salvatore buzzi

"VOGLIO APRIRE UN RISTORANTE E CHIAMARLO 416 BIS, O ANCORA MEGLIO: MAFIA CAPITALE..." - TORNATO IN LIBERTÀ, SALVATORE BUZZI CI PRENDE ANCHE PER IL CULO: “STO CERCANDO UN INVESTITORE DANAROSO. NON SO CUCINARE MA FARO' L'AFFABULATORE - MA QUALE SISTEMA, ERAVAMO UNA BANDA DI CAZZARI! - LE PAROLE DI CARMINATI? È SLANG ROMANESCO, STAVAMO A CAZZARÀ…NON CI TENEVO TANTO AD ESSERE SCARCERATO, STAVO TANTO BENE AI DOMICILIARI"

Michela Allegri per “il Messaggero”

 

SALVATORE BUZZI

L'anima dell'imprenditore e il piglio da affabulatore non sono stati scalfiti dalla detenzione in regime di alta sicurezza, dall'accusa - poi caduta - di mafia, da una condanna a 18 anni e 4 mesi di reclusione che ora dovrà essere riquantificata dalla Corte d'appello. Salvatore Buzzi, ai domiciliari dallo scorso dicembre, ieri è tornato in libertà per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva. È consapevole di essere ormai «un brand», dice, e per il futuro ha un'idea: «Voglio aprire un ristorante e chiamarlo 416 bis, o ancora meglio: Mafia Capitale. Sto cercando un investitore danaroso, lo scriva!».

 

E il Mondo di mezzo?

salvatore buzzi con il quarto stato alle spalle

«Ma quale sistema, eravamo una banda di cazzari».

 

Signor Buzzi, com'è questo ritorno in libertà?

«La verità è che non ci tenevo tanto ad essere scarcerato, stavo tanto bene ai domiciliari. Stavo a casa e intanto quei giorni valevano come espiazione pena, non avevo nemmeno chiesto di tornare libero, ma lo hanno deciso i giudici d'ufficio».

 

Come ha vissuto in questi anni, dall'arresto fino alla sentenza della Cassazione?

«Sono stato sbattuto per 5 anni in Austria, perché il carcere di Tolmezzo è praticamente Austria, in regime di alta sicurezza, lontano dalla mia famiglia. Tutto per un'accusa che non esisteva. Le mie cooperative sono fallite, chi me le restituisce? Mi sono difeso con le unghie e con i denti insieme ai miei avvocati. Ma ora la Cassazione ha scolpito queste parole sul marmo: non c'è la mafia».

SALVATORE BUZZI FRANCO PANZIRONI

 

L'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, però, è stata riconosciuta...

«Parliamo di 65mila euro di tangenti su un fatturato di 180 milioni, si rende conto? Era una storiella di corruzione, al massimo, ma non da farci libri e fiction. Gli impiegati dell'ufficio condono che hanno arrestato l'altro giorno hanno preso più di me. Parnasi ha preso più di me. Ma poi a Roma fanno tutti così, serviva per lavorare, per farsi pagare. E io sono finito in prima pagina sul New York Times. Ma questo è stato un danno enorme per la città di Roma, e chi lo paga?».

 

SALVATORE BUZZI OMICIDA SULL UNITA DEL 1980

Pensa davvero che sia una buona giustificazione dire che pagava tangenti perché era la prassi?

«La verità è che io pagavo quasi sempre per farmi pagare. L'Ama, l'Eur, il Campidoglio dopo anni ancora non saldavano i conti. E io come avrei dovuto mantenere i miei dipendenti? Ho dato lavoro a tutti, parliamo di 1.250 persone. Di sicuro non lo facevo per un arricchimento personale».

 

Però nel fascicolo ci sono molte intercettazioni eloquenti...

«E quali? Quella della mucca che per essere munta deve mangiare? Io mi riferivo alle mie cooperative. Tutti mi chiedevano di assumere amici, parenti, amanti. In Campidoglio tutti, dall'usciere al poliziotto di guardia. Ogni assunzione costa circa 40mila euro. E poi io ho denunciato questo fenomeno corruttivo nel 2010 e nessuno mi ha ascoltato».

 

Beh Carminati le aveva anche detto di mettere una minigonna e andare «a battere in Campidoglio».

«Ma quello è chiaramente un modo di dire. È slang romanesco, come si dice, stavamo a cazzarà. Ma sa cosa penso? C'è stato tutto questo casino perché i pm che indagavano non erano romani, uno era veneto, altri tre siciliani, compreso Pignatone. Un romano avrebbe capito che era slang. Non eravamo una banda di mafiosi, al massimo eravamo una banda di cazzari».

SALVATORE BUZZI

 

Però di appalti le sue cooperative ne hanno vinti parecchi, non pensa?

«Certo che lo so, eravamo bravi. Ma avevamo nemmeno lo 0,5% di fatturato del Comune di Roma, e su questo hanno costruito un teorema. A Roma prima l'87% delle procedure di gara erano tra privati, era normale mettersi d'accordo».

 

Magari non direi che fosse esattamente normale...

«Gli accordi ci sono ovunque, non abbiamo turbato le procedure. Cosa facevano di diverso al Csm? Ora è uscito fuori di tutto. Io le cose che ho fatto le ho ammesse, ora spero di avere una condanna per i fatti, non per le leggende».

 

Lei e Carminati vi sentirete?

«Certo che sentirò Massimo, sarà invecchiato pure lui eh, 5 anni sono tanti. Non potremo vederci purtroppo, io ho l'obbligo di dimora a Roma, lui a Sacrofano».

SALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNO

 

E adesso cosa farà?

«Per prima cosa prenderò un gelato con mia figlia. Per il futuro ho qualche idea. Durante i domiciliari ho coltivato un bellissimo orto. Mi piacerebbe aprire un ristorante. Lo chiamerei 416 bis, o ancora meglio: Mafia Capitale. Ormai è il mio brand».

 

Non ha perso l'ironia...

«Mai! Bisogna sempre essere ironici. Comunque sono serio, lo scriva, sto cercando un socio investitore».

 

E lei di cosa si occuperebbe? Sa cucinare?

«No, no, io farei l'affabulatore, che mi riesce benissimo».

SALVATORE BUZZI E GIULIANO POLETTI

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...