franco grillini

"SONO UN FROCIO DEL NOVECENTO" - IL PRESIDENTE ONORARIO DI ARCIGAY, FRANCO GRILLINI, COMPIE 70 ANNI E LANCIA QUALCHE FRECCIATINA AL MODERNO MOVIMENTO LGBTQ+: "BISOGNA PARLARE A 60 MILIONI DI ITALIANI E NON A UN'ÉLITE AUTOREFERENZIALE" - "PAPA FRANCESCO CHE DENUNCIA TROPPA 'FROCIAGGINE' NELLA CHIESA? È UN TERMINE CHE APPARTIENE A UNA MINORANZA LGBT. HO PENSATO: 'QUALCHE PRELATO GAY GLI AVRÀ SEGNALATO LA QUESTIONE' - IL PRIMO "ARCIGAY CAMP" NEL 1985 IN CALABRIA: "QUALCUNO CORTEGGIAVA GLI AGENTI CHE CI PROTEGGEVANO" - LA LITE CON CALDEROLI: "IL LEGHISTA DISSE 'SE PASSA LA LEGGE GRILLINI, ARRIVERANNO IN ITALIA 70 MILIONI DI FINOCCHI!'; 'MAGARI!' GLI RISPOSI" - LE BATTUTE CON LA RUSSA, IL CAFFE' CON MATTARELLA, IL SUO SOPRANNOME DA RAGAZZO ("BISTECCA") E IL MIELOMA...

Claudia Arletti per “Il Venerdì – La Repubblica”

 

FRANCO GRILLINI

Lorenzo detto "la Lori", celeberrimo per i bidoni che rifila con maestria agli amici, è andato a lezione di pilates, invece che alla caffetteria Antica Bologna, in centro, dove lo aspettava Franco Grillini – che lì è di casa e anche d'ufficio, e la mattina ci tiene le riunioni.

 

Oggi 14 marzo il fondatore dell'Arcigay gira la boa dei primi 70 anni, ma la festa è doppia perché anche per la sua "creatura" questo è un anniversario tondo: 40 anni dal primo congresso, Bologna 2-3 marzo 1985, quando la parola omosessuale faceva sussultare l'Italia bigotta e cattiva, e la galassia lgbtq+ non era neppure immaginata.

 

«La terapia prima di salvarti ti ammazza» dice Grillini, che per curare un mieloma è stato a letto un anno; la miopia si è aggravata, ma i ritrovati tecnologici (di cui va pazzo) lo aiutano nella lettura; e oggi sta bene, al punto di ingaggiare sempre nuove attività: un film-documentario, Let's kiss, che ha portato ovunque; la Fondazione con il suo nome; otto libri nella testa, anzi nove, perché prepara l'aggiornamento di Ecce omo, uscito nel 2008...

 

MANUALE SESSO ORALE FIERA ARCIGAY

Una roccia, Grillini.

«Oggi un sasslein. E, data l'età, stanno morendo troppi amici. Chiedo una moratoria, ragazzi».

 

Di giorno lavora. E la sera?

«Domenica ero a un concerto dedicato ai cantanti castrati. Una delle pratiche più orrende della Chiesa: bambini castrati come i gatti, e in aggiunta la misoginia».

 

Quanto a misoginia, il movimento gay non ha mai scherzato.

«I maschi omosessuali hanno gli stessi difetti dei maschi eterosessuali. Però uno studio ha dimostrato che nelle coppie gay c'è meno violenza, perché la disparità è minore».

 

Il movimento le deve tanto. Lei però è voluto entrare nelle istituzioni.

franco grillini

«Candidato 13 volte, eletto per una buona metà. C'era chi mi dava del "gay di professione", ma lo prendevo come un complimento. In Parlamento, dal 2001 al 2006, mi muovevo come un pesce nell'acqua. Io e La Russa scambiavamo battute irripetibili. Con Mattarella bevevo il caffè alla buvette».

 

E di che cosa parlavate?

«Riforme elettorali».

 

Torniamo all'Arcigay.

«Nell'82 apriamo il circolo del Cassero. Ma per federarci con l'Arci serviva il benestare del Pci. Sa com'era la gerarchia di Botteghe Oscure: prima il partito, poi le istituzioni, il sindacato, le coop e alla fine l'Arci. A marzo '85 finalmente inizia la prima fase congressuale. Le cariche e il documento conclusivo però si votano a dicembre, e lì sono in minoranza».

 

Ma come è possibile?

«Volevo che nel documento ci fosse un riferimento preciso al riconoscimento delle famiglie di fatto. Ma per molti la famiglia era un obiettivo borghese. Feci la scena madre: basta, me ne vado, cazzi vostri. Poi si sa: ti inseguono, non fare così... Alla fine, il mio punto resiste ma scivola all'ultimo posto e "in via sperimentale" – va' a sapere che cosa volesse dire».

FRANCO GRILLINI

 

Certo non si discuteva di omogenitorialità, di fecondazione assistita.

«Fantascienza».

 

Ma lei ci pensava?

«Proprio no».

 

Torniamo al 1985.

«In agosto organizziamo il primo Arcigay Camp, a Rocca Imperiale, in Calabria. Mare, riunioni e non dico altro. Un gruppo di abitanti sottoscrive un appello chiedendo la nostra cacciata: temono l'Aids, ci considerano untori ed esplode il caso. L'inviato del Corriere arriva con l'autista e l'autoblu e noi a dirgli: su, leva la giacca e fatti un bagno.

 

franco grillini

Ogni mattina alle 9 in punto tenevo la conferenza stampa. Il sindaco, un democristiano, ci accusava di ogni genere di nefandezze. L'Msi ci voleva sbaraccare. C'erano più poliziotti a proteggerci che campeggiatori. Qualcuno corteggiava gli agenti».

 

Com'è finita?

«Il mitico professor Giovanni Battista Rossi, dell'Istituto superiore di sanità, interrompe le vacanze e viene a spiegare alla gente che non ci sono untori, che non si possono incolpare gruppi a rischio, che la malattia potenzialmente riguarda tutti. Ma in Italia, dal 1984 fino all'1989, contro l'Aids non si è fatto niente: è stata una strage di Stato.

 

Il ministro Costante Degan diceva che il virus da noi non era un problema. Rosa Russo Iervolino vietò il fumetto di Lupo Alberto nelle scuole perché parlava di preservativi. Coi quali ce l'aveva anche Donat Cattin, per lui servivano a fare propaganda al rapporto anale, era fissato. Però alla fine lasciò libero l'Istituto superiore di sanità di fare ricerca e permise che da lì arrivassero i finanziamenti per le campagne anti Aids. La Dc era così».

 

franco grillini

E il Pci?

«Double face al massimo. Nella cultura marxista contano le classi, non i diritti individuali. Ma senza il Pci non ci sarebbe stata l'Arcigay».

 

Trovò anche il tempo di studiare.

«Laurea in Pedagogia, con lode. Vinco subito sette o otto concorsi, scelgo di fare il bidello perché la scuola è a cento metri da casa».

 

E come mai Pedagogia?

«La mia fidanzata voleva tanti figli: poteva esserci utile. Alle ragazze piacevo. Quando feci coming out – finalmente consapevole che il mio desiderio era sempre stato per i ragazzi – erano tutti stupefatti. Poi sono diventato anche psicologo. Adriano Ossicini, se lo ricorda? Brava persona, primo ministro della Famiglia. La destra mi accusava di non avere i titoli per parlare di omosessualità con gli studenti.

 

roberto calderoli - atreju - foto lapresse

Ossicini mi riceve nel suo ufficio. Gli dico: è insopportabile che ogni volta che vado in una scuola come presidente Arcigay succeda il finimondo. E lui: "Perché non ti iscrivi all'albo degli psicologi?". Avevo risposto per anni al telefono amico del Cassero, aiutando ragazzi terrorizzati, soli, minacciati dalle famiglie… Così prendo la medaglietta dell'Ordine e zittisco tutti».

 

Un secchione, ma alle medie andava male. Strano, no?

«Studiavo a Corticella, quartiere operaio dove il Pci aveva l'80 per cento dei voti. Le medie erano in un condominio, i professori frustratissimi. Una volta ne sentii uno dire: "Dove vuoi che vadano questi, faranno tutti gli operai". Suggerirono ai miei genitori di mandarmi a lavorare, ma non pensavano a me in particolare».

 

Da ragazzo la chiamavano Bistecca.

roma pride 2014 franco grillini e cartonato di renzi 14

«Per quanto ero magro. Poi sono diventato Grillo. E Beppe Grillo se ne lamentò quando mi candidai a Roma: "Si sono inventati anche questa per metterci in difficoltà". Figuriamoci».

 

Lo sa che nel suo traspare una certa simpatia per preti e suore?

«Reciproca. Il diavolo è l'angelo preferito da Dio. Sono stato invitato a parlare in una valanga di parrocchie».

 

La parola "frociaggine" pronunciata dal Papa che effetto le ha fatto?

«Questo termine appartiene al metalinguaggio della minoranza lgbt, dove c'è grande libertà di eloquio. Ho pensato: qualche prelato gay a lui vicino gli avrà segnalato la questione».

IGNAZIO LA RUSSA - MEME BY EDOARDO BARALDI

 

Fu clamorosa la puntata in tv di Aboccaperta sul tema: Accettereste un gay come amico?

«Il primo talk show sull'omosessualità. Quelli del "no" erano indiavolati. Mia nonna disse: ora che ti ho visto da Funari posso anche morire».

 

Scherzava?

«Guardi che per Aboccapaerta si fermava l'Italia. Però è vero che l'umorismo è un tratto di famiglia. Mio padre faceva scherzi da prete. La battuta preferita di mia madre era: sa vag al mer mè, as seca, se vado al mare si secca, per dire che era sfortunata. Su Rai2 nel 2008, con Gene Gnocchi ed Elisabetta Canalis facciamo Artù: senza copione loro neanche starnutivano, io a mio agio dicevo le cagate che mi venivano in mente. Gene Gnocchi insisteva: ma che cosa fai in politica, buttati sulla tv».

franco grillini

 

Ha riso anche della malattia?

«Un giorno che stavo malissimo ed ero a letto, mi chiama un amico: "Come va?". E io: "Sai che non so se ti rispondo in vita o dall'oltretomba?"».

 

Dei suoi anni in Parlamento che cosa ricorda con più orgoglio?

«La legge sulla protezione internazionale delle persone lgbt, 2007. Calderoli perse la testa: "Se passa la legge Grillini, arriveranno in Italia 70 milioni di finocchi!". "Magari!" gli risposi. Poi la norma sull'amministratore di sostegno. E il vitalizio per Aldo Braibanti.

 

Tutti dicevano "diamoglielo", ma non c'erano mai i soldi. M'incazzo come una pantera. Ne parlo allo sfinimento, anche con Prodi, e con la Finanziaria del 2007 risolviamo».

 

SALUTO ROMANO - MEME BY EMILIANO CARLI

Come vive questo movimento lgbtq+ così diverso da quello degli inizi?

«Mi riconosco in un proverbio toscano: sto coi frati e zappo l'orto. Il mondo cambia, quindi cambiano strategie e linguaggi, però bisogna parlare a sessanta milioni di italiani e non a un'élite autoreferenziale. Con la mia storia, mi sono guadagnato il bonus per dire sempre la mia. E se una novità mi sembra eccessiva, ricordo a tutti che sono un frocio del Novecento».

IGNAZIO LA RUSSA E IL 25 APRILE - MEME BY IL GRANDE FLAGELLOmanifestazione arcigayarcigay2004 franco grillini e la florida

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