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MA SIAMO SICURI CHE LE CASE IN AFFITTO AI TURISTI STANNO TOGLIENDO IMMOBILI ALLE FAMIGLIE? OGGI IN ITALIA SI CONTANO 35,2 MILIONI CASE RESIDENZIALI. QUANTI SONO GLI ALLOGGI DESTINATI AD AFFITTI BREVI? 640MILA, L'1,8% DEL TOTALE. COSÌ, ANCHE SE IL FENOMENO DEGLI AFFITTI BREVI RAPPRESENTA LA METÀ DEI POSTI LETTO DISPONIBILI PER I TURISTI IN TUTTO IL PAESE (2,5 SU 5 MILIONI), SEMBRA DIFFICILE CREDERE CHE POSSA INFLUENZARE COSÌ TANTO IL VALORE, E LA DESTINAZIONE D'USO, DEGLI IMMOBILI – ANCHE PERCHÉ LE PERSONE “NORMALI” DIFFICILMENTE POTREBBERO PERMETTERSI DI AFFITTARE UNA CASA IN CENTRO…

Estratto dell’articolo di Federico Genta per "la Stampa"

 

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Estintori portatili, rilevatori di gas e monossido, iscrizione alla banca dati delle strutture ricettive. Le nuove regole per gli affitti brevi sono state chiarite dal ministero lo scorso giugno e scatteranno dal primo gennaio 2025. Ma, a giudicare dal report elaborato dall'osservatorio nazionale Federconsumatori, sono ancora tanti i proprietari che non si sono adeguati alle novità. Quasi la metà degli appartamenti ad oggi sarebbero fuorilegge. Il 48% - su un campione di poco meno di mille immobili - non è stato ancora dotato di Cin, il codice identificativo nazionale. E 11 case su 12 non rispondono a tutti i requisiti di sicurezza richiesti. È l'ultima tegola su un fenomeno del turismo finito nel mirino del governo dopo le sollecitazioni arrivate da sindacati e associazioni alberghiere.

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Dieci miliardi e duecentomila euro. Tanto vale, nel 2024, il fatturato degli affitti brevi in Italia. Una cifra che non si scosta dai numeri del 2023 (11 miliardi). Tradotto: oltre cento milioni di turisti ogni anno scelgono di spostarsi o raggiungere il nostro Paese affidandosi agli annunci di locazione online offerti da privati. «Presenza turistiche non monitorate», insiste Federalberghi. «Un fenomeno gravissimo», sostiene il Sunia, il sindacato nazionale inquilini e assegnatari, perché «impatta sugli assetti urbanistici e sul mercato della locazione di durata».

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Le case residenziali trasformate in alloggi di villeggiatura sarebbero la causa, specie nelle grandi città, del continuo rialzo dei prezzi degli affitti. Ed essendo attività ancora poco regolate, si tradurrebbero in una concorrenza sleale agli operatori turistici tradizionali. Ma è davvero così?

La rete degli affitti brevi in Italia conta su 640mila case. Ma visto che il 96% di questi appartiene a un singolo proprietario, significa che a spartirsi quei 10,2 miliardi sono 600mila famiglie.

 

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Che entro dicembre potranno beneficiare di entrate, lorde, pari a 17mila euro. Un valore medio che oscilla dai 6mila euro l'anno per le località di mare e montagna fino ai 39mila per chi mette a disposizione un appartamento nel centro di Roma. Ma a queste cifre bisogna stornare diverse voci. La cedolare secca, le bollette, le tasse sui rifiuti, oltre agli eventuali costi dei portali online.

 

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Così l'entrata netta per i proprietari, almeno quelli che rispettano le regole, non va oltre il 35% dell'incasso. E i 17mila euro si riducono a poco meno di 6mila. Quasi quanto guadagna chi affitta la sua seconda casa ad uso residenziale: il classico quattro anni più quattro. Perché allora c'è chi preferisce accogliere i turisti? L'obiettivo principale è tenersi alla larga dagli inquilini morosi: il tasso di insolvenza, totale o parziale, quest'anno ha superato il 24%, quasi un caso ogni quattro.

 

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È così che gli affitti brevi tolgono alloggi ai residenti tradizionali, stravolgendo il mercato immobiliare? Oggi in Italia si contano 35,2 milioni case residenziali. Quasi un terzo di queste (9,6 milioni, il 29%) sono seconde case inutilizzate. Quanti sono gli alloggi destinati ad affitti brevi? 640mila. Il 6,6% degli appartamenti inutilizzati e appena l'1,8% del totale. Così, anche se il fenomeno degli affitti brevi rappresenta la metà dei posti letto disponibili per i turisti in tutto il Paese (2,5 su 5 milioni), sembra difficile credere che possa influenzare così tanto il valore, e la destinazione d'uso, degli immobili.

 

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Dopo il susseguirsi di appelli arrivati negli ultimi mesi da Federalberghi, sindacati e associazioni di categoria, il governo si è mosso. Innanzitutto, sotto il profilo della sicurezza, mettendo al bando le keybox, le scatole lucchettate che contengono le chiavi degli appartamenti. Un modo per gestire le locazioni da remoto. La stretta del Viminale ha l'obiettivo di obbligare i proprietari a gestire le locazioni temporanee in presenza. […]

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