michelle obama becoming -3

MA SARÀ UN CASO CHE IL DOCUMENTARIO “BECOMING” DI MICHELLE OBAMA ESCA PROPRIO MENTRE I DEMOCRATICI SONO A CACCIA DI UNA VICE PER JOE BIDEN? IL CANDIDATO HA GIÀ ANNUNCIATO CHE SARÀ UNA DONNA E OGGI HA BISOGNO DI QUALCUNO CHE GLI FACCIA DA SCUDO CONTRO LE ACCUSE DI MOLESTIE DI TARA READE – MICHELLE, CHE SI RIESCE A RACCONTARE SENZA VITTIMISMO DANDO PROVA DI QUANTO PADRONEGGI I MEDIA, NON SOLO PORTEREBBE I VOTI DEGLI AFROAMERICANI, MA… VIDEO

 
Federico Rampini per "la Repubblica"

 

michelle obama becoming 4

È comprensibile il sospetto che Michelle e Barack Obama abbiano studiato l'operazione a tavolino. Becoming , il documentario che i due hanno prodotto per Netflix sulla vita della ex first lady, esce proprio quando nel partito democratico si rafforza una campagna per nominare Michelle come vice di Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca. La scelta di Biden è imminente.

 

michelle obama joe biden

Lui stesso ha detto che sarà una donna. Oggi ha bisogno di una vice che gli faccia da scudo contro le accuse di molestie sessuali da parte di Tara Reade (che fu brevemente sua assistente al Senato nel 1993). Michelle ha una statura morale impeccabile, una popolarità senza rivali. Porterebbe in dote un' affluenza record degli afroamericani, ma senza essere una radicale di sinistra. Poiché Biden ha 77 anni, sarebbe un presidente da un mandato solo, e per di più a rischio di coronavirus; molti vedrebbero già Michelle presidente.

MICHELLE OBAMA JOE BIDEN

 

Un terzo mandato Obama, per "cancellare" l' èra di Donald Trump; con la credibilità che Barack si guadagnò governando l' altra crisi economica nel 2009. Infine Becoming mette in scena un' altra dote di Michelle: è carismatica, padroneggia tutti i media con disinvoltura, mentre Biden annaspa in una campagna online con disagio.

 

michelle obama becoming 2

Questo film, tratto dal libro autobiografico con lo stesso titolo che fu un bestseller mondiale, non è un manifesto politico. Evita commenti sulla presidenza Trump. Un paio di passaggi sono significativi, però. Parlando dello shock elettorale del 2016, Michelle rivela una certa empatia per quelle fasce di classe operaia (per lo più bianca) che si sentirono tradite dalla sinistra, impoverite dalla concorrenza cinese, spaventate dall' immigrazione: «Capisco quelli che hanno votato per Trump».

 

michelle obama joe biden

Al tempo stesso confessa di aver vissuto come «uno schiaffo in faccia» l' alto astensionismo di tanti giovani, donne, e neri. E non solo in occasione della sconfitta di Hillary, ma anche ogni volta che Barack perse la maggioranza congressuale nelle elezioni di mid-term: «I nostri non andavano a votare. È come se il voto lo scambiassero per un gioco. Per me fu un trauma».

 

Con lei nel ticket di Biden, l' aumento della partecipazione sarebbe una certezza. E senza inseguire il linguaggio radicale di altre potenziali candidate, anche a costo di deludere l' ala di Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez. Lo stesso nome scelto da Barack e Michelle per la loro società di produzione, Higher Ground ("un livello più elevato") è un malizioso richiamo ad una celebre polemica.

 

michelle obama becoming 1

Di fronte ad alcune volgarità di Trump, l' ex first lady lanciò questo consiglio ai democratici: «Più lui si abbassa, più noi dobbiamo volare alto». Non tutti erano d' accordo. Dietro quel consiglio c' è l' idea della responsabilità di chi governa, che lei esprime nel documentario: «Un presidente può iniziare una guerra, può rovinare l' economia. C' è troppo potere, non consente leggerezze».

 

barack e michelle obama con jill e joe biden

Becoming inizia da South Side Chicago, il quartiere dove Michelle è cresciuta: un ambiente operaio e di minoranze etniche, con sottofondo di jazz e blues (suo padre era un fan), i barbecue nel cortile.

C' è una visita a sorpresa nella prima casa dove abitò con Barack, e lì Michelle si esibisce come pianista.

 

joe biden michelle obama

La storia della sua vita incrocia episodi di razzismo e sessismo: il consigliere universitario che non la considera «degna di Princeton», la compagna bianca che si fa cambiare stanza per non coabitare con lei. Michelle rifugge dal vittimismo. Nel book-tour ripreso dal documentario incontra tante adolescenti afroamericane. «Come hai smesso di essere invisibile?», le chiede una ragazza. «Non mi sono mai sentita invisibile», risponde Michelle. Evita la sotto-cultura della recriminazione, esorta alla costruzione dell' autostima.

michelle obama becoming 5

 

È con questa etica personale che «la prima first lady discendente da schiavi » riuscì a costruirsi una corazza negli anni della Casa Bianca. Lo ricorda nel film: volevano cucirle addosso lo stereotipo della «giovane nera arrabbiata», una nuova Angela Davis pronta a cavalcare scontri razziali. Fu il tirocinio più doloroso negli otto anni delle presidenze Obama: bisognava perdere spontaneità. «Noi venivamo giudicati con criteri più severi. Non ci era consentito fare errori. E ne abbiamo fatti lo stesso».

michelle obama becoming 9

 

Uno degli aneddoti emblematici fu l' obbligo imposto alle figlie Malia e Sasha di rifarsi il letto, benché la servitù non manchi alla Casa Bianca. Bisognava evitare che le due ragazze crescessero nella bolla artificiale del privilegio; prepararle al duro atterraggio nella realtà.

 

michelle obama becoming 8

Non è stato facile neanche per lei, Michelle confessa il disagio della vita attuale, «perché non è affatto come tornare a prima della presidenza ». Ora esiste una nuova possibilità: che la sua nuova vita da scrittrice, public speaker , consigliera dei giovani, sia un intervallo tra una Casa Bianca e l' altra.

michelle obama becoming 6MICHELLE OBAMA JOE BIDENmichelle obama joe bidenjoe biden con gli obamamichelle obama becoming 10

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?