virginia raggi rifiuti roma

COSE CHE SUCCEDONO SOLO A ROMA - I NETTURBINI VENGONO SPEDITI A FARE MULTE INVECE CHE A RACCOGLIERE RIFIUTI! L’IDEONA DI AMA: INVIARE GLI SPAZZINI A DARE LA CACCIA A CHI LASCIA I SACCHETTI FUORI DAI BIDONI - L’ORDINE DI SERVIZIO: CHI NON FARÀ CONTROLLI SARÀ MULTATO

Lorenzo De Cicco per “il Messaggero”

 

personale ama al lavoro 3

Multate o sarete multati. Mentre i cassonetti continuano a sputare immondizia su strade e marciapiedi dell'Urbe perché i camion dei netturbini non passano, l'Ama, la municipalizzata dei rifiuti, ha deciso di spedire 300 dipendenti a fare sanzioni. Non si tratta degli ispettori in forza alla società del Campidoglio, quelli che da contratto devono far questo, controllare e punire, ma di capi-squadra di netturbini e spazzini, impiegati, perfino qualche dirigente. Insomma, gente assunta per altri incarichi - per esempio gestire la raccolta della spazzatura... - e che come extra, d'ora in poi, darà la caccia a chi lascia i sacchetti fuori dai bidoni, anche se spesso sono stracolmi e non ci sono alternative. L'ordine di servizio sfornato poche settimane fa dall'azienda comunale mette in chiaro che chi non staccherà le multe, sarà a sua volta multato: «Il mancato esercizio dell'attività di controllo/repressione - si legge nella circolare - sarà considerato infrazione disciplinare e come tale sanzionato».

virginia raggi

 

La misura sembra andare contro le indicazioni arrivate nelle ultime settimane dal Campidoglio. Dopo il caso delle multe beffa a pensionati e casalinghe, colpevoli in tanti casi di avere lasciato soltanto una busta accanto ai contenitori traboccanti di pattume, la giunta di Virginia Raggi aveva schiacciato sul freno, chiedendo ai vigili e agli accertatori dell'Ama di verificare che i cassonetti siano effettivamente «disponibili e fruibili» prima di procedere con le sanzioni. Perché cosa sacrosanta è punire gli incivili che sporcano e oltraggiano Roma - la propaganda social di Raggi li chiama #zozzoni - ma fino a quando la crisi non sarà rientrata, con tanti bidoni di fatto inservibili, rischia di essere colpito dalle multe anche chi non può fare altro che lasciare i sacchetti a terra.

personale ama al lavoro 2gaffe sui rifiuti di virginia raggi 8

 

STOP MISURE D'EMERGENZA

L'Ama però sembra tirare dritto. E ha deciso di «potenziare le attività di controllo e repressione dei comportamenti costituenti violazione ai divieti previsti dal Regolamento comunale sul corretto conferimento dei rifiuti», come si legge nell'ordine di servizio. Va detto che la decisione risale a prima che l'ultimo Cda si dimettesse, a inizio ottobre - è il settimo cambio ai vertici di Ama in 3 anni di giunta grillina - quindi tocca capire cosa pensa dell'iniziativa il nuovo amministratore unico, il manager Stefano Zaghis.

 

personale ama al lavoro 4

Si vedrà. Per il momento sono già stati consegnati i blocchetti dei verbali a 300 dipendenti che, come detto, di norma dovrebbero svolgere altre mansioni, ma che hanno in tasca da tempo l'abilitazione per far multe. E l'ordine è chiaro: o sanzionate o sarete sanzionati. Un passaggio, tutto evidenziato in grassetto, che sembra spingere i dipendenti a fare più contravvenzioni possibile, pur di evitare la contestazione disciplinare. «Finora gli accertatori dell'Ama erano solo 38 - dice Alessandro Bonfigli della Uil - ma ormai 1 su 5 si assenta, quasi tutti per stress: non è facile sanzionare i cittadini, in questa situazione».

 

cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 31virginia raggi 2

Viene da chiedersi: ma è il caso di accelerare sulle multe con la città ridotta così? Miglioramenti in vista non se ne vedono, anzi. La Capitale, già in sofferenza, si appresta a vivere un periodo ancora più tribolato, dato che ieri è scaduta l'ordinanza della Regione che obbligava tutti gli impianti del Lazio ad accettare gli scarti di Roma. Ora questa rete di sicurezza non c'è più. Anche se il piano con le alternative - come i rifiuti all'estero - non è ancora partito. Il rischio è che le strade diventino ancora più sporche e i cassonetti sempre più pieni.

cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 25

 

Le multe a chi lascia una busta a terra accanto a montagne di sacchetti non raccolti e ai contenitori inutilizzabili, intanto, «continuano ad arrivare», come racconta Olga Mannarino, 67 anni, pensionata de La Storta, la prima a far partire i ricorsi contro il Campidoglio. «Qui nel quartiere le notifiche dei vigili non si sono fermate, nonostante le promesse del Comune. Abbiamo dovuto pagarci un avvocato. Un'altra spesa, dopo la Tari che qui a Roma è tra le più alte d'Italia...».

virginia raggi 1cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 1cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 28rifiuti di plasticacassonetti ricolmi di rifiuti a roma 11cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 14cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 15cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 29cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 17cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 16cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 12cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 13cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 8cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 4cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 9cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 10cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 35cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 21cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 3cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 5cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 20cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 34cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 22cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 36cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 7cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 6cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 37cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 23cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 27cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 33cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 2cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 30cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 32cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 26cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 24cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 19cassonetti ricolmi di rifiuti a roma 18le iene la truffa dei rifiuti a roma 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…