath, la madre di tutti i guai, la definizione.

 

«Transessuale è colui o colei che desidera attuare o ha già attuato una transizione sociale, somatica o chirurgica da maschio a femmina (M to F) o viceversa (F to M) perché soffre di disforia di genere. Quest' ultima è una condizione causata da una spiccata incongruenza tra il genere assegnato alla nascita e quello che si sente come proprio», chiarisce Alessandra Fisher, endocrinologa dell' unità di Medicina della Sessualità e Andrologia dell' Ospedale Careggi di Firenze, e membro italiano della Wpath.

patricia davies trans 90enne  patricia davies trans 90enne

 

Ma cosa sia per la medicina la "disforia di genere" è faccenda controversa. «Resta una malattia, e per questo alcuni chiedono il passaggio alla istituenda categoria di condizione associata alla salute sessuale», aggiunge Fisher. Ma con la parola "malattia" associata a una condizione si aprono spazi per la discriminazione, come ha dimostrato la storia delle cosiddette "malattie mentali".

la trans sarala trans sara

 

Tuttavia, come fa notare l' endocrinologa, è altrettanto vero che quando si rientra in un quadro patologico i servizi sanitari sono obbligati a fornire tutta l' assistenza necessaria. E di assistenza i trans ne ricevono ben poca, pur avendone bisogno fino dall' infanzia. «Prima della pubertà l' unica azione che si deve intraprendere è di carattere psicologico - spiega Jiska Ristori psicoterapeuta dello stesso centro - perché l' identità sessuale è molto fluida, e i bambini non devono essere indirizzati».

trans tifosa romanistatrans tifosa romanista

 

Più tardi, ai primi segni di sviluppo, le linee guida dell' Endocrine Society americana e la Wpath suggeriscono l' impiego dei bloccanti ipofisari, farmaci che arrestano lo sviluppo sessuale per dare tempo al ragazzo di capire meglio che tipo di strada imboccare; anche in Italia questa terapia, necessaria in casi molto specifici, è possibile, ma solo dopo il via libera del comitato etico.

 

trans in posa (2)trans in posa (2)

Una volta che il transessuale è diventato adulto può intraprendere, se vuole, la via del trattamento farmacologico o chirurgico. Spiega Fisher: «Si tratta di decisioni da prendere solo dopo un percorso di indagini psicologiche e fisiologiche che chiariscano anche molto bene il quadro metabolico della persona e l'assenza di controindicazioni mediche». Presa la decisione, il percorso prevede la terapia ormonale che in media dura tra i 2 e i 4 anni. In molti casi, non si va oltre. Spesso, però, il passo successivo è la chirurgia. L' intervento è complesso, lungo, demolitivo e dall' esito non sempre certo. Con effetti collaterali importanti: per esempio, non è infrequente avere difficoltà nella minzione, e impossibilità a raggiungere l' orgasmo con l' organo ricostruito.

 

trans che ballatrans che balla

Ma è nella nuova condizione che iniziano le complicazioni mediche. E non è tutto. Spiega infatti l' endocrinologa: «Una volta operati, i pazienti devono proseguire con ormoni per tutta la vita, e cioè testosterone per coloro che sono diventati uomini, ed estrogeni per chi è diventata donna».

 

Ma nessuno sa, in questo caso, se è meglio allineare queste persone alle donne e quindi cessare la terapia all' età virtuale della menopausa o continuare; fino a quando?

Le uniche informazioni oggi a disposizione dei medici riguardano infatti l' assunzione di testosterone, che non aumenterebbe il rischio di cancro al seno e che non arrecherebbe danni cardiovascolari (almeno stando agli studi che hanno seguito i pazienti per circa 18 anni).

 

trans al pridetrans al pride

Di tutte le altre malattie osservate speciali in chi prende ormoni sessuali (tumori, diabete, ictus, patologie del sangue, stato delle ossa, funzionamento del fegato e così via) non si sa praticamente nulla. E poi ci sono tutte le altre patologie quali quelle mentali, quelle a trasmissione sessuale, i tumori e altro: si sa che i transessuali rischiano di più, a volte molto di più, ma non si sa altro, e non si hanno molte idee su cosa fare.

 

Anche a causa di queste enormi lacune spesso i medici, specialisti e no, non sanno come comportarsi. Negli ultimi anni sono stati effettuati diversi sondaggi, e ciò che emerge è sempre, in percentuali che non di rado raggiungono l' 80%, un grande imbarazzo nel confessare di non avere né una preparazione adeguata per aiutare queste persone, perché nelle università non si studia nulla a riguardo e dopo non c' è formazione specifica, né le basi scientifiche cui fare ricorso per dare indicazioni.

 

la trans regina d orola trans regina d oro

Di qui l' unico consiglio valido: rivolgersi solo a centri pubblici, ad alta specializzazione, e dove operi personale multidisciplinare molto esperto e con casistiche ampie come quello dell' Ospedale San Camillo di Roma, dell' Ospedale Sant' Orsola Malpighi Bologna e quello dell' Ospedale Cattinara Trieste oltre a Careggi.

 

2 - NON CI RESTA CHE DONARE I GAMETI

Da la Repubblica

 

La Svezia ha deciso: risarcirà con poco meno di 25.000 euro i circa 800 transessuali sottoposti a sterilizzazione forzata fino al 2013, anno in cui è stato eliminato l' obbligo di intervento per coloro che richiedevano il cambio di sesso.

 

li xiongjin durante esami medicili xiongjin durante esami medici

Sì, perché per quanto possa sembrare assurdo, nel mondo ancora molti paesi pongono questa condizione per l' intervento, come se la transessualità fosse una pericolosa malat-tia da non trasmettere alla prole, o un ostacolo alla genitorialità: sono diversi paesi dell' Europa orientale, e la Francia lo ha tolto soltanto nello scorso mese di ottobre. In Italia non c' è mai stato un obbligo esplicito, anche se la complessità dell' iter di cambiamento del sesso e la necessità di avere un' autorizzazione del tribunale all' intervento l' hanno resa prassi per anni, nonostante l' Oms abbia condannato qualunque pratica di sterilizzazione forzata, definendola violazione dei diritti umani fondamentali.

 

 deirdre  mccloskey  in transizione da donald deirdre mccloskey in transizione da donald

Per i transessuali di tutti i paesi, comunque, la genitorialità resta spesso un' utopia, e non solo per motivi legali. Lo si vede molto bene quando, come hanno fatto gli endocrinologi dell' Università di Toronto, si realizza un' indagine anche solo conoscitiva. In questo caso circa 200 transessuali di età compresa tra i 17 e i 69 anni hanno risposto in maniera univoca: il 97% di loro pensa che il congelamento di ovuli e sperma debba essere proposto prima di qualunque intervento farmacologico o chirurgico per il cambiamento di sesso, e il 21% di coloro che non hanno avuto figli l' avrebbe voluto.

 

Ma la realtà, come hanno sottolineato dagli autori al recente congresso della Endocrine Society svoltosi a Orlando, in Florida è assai lontana dai loro desideri: meno di uno su due ne ha discusso con il proprio medico, e solo il 3% ha effettivamente messo al sicuro i propri gameti, con l' idea di diventare genitore in un secondo tempo. Gli altri non lo hanno fatto spesso per mancanza di denaro (nel 44% dei casi) per pratiche che sono quasi sempre a pagamento, ma anche per ignoranza delle possibilità esistenti (21%) o impossibilità di aspettare il tempo richiesto (20%).

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Secondo Transgender Europe, che in giugno (dal 2 al 5) terrà il suo sesto congresso a Bologna, la genitorialità è uno dei diritti negati. Solo in alcuni paesi come la Spagna l' accelerazione è palpabile, sulla scorta di quanto già fatto a Malta, in Argentina, in Danimarca, in Norvegia e in Irlanda: sono state approvate leggi basate sull' autodeterminazione; in pratica, basta che una persona si senta transessuale e lo diventa anche legalmente; contestualmente, è stato introdotto il divieto esplicito di sterilizzazione e di pratiche mediche forzose per il cambiamento di sesso.

 

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In Italia nel 2015 una sentenza della Corte costituzionale ha autorizzato il cambio di sesso solo anagrafico, anche in assenza dell' intervento chirurgico, dopo il via libera del tribunale. È un primo passo importante, ma il riconoscimento della persona trans è lontano, anche se il nostro resta il paese col primato del maggior numero di transessuali assassinate. Secondo il Trans Murder Monitoring, infatti, le vittime tra il 2008 al 2016 sono state trenta, contro le otto di Gran Bretagna e Spagna, le cinque della Francia, e le quarantatrè della Turchia, unico paese che batte l' Italia nell' Europa allargata.

 

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