
NON È LA PRIMA VOLTA CHE IL LOUVRE SUBISCE UN FURTO: NEL 1911 UN ITALIANO RUBO'...LA GIOCONDA! VINCENZO PERUGGIA, IMBIANCHINO DELLA PROVINCIA DI VARESE, ENTRO' DI NOTTE NEL MUSEO E SI PORTO' VIA L'OPERA DI LEONARDO DA VINCI - IL LADRO ERA CONVINTO CHE IL DIPINTO FOSSE STATO TRAFUGATO DA NAPOLEONE ED ERA DECISO A "RIPORTARLO IN ITALIA". LA GIOCONDA VENNE RITROVATA SOLO DUE ANNI DOPO, QUANDO PERUGGIA... - L'ULTIMO FURTO AL LOUVRE RISALE AL 1998, QUANDO VENNE TRAFUGATO UN DIPINTO DI CAMILLE COROT (MAI PIÙ RITROVATO...)
QUELLA NOTTE IN CUI UN ITALIANO RUBÒ LA GIOCONDA
(ANSA) - BRUXELLES, 19 OTT - Nella notte tra il 21 e il 22 agosto 1911, il Louvre è chiuso per manutenzione. Un uomo, vestito da operaio, si aggira nel Salon Carré, dove è esposto il ritratto più celebre del mondo. Poche ore dopo, la Gioconda di Leonardo da Vinci scompare. Fu l'inizio del furto più celebre nella storia dell'arte. Dietro al colpo c'era Vincenzo Peruggia, imbianchino originario di Dumenza, in provincia di Varese.
Convinto - erroneamente - che il dipinto fosse stato trafugato da Napoleone e deciso a "riportarlo in Italia", mise a punto un piano tanto semplice quanto audace: lavorando per la ditta incaricata della manutenzione del museo, conosceva le abitudini del personale e le misure di sicurezza.
Quel giorno staccò la tavola dalla cornice, la nascose sotto il cappotto e si dileguò indisturbato. La sparizione venne scoperta soltanto il giorno dopo. In un primo momento si pensò a un errore d'inventario o a un prestito non registrato. Poi l'incredulità lasciò spazio all'evidenza: la Gioconda era stata rubata.
Le indagini, che si protrassero per oltre due anni, coinvolsero anche figure di spicco dell'avanguardia culturale come Guillaume Apollinaire e Pablo Picasso, entrambi sospettati e poi scagionati. Nel dicembre 1913, Peruggia - ormai rientrato in Italia - contattò l'antiquario fiorentino Alfredo Geri, proponendogli di vendere il dipinto a condizione che restasse nel Paese.
L'11 dicembre, Geri e il direttore degli Uffizi Giovanni Poggi si recarono nella stanza d'albergo dove il quadro era nascosto. Riconobbero subito l'autenticità dell'opera e avvertirono la polizia, che mise in sicurezza il dipinto e arrestò Peruggia, destinato a passare alla storia come 'il ladro della Gioconda'.
Il capolavoro di Leonardo fu esposto temporaneamente agli Uffizi e in altri musei italiani, prima di tornare, nel gennaio 1914, al Louvre, accolto da una folla entusiasta.
L'episodio non è l'unico nella storia di furti del museo parigino, che oggi custodisce oltre 33mila capolavori: nel 1983 due armature rinascimentali furono trafugate e recuperate soltanto quarant'anni dopo. E il Louvre stesso porta ancora i segni dei saccheggi napoleonici, che continuano ad alimentare il dibattito sulla restituzione delle opere d'arte.
LOUVRE: L'ULTIMO FURTO NEL 1998, TRAFUGATO QUADRO DI CAMILLE COROT
(Adnkronos) - Risale al 1998 l'ultimo furto registrato al Louvre. Il pomeriggio del 3 maggio di 27 anni fa, anche allora era domenica, un ladro forzò una teca di sicurezza in vetro contenente una tela di Camille Corot di 80x40 centimetri e la strappò dalla cornice.
Immediatamente dopo la scoperta del furto, le porte d'uscita del Louvre furono chiuse a chiave e per ore tutte le borse di ogni visitatore furono controllate accuratamente, senza successo. L'opera d'arte rubata era 'Le Chemin de Sèvres', dipinto da Corot nel 1858. Il piccolo dipinto, del valore di 1,3 milioni di dollari, non è ancora stato ritrovato.