narcos villa adriana

“SE NON PAGHI LA DROGA, TI SPARO” - SCACCO AI "NARCOS" CHE OPERAVANO A VILLA ADRIANA, A TIVOLI: 11 ARRESTI – LE GELATERIE E I LOCALI VICINI AL SITO UNESCO VENIVANO UTILIZZATI COME BASI DI SPACCIO - I PUSHER ERANO STIPENDIATI E VENIVANO RIFORNITI DI SIGARETTE E CIBO PER EVITARE CHE POTESSERO ALLONTANARSI DAI "PUNTI VENDITA" - LE INDAGINI SONO PARTITE NEL FEBBRAIO 2019 DA UNA CONCITATA TELEFONATA DI UN PARRUCCHIERE DEL LUOGO, IN PASSATO VITTIMA DI USURA…

Elena Ceravolo per “il Messaggero”

 

villa adriana

Pusher organizzati in turni e stipendiati per garantire lo smercio di ogni tipo di droga 24 ore su 24 a Tivoli e Guidonia, con servizio in strada e consegne a domicilio. Crack, cocaina, oppiacei e anche eroina: un supermarket dello sballo gestito da un'organizzazione, con base nel quartiere popolare dell'Adrianella, smantellata ieri mattina con un'operazione dei carabinieri della compagnia di Tivoli che hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, su richiesta della procura locale, nei confronti di 11 persone, cinque in carcere e sei agli arresti domiciliari.

 

Cento i militari dell'Arma impegnati in quella che è stata battezzata Operazione Adriano, proprio perché si spacciava a poca distanza dal celebre sito Unesco di Villa Adriana. Una mattinata di blitz e perquisizioni. Emerge «un diffuso e capillare smercio di droga, che tendeva a estendersi anche al IV e VI municipio di Roma», con addetti alla vendita riforniti dai capi non solo di cellulari di servizio ma anche di cibo e sigarette pur di non lasciare mai incustodite le piazze, e un ordine tassativo: no a credito e baratti. Perché, come captato più volte durante i servizi degli investigatori, nella disperata ricerca della dose c'è pure chi offre a saldo orologi, aspirapolvere e persino una forma di formaggio.

villa adriana

 

Ma la risposta del capo, Manuel Scattone, è eloquente: «Se non paga, gli sparo». Spuntano pure tirocinanti spacciatori: «Na svezzata a sto ragazzetto che è in gamba», raccomanda il boss affidandolo a un pusher esperto. E le espressioni convenzionali tra colleghi e acquirenti: «Na mano sana» per avere cinque grammi, altrimenti indicati in minuti, la carica sono le dosi confezionate per garantire sempre l'approvvigionamento nelle piazze. Mosse, movimenti e strategie di capi e addetti sono stati ricostruiti tramite intercettazioni e servizi di osservazione.

 

LE INDAGINI

Le indagini erano partite nel febbraio 2019 su iniziativa di un carabiniere che, libero dal servizio, nel passeggiare per il centro cittadino, ha colto una concitata telefonata tra un parrucchiere del luogo, in passato vittima di usura e un'altra persona in merito a pagamenti di somme di denaro. Il commerciante doveva pagare della cocaina presa qualche tempo prima e non saldata.

 

narcos villa adriana

Il quadro emerso dalle indagini, secondo quanto tratteggiato dagli inquirenti, è quello di «ramificazioni criminali» in cui emerge la figura di Scattone (dal dicembre 2019 agli arresti domiciliari per detenzione di un fucile a canne mozze) che, con la collaborazione di altre persone, tra cui Claudio Lancia, classe 1969, e Michele Mandaglio classe 1986, aveva organizzato un fiorente mercato della droga. Per tutti e tre è scattata la custodia cautelare in carcere. A dare a Scattone una mano era anche la compagna Raissa Fegadoli (ora ai domiciliari) che, all'occorrenza, si occupava di gestire le vendite e mantenere i rapporti con i pusher.

 

IL CAPO

Sempre Scattone, poi, classe 1989, si legge nell'ordinanza «si è adoperato per assumere e consolidare una posizione di predominante controllo nello spaccio locale dell'area Tiburtina sia ricorrendo alla metodica delle piazze di spaccio sia mediante le consegne presso gli acquirenti, eseguita talora personalmente, altre volte mediante propri corrieri. L'uomo in passato avrebbe fatto parte del gruppo criminale di Giacomo Cascalisci, un narcotrafficante di livello che per anni ha controllato lo spaccio nell'area della Tiburtina prima di essere arrestato e morire poi suicida a Torino.

serapeo villa adriana

 

«In un periodo di investigazioni relativamente circoscritto, tra febbraio e marzo 2019, - scrive il Gip - i tenaci ed efficaci sforzi dei militari hanno fatto emergere uno scenario allarmante, caratterizzato dalla disinvolta e pervicace realizzazione di stabili punti di spaccio. Un'attività di colonizzazione delittuosa di più zone del tiburtino, da Tivoli a Villa Adriana fino a Bagni. Qui vengono smistati e indirizzati numerosi tossicodipendenti, molti dei quali sono clienti abituali».

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

HA RAGIONE VANNACCI: È DAVVERO IL MONDO AL CONTRARIO – IL VERTICE DELLA CASA BIANCA, CON I LEADER EUROPEI E IL POVERO ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA, È STATO IL PIÙ SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE – LA REGIA TRUMPIANA HA MESSO GIORGIA MELONI, NEL RUOLO DI “RAGAZZA PON-PON” DEL “MAGA”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, RISPETTIVAMENTE ALLA SINISTRA E ALLA DESTRA DI “DON DONALD” CORLEONE. MERZ, STARMER. E LA POVERA URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL CULMINE SI È RAGGIUNTO QUANDO, IN BARBA A OGNI EDUCAZIONE DIPLOMATICA, TRUMP È SCOMPARSO PER 40 MINUTI 40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO – E QUANDO MERZ HA PROVATO TIMIDAMENTE A INSISTERE SULLA NECESSITÀ DELLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DI COMPLEMENTO GIORGIA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE DI CONTRADDIRE IL GREAT DONALD? POCO DOPO, È STATA PROPRIO LEI A SUGGERIRE A DONALD DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

C’È FRANCO E FRANCO(FORTE) - SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI IN ITALIA PESA COME UN MACIGNO L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - GIÀ OGGI, PUR AVENDO IL 30 PER CENTO DI MEDIOBANCA, I DUE RICCONI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE DELLA BANCA PERCHÉ NON SONO “HOLDING BANCARIE” REGOLATE DALLA BCE (E CE MANCHEREBBE CHE PER FARE OCCHIALI O CEMENTO UNO SI METTE IN CASA GLI ISPETTORI DI FRANCOFORTE) - DOMANI AVRANNO IL CONTROLLO DI MPS E SI TROVERANNO NELLE STESSE CONDIZIONI, CIOÈ SENZA POTER TOCCARE PALLA. COSA SUCCEDERÀ ALLORA IN MEDIOBANCA E GENERALI DOPO L’8 SETTEMBRE? SI PROCEDERÀ PER ACCORDI SOTTOBANCO TRA AZIONISTI E MANAGER CON LA BENEDIZIONE DEL GOVERNO, O SI PROCEDERÀ ALLA LUCE DEL SOLE SEGUENDO LE REGOLE EUROPEE? AH, SAPERLO…

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?