proteste contro la violenza chicago

SCORRE IL SANGUE A CHICAGO - 17 MORTI E 42 FERITI SOLO NELLO SCORSO WEEKEND: LA CITTÀ DI AL CAPONE È PREDA DELLA VIOLENZA. TUTTO SI DECIDE CON UN COLPO DI PISTOLA, IN UNA CITTÀ DOMINATA DALLA RABBIA E DALLE BANDE DI QUARTIERE

Sara Gandolfi per il Corriere della Sera

violenza a chicagoviolenza a chicago

 

Diciassette morti e 42 feriti, all' obitorio sono allineate le salme di almeno sette giovani sotto i vent' anni. Il più piccolo ne aveva quattordici, Demarco Webster jr, che ora il preside della scuola descrive come uno dei suoi migliori studenti. Chicago ha celebrato Halloween in modo feroce: un lungo weekend di sangue, il più letale dell' anno nella metropoli dell' Illinois, patria dell' epopea gangster di Al Capone e scenario dell' immaginaria Gotham City di Batman.

 

Battuto il record della festa del papà: 13 omicidi. Ampiamente superato il bilancio dei tre caldi «ponti» estivi: 6 morti per il Memorial Day, 5 per la festa nazionale del 4 luglio, 13 per il Labor Day. Si spara un po' ovunque, dal South Side ai sobborghi del Far North.

violenza a chicagoviolenza a chicago

È una triste e lunga conta di morti: 638 dai primi di gennaio, vale a dire il 50 per cento in più rispetto al 2015. La città sembra ripiombata nel buio dei primi anni Novanta e ancor più indietro, alla «Chicago in guerra» del Proibizionismo o ai rapinatori della Grande depressione, John Dillinger e Nelson «faccia d' angelo».

 

«Benvenuto a Chicago. Questa città puzza come un casinò da quattro soldi. Di chi puoi fidarti?», si chiedeva l' agente Jim Malone-Sean Connery nel film Gli Intoccabili , ispirato all' autobiografia di Eliot Ness, il capo della squadra di investigatori che riuscì a far condannare Al Capone per evasione fiscale.

 

proteste contro la violenza chicagoproteste contro la violenza chicago

«Voglio tutto. E lo voglio adesso… Muori da eroe o vivi da codardo», rispondeva idealmente Dillinger-Johnny Depp in Public Enemies . Oggi come allora nella Great American City del Midwest, circondata dalle praterie e costellata di grattacieli, serpeggiano violenza e paura, ma le ragioni del crimine sono molte e diverse. Negli anni Trenta i grandi gangster competevano per il controllo di un impero da miliardi di dollari, costruito sul traffico illegale di alcol.

 

Al Capone il napoletano e «Bugs» Moran l' irlandese si combattevano a colpi di mitra e granate. Ora è il tempo della rabbia e delle bande di quartiere, armate di coltelli e pistole, come racconta Joe Lansdale, prolifico scrittore di racconti e romanzi noir, fantascientifici, horror, oltre che profondo conoscitore del lato oscuro dell' America.

 

Chicago città maledetta, perché? «È difficile da spiegare, sembra che l' arteria della violenza sia sempre rimasta sotto la superficie, dai tempi dei gangster. C' è una cultura della rabbia che, a torto o a ragione, passa di generazione in generazione, come un' eredità di sangue.

proteste contro le violenze di chicagoproteste contro le violenze di chicago

 

Ma sono le armi il serpente velenoso che morde da lontano, che può raggiungere chiunque e permettere rancori o proiezioni di rabbia interna, il mostro da placare. Le armi mettono il potere nelle mani di chi è spaventato e arrabbiato - dice l' autore di Mucho Mojo e Paradise Sky -. Chicago ha leggi severe sul porto d' armi, non le zone circostanti. È come avere una no-smoking area e una zona fumatori divise solo da una linea immaginaria all' interno dello stesso ristorante. Come il fumo, le pistole attraversano i confini».

 

Confini labili, quasi inesistenti. «Non si può sempre saziare una cultura avida, che ha bisogno di cose di cui non si ha bisogno, che genera l' idea per cui il successo si esprime attraverso gli oggetti che possiedi. Tv, Internet e pubblicità continuano a infiammare la nostra cultura con il desiderio - dice Lansdale -. Per molti fra coloro che vivono immersi nella povertà ciò crea la sensazione di essere "lasciati fuori".

 

morti a chicagomorti a chicago

E anche quelli che sono meno arrabbiati, ma ora hanno la comoda possibilità di trasformare un semplice rancore o una frustrazione in un proiettile veloce, possono ottenere soddisfazione immediata. A tutto ciò si aggiungono la rabbia generale e il tono guerresco che contraddistinguono l' America nell' attuale fase politica e danno la sensazione che tutto stia andando in pezzi».

 

Momenti difficili che esplodono nella metropoli più dura d' America. Barack Obama va quasi fiero dell' asprezza della sua città d' adozione: «Lasciatemi dire una cosa, io sono di Chicago: non mi rompo», disse tempo fa.

 

morti a  chicagomorti a chicago

«La sua presidenza ha alimentato i razzisti invece di metter loro la sordina - ammette Lansdale -. Ha avuto le mani legate, molti di questi razzisti sono in Congresso. E lui è un presidente, non Superman». Guarda caso anche i film del supereroe - come quelli di Spiderman e di Transformer - sono girati intorno alle sopraelevate di Chicago.

Città di ferro, e di molte contraddizioni. Come diceva l' ambiguo Al Capone-Robert De Niro ne Gli Intoccabili : «Si pratica la violenza a Chicago, certo… ma non è mai un buon affare».

 

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO