malati coronavirus ospedale

I CONTI IN TASCA AL VIRUS - UN PAZIENTE GRAVE AFFETTO DA CORONAVIRUS COSTA ALLO STATO ALMENO 1.500 EURO. AL GIORNO - CONSIDERATO UN PERIODO DI DEGENZA MEDIO DI DUE SETTIMANE, UNA PERSONA RICOVERATA CON COMPLICANZE DERIVANTI DEL VIRUS PUÒ ARRIVARE A COSTARE ALLE CASSE PUBBLICHE PIÙ DI 20 MILA EURO…

Matteo Zorzoli per https://it.businessinsider.com/

 

La terapia intensiva è la prima linea nella battaglia al virus che sta piegando l’Italia. Secondo l’ultimo bollettino diramato dal Ministero della Salute, in Lombardia, la regione più colpita dal Covid-19, i pazienti che al momento presentano i sintomi più gravi e necessitano un ricovero in uno di questi reparti sono 244, il 13% dei casi positivi totali.

ospedale reparto di terapia intensiva coronavirus

 

Nel Paese in media un contagiato su 10 ha bisogno di cure invasive per debellare l’infezione. Numeri destinati a crescere stando alla curva epidemiologica elaborata dagli esperti dell’Unità di Crisi della sola Regione Lombardia che parlano di 8.000 contagi entro il 22 marzo. Di questi, 1250 potrebbero risultare critici. Una crisi sanitaria che non ha eguali dal Dopoguerra.

 

Considerando che i posti letto delle terapie intensive lombarde sono 900 tra strutture pubbliche e private accreditate, si tratta di una corsa contro il tempo iniziata lo scorso 1° marzo quando il Ministero della Salute ha pubblicato una circolare che prevede «un incremento del 50% dei posti in terapia intensiva e del 100% nelle unità di Pneumologia e Malattie infettive».

ospedale REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA coronavirus

 

Il documento indica anche la «necessità di una rimodulazione locale delle attività ospedaliere». L’idea è quella di trasformare interi reparti destinati ad altri ricoveri, così come avvenuto nell’ospedale di Cremona, il primo che ha affrontato l’emergenza del focolaio di Codogno del 21 febbraio, in cui gli spazi di Chirurgia multidisciplinare e specialistica e di Medicina interna, comprese alcune sale operatorie, sono state attrezzati per affrontare i pazienti più gravi di Coronavirus, come riferito a Business Insider Italia da una fonte interna.

 

“La maggior parte delle strutture ospedaliere in questi giorni hanno radicalmente modificato la propria organizzazione – spiega Stefano Magnone, segretario generale di ANAAO-ASSOMED Lombardia e chirurgo dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, un altro tra i più colpiti  – Il 15% dei posti letto liberi nelle terapie intensive in periodi normali, quota fisiologica, è ormai coperto. E’ stato raggiunto qualche giorno fa il livello di saturazione. Le indicazioni regionali prevedono per gli ospedali medio-piccoli la diminuzione del 70% dell’attività chirurgica programmata, mentre per i grandi centri del 50%. Tutto questo per reclutare personale e avere a disposizione respiratori automatici”.

 

RESPIRATORE PER LA TERAPIA INTENSIVA

Uno scenario di assoluta emergenza che prevede anche il coinvolgimento di medici di aree sanitarie limitrofe e l’assunzione di personale attraverso l’istituzione di “bandi lampo” da parte di alcune aziende ospedaliere. In questo senso la domanda sorge spontanea: quanto costa allo Stato un paziente grave affetto da Covid-19? Come evidenziato dall’ESICM (European Society of Intensive Care Medicine) la terapia intensiva è la specialità medica che supporta i pazienti la cui vita è in pericolo immediato.

 

«Nel caso dell’infezione derivante da Coronavirus può rendersi necessaria per fornire ventilazione artificiale a causa delle gravi difficoltà respiratorie che il patogeno può innescare – spiega Giuliano Rizzardini, virologo dell’Unità di Crisi del Sacco di Milano – La terapia applicata è quindi quella di supporto ad una polmonite tradizionale che va dalla prevenzione di complicanze alla nutrizione per i pazienti che non possono mangiare da soli. A questa va aggiunto il consumo della protezione individuale del personale che è forse il problema principale che stiamo affrontando oltre a quello dei posti letto: alcuni ospedali fanno fatica ad approvvigionarsi.

 

terapia intensiva 2

Le protezioni sono tutte mono-uso, il singolo operatore che lavora in un reparto a regime Covid si cambia più volte all’interno del turno perché i dispositivi perdono di efficacia dopo alcune ore. E la situazione è resa ancora più drammatica dal rapporto personale/paziente che molto più alto rispetto ad un reparto normale. Questo mette a rischio il sistema, in quanto una dotazione non sufficiente mette a repentaglio la salute dei dipendenti, chiaramente molto più esposti al contagio».

 

Ai costi fissi ordinari e alla vestizione del personale, si aggiunge una terapia antivirale basata su due farmaci: il Ritonavir, utilizzato anche per l’infezione da Hiv  ed il Remdesivir, prescritto per l’epatite e potenzialmente attivo contro il nuovo virus.

 

terapia intensiva 1

“Se la vulgata medica attesta il costo medio giornaliero di un paziente in terapia intensiva intorno ai 1.200/1.300 euro. – conclude Magnone – Nel caso specifico del Covid-19 va aggiunto un 20%, per cui si arriva almeno a 1.500. Considerato un periodo di degenza medio di due settimane, un paziente con complicanze derivanti da Coronavirus può costare più di 20.000 euro allo Stato”.

 

Anche per far fronte a questa voce di spesa, dunque, il governo punterà a destinare circa un miliardo da destinare al Servizio sanitario nazionale con un nuovo decreto anti-epidemia il più presto possibile.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO