vladimir putin

PUTIN SFIDA IL MONDO - IL DISCORSO DI "MAD VLAD" AL FORUM ECONOMICO DI SAN PIETROBURGO E' STATO UN RIASSUNTONE ABBASTANZA GENERICO DELLE PUNTATE PRECEDENTI - "L'EPOCA DEL MONDO UNIPOLARE E' FINITA", "SONO GLI USA A RENDERE INSTABILE IL MONDO", "L'EUROPA SOFFRE PIU' DI NOI E PRESTO CAMBIERA' LEADER" - LE SANZIONI? GLI FANNO IL SOLLETICO E LA CRISI ALIMENTARE NON RIGUARDA LA RUSSIA, ANZI, IL SUO PAESE POTREBBE AUMENTARNE L'ESPORTAZIONE DA SUBITO - LA PAROLA PIU' CITATA E' STATA... - VIDEO

 

Marco Imarisio per il corriere.it

 

Vladimir Putin al Forum di San Pietroburgo

«Non andremo indietro». Ma neppure avanti, a giudicare da un discorso tanto atteso quanto simile a quelli che lo hanno preceduto. Se c’era qualche novità fondamentale, è stata coperta dai timidi applausi che si levavano dalla sala del Forum economico di San Pietroburgo. Il suo portavoce Dmitry Peskov aveva allertato su un «intervento estremamente importante» da parte del suo presidente al vertice che fino all’anno scorso era la vetrina internazionale della Russia e oggi sembrava una riunione ristretta dei Paesi non allineati.

 

Vladimir Putin al Forum di San Pietroburgo 2

Il crollo dell’Occidente

Ma dopo un’ora e mezza di ritardo dovuta a un attacco hacker, che in effetti ha reso quasi impossibile lo streaming dell’evento, Vladimir Putin si è prodotto in un riassuntone abbastanza generico delle puntate precedenti. «L’epoca del mondo unipolare è terminata, questo è ineludibile, nonostante tutti i tentativi di conservarla. Si tratta di un cambiamento naturale della storia, che andrà contro gli stereotipi imposti da un solo centro decisionale, con una sola potenza che controlla gli Stati a lei vicini e fa tutto nel suo esclusivo interesse. Dopo aver vinto la Guerra fredda, gli Usa si sentono i messaggeri di Dio. I suoi governanti sono persone che non hanno alcuna responsabilità ma coltivano solo i propri interessi, creando una corsia a senso unico che rende il mondo instabile».

 

Il Forum economico di San Pietroburgo

Questa era la premessa iniziale. Il resto è stato di conseguenza. L’Occidente sta crollando, l’Unione europea è una colonia americana, l’invito agli altri Paesi a liberarsi dal giogo occidentale, le sanzioni non ci fanno alcun male, alcuni progetti per il futuro della Russia, con la promessa di contributi immediati ai cittadini. Siamo alle repliche di un copione ormai ben definito.

 

«Stanno crescendo in varie regioni del mondo Stati dinamici che rifiutano la logica dell’Occidente. Sanno che nulla sarà come prima, anche se qualcuno si aggrappa all’ombra del passato dicendo che il dominio occidentale è eterno. Ma nulla può esser eterno nel nostro mondo. Gli Usa e l’Europa sono prigionieri dei loro errori, per loro tutto il resto è periferia, colonia, retrobottega: considerano gli altri come popoli di seconda categoria. E fanno quel che vogliono, basta ricordare quanto accaduto in Siria, Iraq, ed ex Jugoslavia. Se qualcuno non ci vuole stare, mettono in mezzo di tutto, anche il Comitato olimpico, come hanno fatto con noi, facendoci bersaglio di sanzioni folli».

 

 

VLADIMIR PUTIN AL FORUM ECONOMICO DI SAN PIETROBURGO

Le sanzioni

Le sanzioni, gli fanno il solletico. «Volevano spezzare le nostre catene produttive. Non ci sono riusciti. Tutto quello che si dice sullo stato della nostra economia è solo propaganda. Si stanno dando la zappa sui piedi, perché la loro crisi economica, che non è stata certo causata dalla nostra Operazione militare speciale, farà nascere all’interno dei loro Paesi elementi radicali e di degrado che nel prossimo futuro porteranno a un cambio delle élite. L’Unione europea ha perso la propria sovranità, e sta danneggiando la sua stessa popolazione, ignorando i propri interessi. Le nostre azioni nel Donbass non c’entrano niente, l’inflazione e il calo delle materie prime sono il risultato dei loro errori di sistema. Ma loro usano il Donbass come una scusa che gli permette di attribuire a noi tutti gli errori fatti in questi anni».

 

Vladimir Putin al Forum di San Pietroburgo 4

La crisi alimentare non riguarda la Russia. Colpa dell’Occidente, che ha imposto sanzioni alla Russia, chissà per quali ragioni. «Pesa sulla coscienza degli Usa e degli eurocrati», ha ribadito per l’ennesima volta Putin, aggiungendo che l’Ucraina non possiede grano sufficiente a risolvere la situazione, mentre il suo Paese potrebbe aumentarne l’esportazione da subito, passaggio che ha fatto pensare a una implicita proposta rivolta ai soliti nemici, che «non lesinano risorse per trasformare l’Ucraina in una piazza d’armi, ma non gli importa nulla della popolazione».

 

Sull’«operazione speciale»

Solo dopo mezzora buona di discorso è stata citata la guerra, che per altro in questi giorni di convegno della Davos russa sembra non esistere. «È stata la decisione di un Paese sovrano basata sul diritto di difendere la propria sicurezza. E i nostri obiettivi saranno senz’altro raggiunti». Anche qui, tutto già sentito.

 

A voler proprio cercare un elemento di novità, è possibile trovarlo nel fatto che la parola più citata è stata «sovranismo», declinato in ogni possibile modo. «La Russia è uno Stato orgogliosamente sovrano, per il quale è importante proteggere la sua economia, oltre che rafforzare la propria identità nazionale. Proprio per questo, le sanzioni non funzionano con noi. Ossessionato dal mito dell’indebolimento della Russia, l’Occidente è caduto da solo nella trappola, usando un’arma a doppio taglio».

 

Vladimir Putin al Forum di San Pietroburgo 5

«Le regole del nuovo Ordine mondiale saranno decise da Stati sovrani forti, che non si muovono su una traiettoria già tracciata da qualcuno. Solo loro potranno farlo. Gli altri, saranno destinati a rimanere una colonia senza diritti».

 

La parte più interessante sull’Ucraina è venuta dopo, durante la conversazione sul palco con Margarita Simonyan, direttrice di Russia Today. «Noi abbiamo agito rispettando le regole internazionali, seguendo il precedente del Kosovo. Se una parte di un Paese vuole staccarsi, può farlo in modo legittimo. Con il Donbass è la stessa cosa».

 

«Abbiamo sempre detto che non siamo contrari all’ingresso dell’Ucraina nell’Ue, anche se pensiamo che questa scelta potrebbe danneggiare Kiev, che rischia di diventare un’altra colonia. Affari loro».

 

«Non vogliamo trasformare le città che liberiamo in Stalingrado, per cui stiamo agendo con molta cautela, evitando di colpire i centri direzionali». «Noi non minacciamo nessuno, ma tutti devono sapere che armi abbiamo e cosa siamo disposti a usare se qualcuno colpirà la Russia».

 

 

Le promesse di Putin

Vladimir Putin al Forum di San Pietroburgo 3

Andrà tutto bene, dunque. Ma la ricetta di Putin per il futuro economico e sociale della Russia è sembrata alquanto generica, un misto di promesse alle aziende private di tutti i Paesi, alle quali ha assicurato che saranno eliminati controlli di alcun genere, e piani quinquennali di sviluppo fatti con denaro pubblico. «Lavoriamo in prospettiva, realizzando piani a lunga scadenza. Non imboccheremo mai la strada dell’autarchia, ma collaboreremo con i Paesi desiderosi di farlo, e sono tanti, nonostante la malcelata pressione e le minacce esplicite degli Usa nei loro confronti».

 

i talebani al forum di san pietroburgo 1

Ad ascoltare il suo programma c’era la pattuglia degli oligarchi e dei leader dei pochi Paesi amici al gran completo, compresi quelli che avevano fatto timide dichiarazioni contro la guerra, come il re dell’alluminio Oleg Deripaska, che aveva annunciato la sua assenza dicendo che preferiva raccogliere ciliegie nella sua tenuta, e invece è stato visto applaudire spesso. Ai magnati di nuova generazione, Putin ha rivolto un messaggio esplicito. «Stare a casa è più sicuro. Coloro che sono andati via, hanno perso molto. Non dovete cadere sempre nello stesso errore: investite qui, in Russia, per creare nuovi posti di lavoro, come fecero i grandi mecenati dell’Ottocento».

 

Tutto qui. Chi si aspettava piccoli spostamenti di prospettiva, deve prendere atto di un discorso monolitico, che allontana ancora di più ogni possibile speranza di cambiamento a breve termine. Sarà ancora lunga. Ma su questo non c’erano dubbi.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini marine le pen emmanuel macron giorgia meloni

DAGOREPORT - COME DAGO-ANTICIPATO, MACRON E MELONI SI SONO SCAMBIATI IERI SERA A PALAZZO CHIGI IL RAMOSCELLO D’ULIVO. CHI HA AVUTO, HA AVUTO; CHI HA DATO, HA DATO: SCORDIAMOCI IL PASSATO. DEL RESTO, PRIMA DEL VIAGGIO IN ITALIA, MACRON E MATTARELLA HANNO PREPARATO BEN BENE L’INCONTRO DELLA PACE - ALLA FINE, DOPO DUE ORE DI FACCIA A FACCIA, TROVATA LA QUADRA SU UCRAINA, DAZI, TRUMP E SPESE MILITARI, L’UNICO GROSSO PROBLEMA SI E' CONCRETIZZATO NELLA PRESENZA NEL GOVERNO DI SALVINI CHE SIEDE TRA I “PATRIOTI” ORBAN E LE PEN. TANT’È CHE SALVINI STAMATTINA AI SUOI FEDELISSIMI HA COMMENTATO, SECCO: “E’ CADUTA LA GIORGIA”. EVITANDO PERÒ DI AZZARDARE ALCUNA DICHIARAZIONE SULL’INCONTRO DI LADY GIORGIA COL "GUERRAFONDAIO MATTO" DI FRANCIA - CHISSA', SENZA UN SALVINI TRA I PIEDI, FORSE MELONI AVREBBE GIA' COMPIUTO, SE NON UN TRASLOCO, UN AVVICINAMENTO AL PPE, PER LA GIOIA DI URSULA E DI MERZ. E QUANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA HA FATTO PRESENTE IL SUO FARDELLO LEGHISTA, MACRON HA REPLICATO CHE LA SUA ANTAGONISTA MARINE LE PEN NON SARÀ NEL GOVERNO MA HA UN PESO ELETTORALE BEN MAGGIORE DELLA LEGA…

alberto nagel philippe donnet francesco milleri gaetano caltagirone

DAGOREPORT - NON È UNA BATTAGLIA, È UNA GUERRA ALL’ULTIMO SANGUE IL RISIKO CHE DA SEI MESI STA STRAVOLGENDO LA SCENA ECONOMICA E FINANZIARIA ITALIANA, PROTAGONISTA L’82ENNE CALTAGIRONE IMPEGNATO NELLA SUA SFIDA FINALE: SE NON CONQUISTA GENERALI ASSICURAZIONI, PERDE LA FACCIA NON SOLO L’EX PALAZZINARO ROMANO MA ANCHE IL GOVERNO MELONI, CHE PUNTA A ESPUGNARE CON L’IMPRENDITORE-EDITORE IL POTERE ECONOMICO MILANESE - OGGI, SORPRESONA: IL FINORA RAPIDO E INVINCIBILE CALTARICCONE HA CHIESTO IL RINVIO SINE DIE DELL’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA CHE IL 16 GIUGNO DECIDERÀ SULLA MOSSA DEL CEO ALBERTO NAGEL DI DISFARSI DELLA QUOTA DEL 13% DI GENERALI PER ACQUISIRE DAL LEONE DI TRIESTE, BANCA GENERALI. COME MAI HA CHIESTO IL RINVIO SINE DIE? TEME MAGARI CHE IL SUO PARTNER, IL CEO DELL’IMPERO DEL VECCHIO, FRANCESCO MILLERI, CHE ULTIMAMENTE HA APPLAUDITO ALL’OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI, SI DEFILI DA CALTAGIRONE ALL’ASSEMBLEA DEL 16 GIUGNO? SE CALTARICCONE NON VINCE, SARANNO DOLORI A PALAZZO CHIGI…

gambetti francesco

DAGOREPORT – GRAND HOTEL VATICANO: PAPI CHE VANNO, FRATI CHE VENGONO – TRA LE MACERIE LASCIATE DA BERGOGLIO (BECCIU, CHAOUQUI E LA SCHIERA DI CHECCHE DI CUI IL COMPIANTO PAPA AMAVA CIRCONDARSI A DISPETTO DEI SUOI ACCORATI APPELLI CONTRO LA ‘’FROCIAGGINE’’), BRILLA L’IRRESISTIBILE ASCESA DI FRATE MAURO GAMBETTI: ORDINATO SACERDOTE L'8 GENNAIO 2000 ALLA TENERA ETÀ DI 34 ANNI, E' GIA' CARDINALE NEL 2020. L’ANNO DOPO BERGOGLIO L’HA CATAPULTATO DA CUSTODE GENERALE DELLA BASILICA DI ASSISI A VICARIO GENERALE DI SUA SANTITÀ PER LA CITTÀ DEL VATICANO E PER LE VILLE PONTIFICIE DI CASTEL GANDOLFO, NONCHE' PREFETTO DELLA FABBRICA DI SAN PIETRO – AL FIANCO DI GAMBETTI, L’INSEPARABILE ENZO FORTUNATO, ANCHE LUI FRATE, NOTO PER LA SUA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI CERCARE DOVIZIOSE SPONSORIZZAZIONI PER RIVISTE ED EVENTI DI OGNI TIPO, SOPRATTUTTO FRA I POTENTI DI TURNO. SI SONO POI AGGIUNTI MONS. ORAZIO PEPE E IL GESUITA FRANCESCO OCCHETTA, INDISPENSABILI PER LA FONDAZIONE “FRATELLI TUTTI”, CIRCOLO RISERVATO IN VIA ESCLUSIVA AI SEGUACI DI FRATE GAMBETTI… - VIDEO

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - DIMENTICATE SCAZZI E VAFFA, DOMANI A ROMA TRA MACRON E MELONI SOLO BACI E ABBRACCI – SE L’EUROPA A TRAZIONE “VOLENTEROSI” HA BISOGNO DELL’ITALIA, DALL’ALTRA LA DUCETTA HA CAPITO DI ESSERE FINITA NEL VICOLO DELL’IRRILEVANZA - ACCANTONATI I SOGNI DI DIVENTARE LA REGINA DELLA DESTRA EUROPEA, MERZ E MATTARELLA LA SPINGONO VERSO IL PPE, USCENDO DAL GRUPPO DESTRORSO DI ECR - MACRON E MELONI SONO AMBEDUE ALLE PRESE CON L’ULTRA DESTRA DI MARINE LE PEN E DI MATTEO SALVINI (MA IL SECONDO SIEDE A PALAZZO CHIGI) - IL RENDEZ-VOUS DI DOMANI DOVRÀ RASSICURARE LA SORA GIORGIA CHE NON SARÀ PIÙ ESCLUSA DAI TAVOLI DEI NEGOZIATI SULL’UCRAINA, COME È SUCCESSO A TIRANA - SECONDO: ASSICURARSI L’INSOSTITUIBILE PRESENZA DELL’UNICO ALLEATO EUROPEO DOTATO DI POTENZA NUCLEARE ALLA CONFERENZA DEL 7 LUGLIO A ROMA SULLA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA. SENZA MACRON, SAREBBE NON SOLO UN FALLIMENTO TOTALE, MA INUTILE - IL PRAGMATICO MERZ SI STAGLIA SEMPRE PIÙ COME IL LEADER PER ECCELLENZA DELL’UNIONE EUROPEA: MERCOLEDÌ È ATTESO A WASHINGTON. DI SICURO NON SI RIPETERÀ IL PESTAGGIO SUBITO DA ZELENSKY: A FAR COMPAGNIA A MUSK CON UN OCCHIO NERO QUESTA VOLTA SAREBBE IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO - VIDEO

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…